L'abbandono

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21 Luglio 1789

Arno la osservava concludere il suo bicchiere di vino, comodamente seduto sul divano, riusciva a vedere ancora l'imbarazzo sulle sue guance, nonostante negli ultimi mesi avesse posato spesso quello sguardo su di lei. Vide una goccia porpora sfuggire ai suoi sorsi e scivolare lungo il mento: la seguì con gli occhi finché non sparì nella scollatura del suo corsetto, facendogli pulsare violentemente il desiderio.

Lei posò il calice sul tavolo guardandolo ancora nervosamente, come se la timidezza le impedisse di avvicinarsi e questo lo fece sorridere.

«È incredibile come la tua grinta sparisca non appena capisci che voglio fare ses...»

«Arno!» lo fermò lei, esclamando il suo disappunto.

A quel suo sguardo irritato, lui scoppiò a ridere divertito, per poi alzarsi e raggiungerla, assumendo all'improvviso un'aria serissima: sembrava quasi che i suoi occhi la vedessero per la prima volta.

«Non cambiare mai Juliette, sei meravigliosa come sei!» le disse spostandole un boccolo dalla tempia, per poi metterle quella stessa mano dietro il collo e spingerla contro le sue labbra, mentre l'altra la prendeva per la vita.

Presa da quell'impeto di passione che li avvolgeva sempre, non appena incrociava le sue labbra, quello stesso impeto che l'aveva presa prima nel corridoio, gli avvolse le braccia attorno al collo, avvinghiandosi a lui ancora di più.

In qualche modo che lei nemmeno comprese, troppo presa dai suoi baci, lui la spinse corto il divanetto e la buttò sui cuscini, con una frenesia quasi animalesca, mettendosi poi a cavalcioni su di lei, senza però mai staccarsi dalle sue labbra. Persino quando iniziò a muovere le dita verso il suo corsetto, sciogliendole i lacci che le imprigionavano il seno, le sue labbra e la sua lingua non volevano lasciarla.

La giovane donna però non voleva essere da meno, iniziando sbottonare freneticamente la giacca e la camicia del suo amante. Non appena il suo torace fu libero dalla stoffa pregiata della divisa, posò i palmi su di esso, sfiorando finalmente i suoi addominali e i suoi pettorali scolpiti.

Il contatto con le sue mani leggermente fredde, gli diede un brivido che lo costrinse a fermarsi qualche secondo emettendo un sospiro eccitato, poi finalmente anche lui liberò la sua compagna dalla morsa del corsetto, lasciando che le sue forme si esponessero a lui. Ben presto anche le sue mani furono occupate e riempite da quel seno sodo e perfetto.

Non passò molto che Juliette, tra un sospiro e l'altro, tra un bacio e l'altro, si ritrovò completamente nuda, sdraiata sul divanetto e con il capitano sopra di lei, anch'egli privo di ogni tipo di indumento.

Non appena accadde emise un sospiro eccitato. Forse era la tensione di quei giorni o il periodo di convalescenza appena superato, o ancora il fatto che non avevano avuto un rapporto di quel genere da parecchio tempo, ma le sembrò quasi come la prima volta.

Per Arno la cosa non era tanto diversa, ritrovarla accogliente e pronta come la ricordava lo fece sentire coccolato e al sicuro. In quel momento non gli importava di nulla: mon gli importava della rivoluzione, del re, né di Parigi o tanto meno del popolo che li odiava. Sì forse era egoistico, forse passato quell'attimo di folle amore passionale tutta l'ansia, l'angoscia e il dovere sarebbero tornati ad assillarlo, ma adesso c'era solo lei. Lei e la sua pelle nivea, lei e le sue curve perfette, lei e le sue guance rosse come le fragole mature, lei e i suoi capelli castani, lei e i suoi occhi color del miele.

Quando arrivarono al culmine, lo fecero insieme e subito dopo rimasero lì, fermi, l'uno sull'altra, ancora abbracciati, ancora congiunti.

«Vorrei stare così, qui con te, per sempre.» disse il giovane con un tono quasi malinconico, affondando il viso sul suo petto nudo, lei allora allungò le braccia e iniziò a passare le dita sui suoi lunghi e morbidi capelli corvini.

Makohon Saga _ Amore A VersaillesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora