La mattina dopo, Alyssa darebbe di tutto per rimanere dentro al letto. Ma sa che non può, non può abbattersi e buttarsi giù. Non di nuovo. Accende il cellulare. Pochi messaggi sono presenti, e la maggior parte sono tutti del gruppo WhatsApp della sua band, i The Rain Blood. Lo ha sempre trovato un po’ ridicolo, ma alla gente piace, e basta questo.
Fra tre giorni ricomincerà la scuola. Penultimo anno. Almeno, non ha gli esami. L’unico lato positivo in quel mucchio enorme di merda che, tradotto in parole povere, sarebbe la sua vita.
Manda un messaggio ai ragazzi, dicendo di essere al locale alle 18:00. Bisognava essere puntuali e far durare le prove almeno un’ora e mezza, l’esatta durata del concerto. Avrebbero avuto anche mezz’ora di pausa. Alyssa sospira. Sa che i suoi ritmi sono un po’ pesanti, ma devono essere perfetti per il pubblico, se vogliono guadagnare qualche soldo. Soprattutto lei.
Lei è la colonna portante della band. Canta e suona la chitarra. Anche Michael suona, ma con due chitarre è più bello, potente quello che esce fuori. Tutti amano la sua voce. Il locale dove si esibiscono quasi sempre, Luke’s, è il locale più in della città. I loro compagni di scuola ci vanno molto raramente, perciò non sanno delle loro esibizioni. O meglio, sanno che Rosie suona il basso, Michael la chitarra e Lucien la batteria. Ma non sanno chi è la cantante. Scoppierebbero a riderle in faccia, sicuro.
La rossa scuote la testa. Deve liberarsi da quei pensieri, se vuole eccellere nell’ultima esibizione prima della scuola. Poi, non avranno più tutto questo tempo per suonare e provare.
-
«E anche oggi abbiamo vinto noi!» Il concerto si è concluso da poco, circa un quarto d’ora. Sono stati bravissimi, e hanno guadagnato anche più del solito. Lucien si siede sul divanetto della sala. «Mi sento felice» sussurra, sorridendo sornione.
«Ragazzi, mi dispiace interrompere il vostro momento di relax, ma dovrei presentarvi una persona» Michael si fa avanti. Nell’ombra dietro di lui, Alyssa nota un ragazzo, davvero alto.
«Oh, stai parlando del tuo amico canadese? Quello che canta?»
«Sì, Rosie, e si chiama Shawn. Sai, ha un nome»
Rosie mette il broncio. Alyssa scuote la testa, sbuffando. Non la sopporta. Le labbra, colorate da un rossetto rosa shocking, sono piegate verso il basso. Le ciglia, che peseranno cinque chili soltanto per la quantità di mascara presente, continuano a sbattere velocemente.
«Bene, ragazzi, lui è Shawn Mendes! Entra, vieni pure»
«Ciao»
Una voce calda, dolce e profonda fa alzare lo sguardo ad Alyssa. I suoi occhi azzurri si puntano in quelli del colore del cioccolato di Shawn Mendes. Il ragazzo più bello che lei abbia mai visto.
«Ciao, Shawn! Io sono Rosie Miller, piacere mio!» Come al solito, Rosie inizia a flirtare con lui. «Ha già iniziato?» Lucien si avvicina ad Alyssa, con aria divertita. Lei si scansa leggermente. «Rosie ci prova con qualunque cosa respiri» Lucien ridacchia. «Oh, Alyssa, sei fantastica!»
Alyssa si allontana. Non vuole che Shawn si avvicini più del dovuto. A dirla così, sembra che lei sia una pazza con la fobia delle persone, tipo nei film, no? Invece ha solo paura. Quel ragazzo le sembra troppo, troppo bravo a squadrarla. Il fatto è che le ha già visto l’anima con un semplice sguardo.
«E tu chi saresti? La famosa cantante dei The Rain Blood?»
Come non detto.
«No, ovvio che no»
«Sei sarcastica?»
«Il sarcasmo è la mia unica difesa, ragazzo canadese»
«Lasciala perdere, Shawn. È particolare, sai?»
«Zitto, Mickey Mouse!»
Shawn scoppia a ridere, guardando prima Michael, e poi Alyssa. «Com’è che ti ha chiamato?» Michael sbuffa, incrociando le braccia. «Mickey Mouse, hai sentito bene» dice il moro, mantenendo il broncio.
«Bene, ragazzo canadese, è stato un piacere. Devo andare»
«Oh, no, riccioli rossi! Non vale»
«Non vale cosa?»
«Tu sai il mio nome, ma io non so il tuo. Come ti chiami?»
«Non sono affari tuoi»
Alyssa comincia a raccattare le sue cose, e le chiavi della moto le scivolano dalle mani. «Merda!» Imprecare non è mai stato un optional, per lei. Shawn ridacchia, e si avvicina.
«Non mi toccare»
«Cos’hai, paura delle persone?»
«Ma smettila»
«Le tue chiavi, riccioli rossi»
Alyssa torna indietro, e, in punta di piedi, afferra per il rotto della cuffia le chiavi dalle mani di Shawn, che le aveva messe leggermente più in alto dalla sua portata.
«Non sei simpatico»
«Non mi conosci, riccioli rossi!»
«E non voglio farlo, Mendes»
«Io sì, però»
«Non te lo consiglio»
«Perché no?»
«Hai scelto la persona sbagliata da conoscere»
La rossa volta le spalle a Shawn, e se ne va. Non le importa se dovrebbe chiudere lei la sala, possono fare a meno di lei per una volta.
Non sa cosa le è preso. Shawn la attira, e anche molto. Ma non sa se si sente pronta per innamorarsi. Ha paura di stare male ancora. Ha paura, sul serio. L’ultima volta che si è sentita così è stata quando i medici, in ospedale, le dissero che la sua famiglia se n’era andata per sempre. Aveva paura, perché era da sola.
Sale sulla moto, di nuovo. «Aspetta, riccioli rossi!» Si volta. Grosso errore. Shawn Mendes le sta correndo incontro. Lei accende il motore. «Cosa vuoi, Mendes?» Lui la raggiunge, con il fiatone. Fa ancora caldo, gli ultimi residui d’estate.
«Voglio sapere almeno il tuo nome»
«Perché ti interessa così tanto?»
«Ti prego, riccioli rossi!»
Ormai la voce di Shawn cerca di sovrastare il rumore del motore. Lei la spegne. Per un attimo, Alyssa perde lucidità. Ricorda ancora quel momento. Suo fratello, Bradley, urlarle di rimanere in vita. Lui la chiamava sempre riccioli rossi.
«Riccioli rossi, stai bene?»
«Non mi chiamare così!»
Le lacrime iniziano a sgorgare, copiose. Non vorrebbe piangere. Non davanti a lui.
«Cosa ti succede? Perché piangi?»
«Non chiamarmi “riccioli rossi’’»
«D’accordo, ma come vuoi che ti chiami, allora?»
«Alyssa»
Poi, finalmente, parte. Si lascia alle spalle Shawn, la sua voce stupenda e i suoi occhi magnetici. Non può farne a meno, ma allo stesso tempo vorrebbe solo evitarlo.
«Shawn Mendes, cosa mi hai fatto?» Si ripete, fino a casa. Quando entra, chiude la porta e si accascia su di essa. Non sa quasi nulla di quel ragazzo, eppure sente qualcosa.
Qualcosa di nuovo, mai sentito prima. Una scintilla. Dentro di sé. È così il colpo di fulmine, quindi? È davvero così?
Non mi sono innamorata, continua a ripetersi, cercando di crederci. Ma il fatto è che, a volte, diciamo a noi stessi le cose che abbiamo bisogno di sentire. E lei, in quel momento, aveva bisogno di sentirsi dire che non si era innamorata.
STAI LEGGENDO
Bad Reputation || Shawn Mendes
FanfictionOdiosa, arrogante, insopportabile. Queste sono le parole perfette per descrivere Alyssa Ryley, che, a 17 anni, vive da sola dopo che un tragico incidente le ha portato via entrambi i genitori. A scuola, si è creata una cattiva reputazione. Per i suo...