10 Luglio 1789
Arno l'afferrò dai fianchi e la baciò con passione.
Era ormai da quasi due mesi che tutto quello accadeva: due mesi da quando entrambi avevano scoperto le reciproche identità, due mesi da quando avevano appurato di non poter star separati più di una settimana o poco più, due mesi da quando si erano resi conto di non poter stare nello stesso luogo senza essere travolti da una passione quasi morbosa. A meno che gli incontri non riguardavano il loro dovere da eroi protettori di Parigi, allora in quel caso trattenevano i bollenti spiriti, concentrandosi sul loro obbiettivo, anche se i loro incontri con Comt Ténèbre si erano decisamente ridotti in quei mesi, come se il loro sconosciuto nemico si stesse preparando a qualcosa di più grande.
A lui in quel momento però non importava:non gli importava dei complotti del loro nemico, di cosa avrebbe pensato suo padre che era nuovamente partito per contattare alcuni reggimenti stranieri sempre al servizio del re, non gli importava nemmeno delle proteste sommesse e insicure di Juliette che insisteva sul fatto che quello non fosse affatto il posto adatto per fare una cosa del genere.
«Arno...»
Lui sorrise contro le sue labbra, mentre con mano esperta le slacciava i fili dorati dell'adrienne blu notte che indossava quel giorno.
«Arno seriamente... Questi sono gli appartamenti riservati alle dame reali, non credo possiamo...»
«Madame Adelaïde è in viaggio a Marsiglia per andare a trovare un conoscente, non tornerà prima di domani.» la zittì lui facendo finalmente scivolare l'intero e ingombrante vestito ai suoi piedi.
Si arrese a lui, come aveva fatto negli ultimi mesi tutte le volte che si erano ritrovati in una situazione simile: d'altronde per quale motivo doveva resistere se il suo cuore, i suoi istinti, la sua stessa essenza la spingevano a lasciarsi andare.
Allungò le dita verso la giacca della divisa pronta a sfilare ogni singolo bottone dalla propria asola.
«Mi piace quando cambi idea in fretta.» disse lui con un sorriso compiaciuto.
Gli sfilò velocemente giacca e camicia e rimase per qualche secondo ad ammirare il suo fisico perfetto e definito. Allungò nuovamente le mani e cominciò ad accarezzarlo, proprio come lui stava facendo con lei già da qualche minuto.
Le tolse la sottoveste con la sua solita destrezza e non appena iniziò a percepire le sue mani calde sfiorarle il corpo ebbe un brivido.
Proprio come aveva fatto la loro prima volta, la prese di peso e la adagiò sul letto a baldacchino che si trovava proprio al centro dell'enorme camera che avevano clandestinamente occupato.
Il capitano si sistemò al suo fianco e riprese ad accarezzarla, adorava sentirla fremere sotto il suo tocco, sentire il suo corpo reagire ad ogni sua mossa e adattarsi a lui. Inoltre i suoi movimenti non erano più incerti e timidi come le prime volte e spesso non solo si abbandonava più facilmente a lui, ma prendeva anche l'iniziativa. Non ci volle molto prima che accadesse anche quella volta, la vide allungare le mani verso la cinta, che ancora gli teneva i pantaloni stretti in vita, e con un paio di movimenti veloci fu anche lui privo di ogni indumento.
Si posizionò sopra di lui e riprese a baciarlo, con una passione che ormai conosceva e che sapeva aveva mostrato solo a lui e a nessun altro.
Quando si unirono, fu come farlo per la prima volta talmente era travolto e coinvolto dalle emozioni. La afferrò per i fianchi e dopo un paio di spinte la ribaltò sul materasso, invertendo le posizioni.
«Non le permetto di prendere il comando mademoiselle, – disse ironicamente lui – si ricordi che sono io il capitano.»
«Ai suoi ordini capitano.» rispose lei, sorridendo divertita.
Poco dopo erano nuovamente uno di fianco all'altra, abbracciati.
«Non dovremmo andare?» chiese la ragazza, giocando con una ciocca di capelli corvini di lui che sciolti gli cadevano lungo il viso sfiorandogli appena le spalle.
«E perché? La festa è ancora nel pieno là fuori, fidati nessuno verrà a cercarci.» rispose lui divertito.
«Quante volte?» chiese nuovamente lei, il suo tono ora pareva quasi scocciato.
«Quante volte, cosa?»
«Quante volte sei venuto in uno degli appartamenti delle dame di corte con una donna?» il suo tono ora era veramente irritato, come se le costasse una fatica immensa chiederlo, perché già immaginava la risposta.
«Non credo tu voglia saperlo...» rispose lui, accarezzandole la guancia, come nel tentativo di scusarsi in qualche modo.
Lei sbuffò: le pesava davvero quella cosa, nonostante sapesse che ormai c'era solo lei e che non poteva cambiare il passato. Lui probabilmente notò il suo disagio, perché la accarezzò di nuovo regalandole un bellissimo sorriso.
«Non mi sono mai sentito così bene con nessun'altra Juliette, tu mi completi e questa è una cosa che non mi è mai successa con nessun'altra...»
Juliette sentì il cuore colmarsi di gioia e stava per rispondergli, quando una vocetta dall'angolo della stanza la precedette.
«Oddio sto per vomitare...»
Arno alzò gli occhi al cielo per poi lanciare uno sguardo di fuoco al nuovo interlocutore, decisamente indesiderato, mentre qualcun altro già lo rimproverava.
«Plagg, smettila!» disse la kwami della coccinella.
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Makohon Saga _ Amore A Versailles
FanficJuliette e Arno sono i due portatori dei Miraculous della Coccinella e del Gatto Nero. Lei è una nobildonna di buone origini, lui il capitano dei moschettieri del re. Durante la loro battaglia contro Comt Ténèbre e l'imminente rivoluzione francese...