Degli specchi e delle crepe

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Di distruzioni notturne
mi adorno impassibile,
specchiandomi in questo torbidume
mistifico quest'infinitesimale luce.

Il cemento che floscio
cola, viscido, dal cuore fermo.

E macchiato di lacrime calcificate
impazzisco,
impallidisco
e facendomi largo tra gli spettri,
piango ancora.

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