Il risveglio

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21 Novembre 1790

Juliette aprì gli occhi, sbattendo le palpebre più di una volta nel tentativo di mettere a fuoco l'ambiente intorno a lei. Quando finalmente riuscì a vedere distintamente la camera, un leggero sorriso le si dipinse sul volto, un sorriso che si estese a dismisura quando notò l'altra persona che stava sdraiata sul letto, proprio al suo fianco.

In quell'anno che lo conosceva non gli era mai capitata l'occasione di vederlo dormire, mentre sicuramente da quel giorno in poi sarebbe accaduto più volte. I suoi capelli corvini erano sparsi sul cuscino, come a macchiarlo d'inchiostro e il suo corpo nudo, semi coperto dalle lenzuola era scolpito come sempre, nonostante tutti i muscoli fossero rilassati. La cosa però che attirò più di tutte la sua attenzione fu il suo viso: difficilmente aveva visto quel volto così rilassato e tranquillo, sembrava quasi che il giovane e aitante capitano si fosse trasformato in un bambino che dormiva quieto, sognando chissà quale giocattolo.

Si portò una mano al viso, scostando una ciocca di capelli e fermandola dietro l'orecchio, per poi chinarsi verso di lui e poggiare lievemente le labbra sulla sua guancia.

Lui mugugnò qualcosa, un brontolio sommesso che la fece ridere e non appena sentì la sua voce cristallina che rideva, tentò con fatica di aprire gli occhi.

«Buongiorno monsieur Pierre.» le disse lei sorridente, se ne stava seduta sul letto, con la mano destra che teneva ben ferme le lenzuola sul petto.

«Buongiorno madame Pierre. – sorrise lui, mettendosi anch'egli seduto e schioccandole poi un bacio sulle labbra, rimanendo però a pochi millimetri da lei – Sai avresti dovuto svegliarmi dopo esserti messa qualcosa addosso.» le sussurrò a fior di labbra.

«Perché?» chiese lei, anche se il suo corpo aveva già percepito la malizia nella sua voce e l'aveva già fatta arrossire prima che potesse rendersene conto.

Lui per tutta risposta con alcuni movimenti veloci, la fece ricadere di nuovo sdraiata sul letto, bloccandole i polsi sopra la testa con una sola mano. Dopodiché, le liberò il petto dalle lenzuola, permettendogli di dedicarcisi, strappandole brevi gemiti.

Si dovettero fermare però, non appena qualcuno bussò alla porta della stanza.

«Monsieur, Madame... Siete svegli?» disse la voce di una delle domestiche di villa Ponthieu. I due si separarono e Juliette si coprì nuovamente il petto con il lenzuolo.

«Sì, sì siamo svegli...» disse la giovane nobildonna con voce roca, ancora troppo presa da ciò avevano interrotto.

Quel timbro di voce, smorzato dall'eccitazione e dall'imbarazzo che ancora provava, divertì il capitano, che trattenne una risata, proprio mentre la domestica apriva la porta, tanto che beccò in flagrante Juliette, colpirlo con un gesto delicato e offeso, al braccio, mentre lui ancora sogghignava divertito.

«La vostra colazione è pronta nella sala da pranzo.» disse la donna facendo un'inchino.

«Grazie, verremo non appena saremo presentabili.» le rispose con un sorriso lei, congedandola.

Quando la porta si richiuse, Arno si avvicinò nuovamente a lei.

«Dov'eravamo rimasti?» disse passando le dita lungo la sua schiena, nel sentire quel tocco ebbe dei brividi, ma riuscì a mantenere la lucidità per staccarsi da lui ed alzarsi dal letto con un movimento veloce.

«Eravamo rimasti che ora ci vestiamo e andiamo a fare colazione.» disse con un tono, quasi, di rimprovero.

«Vorrai scherzare spero.» commentò lui osservandola.

«Affatto!» rispose lei mettendo le mani sui fianchi.

«Fammi capire... Tu esci dal letto, completamente nuda, ed io dovrei stare fermo?» chiese ancora indispettito lui.

«Hai capito benissimo, caro mio.» rispose lei avvicinandosi all'armadio in cui erano stati messi solamente gli indumenti e gli abiti di entrambi per quella mattina.

«Juliette tu mi uccidi...» sospirò, puntando gli occhi sul suo fondoschiena, sodo e un po' sporgente, com'era sempre stato.

«Tranquillo capitano... Non ho nessuna intenzione di rimanere vedova prima del dovuto.» lo rimbeccò lei voltandosi con un sorriso dolcissimo, a quel punto l'uomo sospirò e decise anche lui di alzarsi dal letto.

Una ventina di minuti dopo, erano entrambi pronti e presentabili, lei nel suo polonaise rosa pallido e lui in un completo bordeaux.

«Più che ucciderti, – disse lei, aggiustando il colletto al marito – credo di aver ufficialmente rovinato la tua reputazione.» lui la guardò dubbioso, per poi osservare allo specchio se fosse tutto a posto.

«Ora che sei sposato, il tuo nome di donnaiolo di Versialles è ufficialmente andato in fumo.» precisò lei, spiegandosi meglio.

«Mia cara, questo è successo più di un anno fa, quando decisi di non sfiorare nessuna donna che non fossi tu.» rispose lui abbracciandola nuovamente.

«Sentite voi due... Avete un po' rotto... Volete scendere a fare colazione e portare qualcosa da mangiare anche a noi, oppure continuate ad amoreggiare?» sbottò Plagg all'improvviso, ricordando ad entrambi che in camera vi erano anche i due kwami.

«Lo sai che sei esasperante, quando vuoi?» protestò Arno.

«E tu perennemente in calore.» ribatté il piccolo gatto dagli occhi verdi.

Arno stava per controbattere di nuovo, ma Juliette lo precedette.

«Conviene che veniate con noi, anche perché non credo che torneremo qui. In giornata ci sarà il trasferimento nell'altra villa.»

A quel punto anche Tikki si alzò in volo e, dopo aver dato un piccolo bacio sulla guancia della sua portatrice, si tuffò tra le pieghe del suo vestito.

«Cosa c'è? Vuoi darmi un bacino anche tu?» chiese il portatore del Miraculous del Gatto, al suo compagno, che era rimasto fermo immobile a guardare la scena.
A quella frase i due occhi felini si piantarono su di lui, furiosi, per qualche secondo, dopodiché anche lui si nascose all'interno della giacca del capitano.



La vendetta è un piatto che va servito freddo e lui lo sapeva bene.

Per questo motivo stava attendendo, per questo motivo stava alimentando le rivolte continuando però a far credere ai due portatori di poter riuscire a controllare la situazione. Loro però non avevano idea di cosa potesse fare, non avevano idea che quella ancora era una lieve brezza in confronto alla bufera che si sarebbe scatenata ben presto.

Ancora poco, ancora poco e finalmente i due Miraculous più potenti sarebbero stati nelle sue mani e a quel punto ottenere gli altri sarebbe stato un gioco da ragazzi.

Makohon Saga _ Amore A VersaillesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora