14 Luglio 1789
Arno era stravolto, il giorno prima aveva passato tutto il tempo alla porta e aveva riposato solo quattro ore in una delle brande che erano state allestite nell'accampamento provvisorio all'interno di Parigi.
Fu svegliato dal vociare concitato dei suoi sottoposti che cercavano di decidere se era il caso di spostarsi di nuovo oppure no. Il fatto era che la protesta sembrava essersi spostata nuovamente, o meglio, era ormai talmente estesa che l'esercito si era dovuto suddividere in vari plotoni, nel tentativo di sedarle tutte.
La cosa che però preoccupava di più il giovane capitano era il cielo, che ormai da più di diciotto ore era di quell'inquietante colore violaceo. Tanto che persino i suoi commilitoni avevano iniziato a notarlo, ma, non sapendo decifrare quel messaggio, l'avevano attribuito al fumo dei vari incendi e dell'uso prolungato delle armi.
Ciò che invece impensieriva lui, era la durata così prolungata della presenza di Comt Ténèbre. Era impossibile che Juliette non si fosse accorta di niente, perciò le alternative erano due: o qualcosa di davvero urgente le impediva di intervenire, o le era successo qualcosa; e l'incombente peso di quella seconda possibilità lo inquietava come non mai.
Per questo motivo aveva dato un paio di ordini ai suoi sottoposti su come muoversi, rassicurandoli che li avrebbe raggiunti presto, per poi dirigersi a Villa Ponthieu, per assicurarsi che stesse bene.
Nonostante la stanchezza perciò, arrivò di fronte all'enorme cancello, sempre aperto, bussando poi al portone.
Fu la domestica bionda ad aprirgli la porta e, non appena la vide, il terrore che fosse successo qualcosa s'insinuò in lui come un veleno mortale. La donna aveva gli occhi rossi e gonfi dal pianto e il respiro affannato, tanto che non appena parlò, prima ancora che lui chiedesse qualcosa, percepì il suo tentativo di trattenere i singhiozzi che ancora la tormentavano.
«Capitano... Per fortuna è qui...» disse.
«Cosa è successo?» chiese il giovane, cercando di mantenere un tono autoritario e il più tranquillo possibile, nonostante sentisse il suo cuore martellare frenetico.
«Si tratta di mademoiselle Ponthieu... È sparita... Ieri pomeriggio è andata a comprare il pane e non è più tornata... Io glielo avevo detto di stare tranquilla a casa, che sarei andata io... Ma lei ha insistito...»
«Si calmi...» disse Arno, cercando di placare la parlantina nervosa della domestica.
«Cosa le sarà successo...? E se qualcuno dei civili che protestano le avesse fatto del male...?» continuò a lei imperterrita.
«Sono sicuro che starà bene...» rispose nuovamente lui, ma si rendeva conto che ormai il suo tono di voce era tutt'altro che tranquillo.
«La prego capitano... La trovi...» lo supplicò lei, aggrappandosi alla sua giacca.
«Non si preoccupi. – disse cercando di riprendere un po' di contegno, in modo che la donna potesse calmarsi – Ora ci penso io. Lei torni in casa e stia tranquilla.» e subito, la bionda rispose con un cenno di testa, singhiozzando un grazie.
Non appena fu di nuovo libero e solo il giovane scostò la giacca dal petto e si rivolse il suo compagno.
«Plagg, dobbiamo trovarla...»
«Sì sì... Lo so già... Dobbiamo salvare la tua bella...» lo prese in giro e piccolo kwami con tono annoiato.
«Non è il momento di scherzare... Plagg, trasformami!»
Quando si ritrovò nei panni di Chat Noir non ci pensò due volte e con un balzo si aggrappò al balcone della villa, per poi salire sul tetto. Non aveva la minima idea di dove fosse, ma di una cosa era certo, l'avrebbe trovata a qualsiasi costo, gli bastava calmarsi e concentrarsi.
La nebbia di Comt Ténèbre era apparsa il giorno precedente nel primo pomeriggio. Questo voleva dire che il loro nemico aveva approfittato di una qualche rivolta avvenuta in quel momento e, visto che Juliette era sparita più o meno nello stesso lasso di tempo, sicuramente era andata a cercare da sola il posseduto o i posseduti. Sicuramente non era alle porte visto che le rivolte e gli incendi agli ingressi di Parigi erano iniziati di mattina.
Ripensò a tutte le missive che gli erano arrivate nell'arco della serata del giorno prima, con i rapporti dei vari plotoni sparsi per tutta la città, cercando di ricordarsi se c'era stato qualcuno che aveva comunicato una protesta nel primo pomeriggio. Poi finalmente arrivò, come fulmine: il convento Saint-Lazar.
Prese in mano il suo bastone in metallo e dopo averlo allungato, cominciò a saltare da un tetto all'altro.
Arrivò sul posto talmente velocemente che quasi era rimasto senza fiato per la corsa.
«Arno! Per fortuna sei qui!» esclamò la kwami coccinella volandogli di fronte.
«Plagg... detrasformami...» chiese semplicemente lui, facendo uscire anche la creatura nera.
Tutti e tre si avvicinarono al corpo esanime della portatrice del Miraculous della fortuna.
«Juliette... Apri gli occhi... Ti prego... Sono qui...» sentiva le lacrime pungergli gli occhi, era da ormai dieci anni che non piangeva, ma il terrore di non rivedere più quegli occhi color del miele aveva fatto tornare in lui quell'orribile sensazione.
«Ha tentato di purificarli?» chiese Plagg, rivolgendosi alla sua simile.
«Sì, ma erano quindici... Credo sia arrivata al limite...» rispose lei.
Era parecchio scossa, era evidente: d'altronde se lei era sparita seriamente dal pomeriggio prima, avevano passato tutta la notte su quel tetto. Nonostante tutto continuava a discutere con il kwami nero, sotto lo sguardo attento di Arno che ancora teneva la ragazza tra le braccia.
Poi, dopo un paio di minuti, si avvicinarono di più al corpo privo di sensi e allungarono le loro strane zampette verso di lei, poggiandole sulla sua fronte. Non appena lo fecero, entrambi s'illuminarono del loro rispettivo colore.
Il tutto durò un tempo che al giovane capitano parve tantissimo, nonostante fossero non più di dieci minuti.
Il suo cuore sembrò riprendere a battere solo quando la vide riaprire gli occhi.
«Mon coeur, non sai quanto mi hai fatto preoccupare.» disse in un soffio, percependo una lacrima rigargli la guancia.
Una sola, sfuggita al suo autocontrollo, ma che non sfuggì a lei che, con un dolcissimo sorriso, come se non fosse successo niente, allungò le dita verso il suo viso, catturandola.
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Makohon Saga _ Amore A Versailles
FanfictionJuliette e Arno sono i due portatori dei Miraculous della Coccinella e del Gatto Nero. Lei è una nobildonna di buone origini, lui il capitano dei moschettieri del re. Durante la loro battaglia contro Comt Ténèbre e l'imminente rivoluzione francese...