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«Mi sento meglio. Non l'ho mai affrontato così, diretto, da soli. È stato un qualcosa di meraviglioso, liberatorio. Dico sul serio».

Alyssa è di nuovo dalla psicologa. Ha ripreso l'abitudine di andarci, e Micheal apprezza questa sua decisione. Ricorda ancora il suo primo incontro: aveva appena 13 anni, i suoi erano morti da nemmeno un mese. Era fragile. Come lo è adesso. Solo che adesso è cresciuta, è maturata. Così come i suoi mostri.

«Mi fa piacere saperlo, Alyssa» La dottoressa O'Leary sorride, e riordina un paio di moduli sulla sua scrivania. «C'è stato qualcosa, detto da lui, che ti ha lasciata particolarmente turbata, o, non lo so, di stucco?» continua la donna, con tono gentile.

Alyssa esita per un momento. Sì, qualcosa c'è stato. «Ha detto che mi ama ancora» Alza le spalle, in segno di curiosità. «Penso che l'abbia detto per farmi cedere, so che desidera un'ultima possibilità da parte mia»

«E tu? Tu hai intenzione di concedergliela?»

«No, assolutamente. E poi, ora ho Shawn. Lui è così dolce e gentile...»

«Oh, sì, il giovane e bello Shawn! Cosa mi dici di lui?».

Alyssa sente il viso andare in fiamme. Ogni volta che sente il nome di Shawn, vorrebbe mettersi a ballare dalla felicità, perché è questo l'effetto che lui le fa: tanta, tanta felicità. La fa sentire in paradiso, al settimo cielo. La fa sentire nel nirvana, lo stato di felicità assoluta della cultura buddista.

«Beh, ecco... Mi ha accompagnata lui. Però è rimasto in macchina, l'ho pregato io di farlo»

«Interessante. Cosa ti ha detto, dopo?».

Alyssa aggrotta un sopracciglio. La dottoressa O'Leary trova ogni singola cosa interessante. È un po' buffo. O no? «Niente. Gli ho raccontato tutto quanto. Mi ha abbracciata e basta» Alyssa decide di tralasciare quella parte, dove lei ha quasi detto "ti amo" a Shawn, e dove lui le ha chiesto la verità. È una cosa troppo intima, le dà fastidio che O'Leary possa trovarla "interessante". Per lei sarebbe interessante anche il vomito di un bambino piccolo.

«Sono molto contenta per te, Alyssa. Ti meriti di avere una persona così al tuo fianco. Te lo meriti, davvero»

«Grazie, dottoressa O'Leary».

Le parole della donna fanno sorridere Alyssa, che, sì, aveva bisogno di qualcuno come Shawn. Da sempre. Solo che è fermamente convinta che lui meriti di meglio.

-

Qualche giorno dopo, un nuvoloso sabato pomeriggio, i ragazzi della band sono riuniti nel garage di casa King, dopo aver finalmente tirato fuori di nuovo i loro strumenti musicali.

Non hanno niente da fare, il tempo è troppo incerto per uscire a farsi una passeggiata, e quindi hanno deciso di suonare qualcosa, per puro divertimento. Perché no?

«Ragazzi, cosa possiamo suonare?» Michael pone la domanda al gruppo, passandosi una mano fra i capelli. «Fino adesso abbiamo suonato soltanto brani degli Imagine Dragons, o comunque cos'è troppo pesanti» Alyssa sorride. «Mickey Mouse, siamo una band punk rock, non possiamo suonare Beethoven!» Ridono tutti, Michael compreso.

«Certo, ci mancherebbe! Dico solo, abbiamo qualcosa di più leggero? Ho le orecchie distrutte!» Alyssa fruga nelle tasche dei jeans, finché non tira fuori un pezzo di carta malconcio. «Ho questa» Lucien, con aria interrogativa, si avvicina, per vedere meglio. «Cos'è?» chiede, all'unisono con Michael. Shawn non parla molto, invece.

«L'ho trovata giorni fa. Per strada. Assurdo, vero? L'unico problema è che non so come va suonata, interpretata, a chi è dedicata. Non so nemmeno l'autore» Alyssa alza le spalle, con aria un po' dispiaciuta. Michael, incuriosito, le pone questa domanda: «Come si intitola?».

Bad Reputation || Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora