La confusione

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19 Giugno 1791

Juliette si fece avvolgere dal potere di Tikki e del suo Miraculous. Era ormai da più di due mesi che la nube viola di Comt Ténèbre sembrava essere completamente sparita, eppure le proteste e le manifestazioni parevano aumentare e i due eroi non erano più sicuro di capire cos'avesse in mente il loro nemico, perché certamente non l'avevano sconfitto.

«Sei pronta?» le chiese Chat Noir, quando fu nei suoi abiti da super eroina, lei rispose con un cenno di testa ed entrambi uscirono dalla finestra dei loro appartamenti.

«Fate attenzione!» urlò loro, come faceva di solito, Francine, sperando con tutto il cuore che non tornassero feriti.

Alla domestica quella situazione non piaceva per niente: già quando, sette mesi prima, avevano rivelato a tutto il personale la loro doppia vita la cosa le era piaciuta davvero poco, ma per qualche strano motivo, in quell'ultimo periodo quella sensazione d'inquietudine era tornata. Non avrebbe assolutamente sopportato una perdita, soprattutto se si trattava di uno di loro due: di un figlio finalmente ritrovato e di quella che poteva considerare una figlia adottiva.


Coccinelle e Chat Noir atterrarono nella piazza, una delle tante che come al solito era assediata. La loro fama ormai aveva fatto il giro di tutta la Francia e non solo della capitale: i parigini però, come anni prima, quando si erano ufficialmente manifestati durante la presa della Bastiglia, non sapevano esattamente se fidarsi o meno di loro; sia i soldati che i cittadini non avevano ancora compreso da quale parte stessero e, a dirla tutta, non lo sapevano nemmeno loro. Tutto ciò che facevano era evitare che ci fossero troppe vittime durante le rivolte, ormai sempre più furiose e aggressive.

La capitale francese ormai era stremata e sfinita da quelle continue proteste e i due eroi speravano che prima o poi qualcuno se ne accorgesse e facesse qualcosa, ma forse nemmeno quello ormai sarebbe bastato. L'anno precedente, ad esempio, il 14 Luglio, era stato il primo anniversario della presa della Bastiglia e a Campo Marte, il sovrano, assieme alla moglie, scortati ovviamente dalla sua guardia personale, e quindi anche da Arno, avevano prestato giuramento al Paese e alla Costituzione: in quel preciso istante il popolo credette che il re avesse accettato i cambiamenti sociali e politici appena instaurati, ma le cose non andarono così e ben presto era tornata la rabbia.

Tutto portava a ciò che si trovavano davanti: soldati che avevano abbandonato il loro ruolo perché avevano compreso di essere dal lato sbagliato, cittadini furiosi che protestavano e quelle poche guardie rimaste a proteggere il re e lo stato generale che non sapevano più come gestire la situazione.

«Finalmente siete qui!» disse uno di quest'ultimi.

«Scusate il ritardo.» rispose l'eroe gatto, tirando fuori il suo bastone.

Come al solito i rivoltosi erano tanti e talmente carichi di rancore che ormai non se la prendevano più con le persone, comprendendo che sarebbe stato inutile, piuttosto si accanivano sulle strutture pubbliche che c'erano in piazza.

«Qualche idea, mon amor?» chiese Chat Noir, mentre lei rimaneva per qualche secondo ad osservare quel caos, dopodiché lanciò la sua arma in aria.

«Lucky Charm!» gridò e tra le sue mani cadde una semplice chiave, caratterizzata dal solito colore sgargiante che assumevano tutti gli oggetti fortunati.

«Credo di non aver capito...» commentò Arno, allontanando un rivoltoso dalla statua al centro della piazza, che aveva preso già abbastanza colpi.

«Nemmeno io, ma ci penseremo più tardi.» rispose lei mettendosela alla cintura e affiancandolo per evitare che qualche altro cittadino menomasse di un'altro dito la povera statua.

Se Chat Noir li respingeva con il bastone, lei con il suo yo-yo faceva altrettanto, visto che dovevano retrocedere per evitare che la rotella li compisse. Li fecero indietreggiare sempre di più, quando finalmente la ragazza comprese a cosa servisse quella chiave.

«Chat Noir, dobbiamo spingerli verso le cancellate!» disse indicando la via alle spalle della folla.

«Agli ordini!» rispose lui.

Con un po' di fatica e con l'aiuto degli altri soldati, spinsero tutti i rivoltosi verso quella viuzza che si affacciava alla piazza, non appena anche l'ultimo cittadino arrabbiato fu sospinto via, Coccinelle tirò la leva che chiudeva gli ingressi alla via, attivandola con il suo Lucky Charm. Subito, una serie di sbarre bloccarono i rivoltosi, separandoli da chi era rimasto nella piazza.

«Meritiamo giustizia! Il re è un bugiardo! Non potrete difenderlo per sempre!» urlavano con furia, anche da oltre le cancellate.

La giovane eroina li guardava con sguardo triste non sapendo cosa fare, fu Chat Noir a distoglierla dalla loro disperazione, mettendole una mano sulla spalla e avvicinandosi a lei.

«Andiamo mon amor... Non possiamo fare nient'altro per loro.» le sussurrò con tono mesto, subito dopo anche il suo orecchino le ricordò che dovevano assolutamente andarsene.

Con un sospirò lanciò lo yo-yo verso uno dei tetti della piazza, dirigendosi nuovamente verso casa, seguita dall'eroe nero.


«Arno dobbiamo fare qualcosa...» disse in un sospiro la donna, tagliando un pezzo di carne.

Dopo essere rientrati alla villa, si erano preparati per il pasto ed ora erano nella sala da pranzo.

«E cosa vorresti fare, amore mio? Non dovrebbe nemmeno più essere nostro compito occuparci di loro. – disse, notando che lei gli aveva lanciato un'occhiata di fuoco, come a rimproverarlo – Non mi fraintendere, non sto dicendo che non voglio intervenire. Il fatto è che il maestro Noél ci ha dato i Miraculous dicendoci che a Parigi si sarebbe presentata una forza oscura e che era nostro compito debellarla e sconfiggerla, non ha mai parlato d'altro.»

«E non hai mai pensato che questa forza oscura non fosse solamente Comt Ténèbre? Insomma è stato lui a dare il via a tutto questo. Lui ha infiammato gli animi dei cittadini fino a farli diventare talmente arrabbiati e furiosi da non aver bisogno della sua influenza. Il male oscuro che dobbiamo combattere è questo. Quello che sta divorando Parigi fino alle ossa.»

Il giovane rimase in silenzio, continuando a consumare il suo pasto. Solo dopo vari minuti si rivolse di nuovo alla sua amata.

«Hai qualche idea in mente?» chiese.

«Hai detto che tra due giorni il re e la sua famiglia fuggiranno a Varennes, giusto?» chiese risoluta lei.

L'uomo rispose prima con un cenno di testa, poi spiegò più nel dettaglio.

«È una cosa che sanno in pochi, una decina di persone non di più. Sua maestà pensa che con questa fuga la Rivoluzione avrà una moderata svolta. Insomma sparendo dalla circolazione non avranno più nessuno con cui prendersela.»

La ragazza scosse la testa nervosa.

«Si scatenerà solamente il caos, senza nessuno che li comanda ognuno farà a modo suo. Parigi ha bisogno di qualcuno che li guidi, ora che anche Mirabeau è morto non daranno retta a nessuno, lui era l'oratore del popolo.»

«Potrebbero dar retta noi. Insomma è vero che molti ci reputano nemici, ma se non avessimo più il re da difendere forse potremmo far comprendere loro che siamo totalmente dalla loro parte.» questa volta fu Juliette a rimanere in un pensieroso silenzio, fino a che non accettò la proposta del marito.

«Sarai insieme alla scorta della famiglia reale, vero?» aggiunse poi.

«Sì. È un incarico a cui non mi posso sottrarre se voglio che mio padre non mi rimandi a fare il soldato semplice.» rispose mesto lui.

Ogni volta che parlava di suo padre la sua voce s'incupiva e il suo sguardo s'intristiva. Juliette allungò la mano sul tavolo, raggiungendo il lato opposto, dov'era seduto lui, e sfiorandogli appena le dita. Arno a quel gesto sollevò lo sguardo su di lei: nuovamente sorridente, decisa e solare, come l'aveva conosciuta. Sorrise anche lui, afferrando completamente la mano che l'aveva raggiunto, per poi stringerla.

«Il dolce!» esclamò Marie entrando nella sala da pranzo e i due si lasciarono la mano, tornando composti e posati, come dei veri nobili.

Makohon Saga _ Amore A VersaillesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora