Capitolo 7

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Capitolo 7.

Louis

Stamattina il risveglio è stato più duro del solito, la colpa sicuramente va attribuita al fatto che ho passato gran parte della nottata a cercare informazioni su Josh. Ho spulciato ogni tipo di social network, ogni singolo profilo appartenente ai miei ex compagni si scuola, o a quelli che Josh aveva identificato come suoi amici, senza alcun risultato. Josh sembra essere scomparso dalla faccia della terra, la sua sparizione farebbe invidia ai desaparecidos dell’Argentina rivoluzionaria. Ad un certo punto ho anche pensato di telefonare ad El, ma poi quando ho visto quel quattro luminoso impresso sul display retina del mio telefonino, ho capito che era ora di spegnere computer e cervello e mettersi a dormire, almeno fino a che non fosse suonata la sveglia per informarmi che un'altra giornata sarebbe iniziata.

Assistere alle prime tre ore di lezione è stato decisamente estenuante, per non parlare del compito a sorpresa al quale siamo stati sottoposti alla quarta ora dalla docente di chimica, grandioso, davvero.

Non ho mai amato l’ora di pranzo come in questo momento. Faccio per sedermi al mio solito tavolo, quando a pochi metri da me, intravedo la chioma riccioluta di, quello che ormai so essere Harry. Oggi non c’è il biondino a tenergli compagnia durante la pausa, e lui se ne sta da solo a osservare il suo piatto, contenente una banana, alcune polpette di carne e una bottiglietta d’acqua, non sembra intenzionato a mangiare nessuna delle cose che ha davanti, comunque.

“Hey” non ho idea del perché mi sia avvicinato al suo tavolo, ne tanto meno perché mi stia sedendo di fronte a lui mentre lo saluto con un –Hey- accompagnato da un sorriso.

“Ciao” a lui non sembra dispiacere comunque, anzi sono quasi del tutto certo che sia rimasto piacevolmente sorpreso da questo mio inaspettato gesto, inaspettato per entrambi.

“Allora, come mai tutto solo?” chiedo, per stemperare la tensione che si è venuta a creare dopo i nostri reciproci saluti, lui continua a fissarmi e si morde inconsciamente il labbro inferiore, come se questo fosse un gesto che compie inconsapevolmente, per abitudine, chissà se lo fa sempre, o solo quando è nervoso. Perché è facilmente deducibile il suo stato di inquietudine, visto il modo in cui ha iniziato a giocare con le sue pellicine e il modo in cui la sua gamba ha iniziato a ballare febbrilmente sotto il tavolino.

“Niall è in Irlanda, suo fratello, che abita li è appena diventato padre, e così è andato a conoscere suo nipote, non tornerà prima di mercoledì” condisce il tutto con un flebile sorriso che però è abbastanza per far spuntare una piccola fossetta sul lato sinistro del suo viso da perenne bambino. È incredibile come nonostante la sua età, continui a sembrare sempre un sedicenne appena entrato nella pubertà. Se non sbaglio, è un anno avanti a me, eppure, il più grande a guardarci da fuori sembrerei io.

“Congratulazioni, per il tuo amico” rispondo sinceramente mentre non posso fare a meno di ricambiare il suo sorriso, inizio a rendermi conto che la metà del tempo che passo insieme ad Harry, la impiego a sorridere. A pensarci bene, è anche il solo momento in cui mi permetto di farlo, non ho molto per cui sorridere ultimamente.

“Ti ringrazio” risponde annuendo, mentre inizia a sbucciare la banana che prima giaceva dimenticata sul vassoio di fronte a lui.

“Non ho mai visto nessuno sbucciare una banana al contrario” dico senza quasi pensarci, sono semplicemente curioso.

“Mh, non credo ci sia un modo giusto o sbagliato di sbucciare una banana non credi?” e lo vedo iniziare a diventare rosso fino all’inverosimile, mentre si rende conto da solo dell’ambiguità della sua frase. Come siamo finiti a parlare del modo in cui si sbuccia una banana comunque?

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