Capitolo 5

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Capitolo 5.

Harry

Sono passati due giorni dalla mia uscita insieme a Louis. Due giorni in cui non abbiamo fatto altro che scambiarci pochi sguardi, pochi da parte sua perlomeno, e giusto i convenevoli saluti ad inizio e fine lezione. Immagino che nonostante la piacevole serata passata al pub, lui non abbia alcuna voglia di approfondire la nostra conoscenza, mentre io dal canto contrario, non ho fatto altro che pensare a lui per tutto il tempo da quando ci siamo salutati sotto casa mia quella sera. È strano, ma non in senso negativo, è una sensazione piacevole quella che sento, mi fa sentire vivo. Prima non sentivo nulla, l’apatia più completa, mentre ora sento qualcosa smuoversi dentro di me qualcosa in continua evoluzione, non saprei dire di preciso di che emozione si tratta, credo piuttosto che sia un groviglio di emozioni differenti, e tutte innescate solo dalla mia uscita insieme a Louis. L’essermi avvicinato a lui, mi ha reso come Icaro nei confronti del sole, solo più desideroso di averne di più, fino a scottarmi. E stranamente questo non mi fa paura, anzi, mi affascina a tal punto che il solo pensiero di bruciarmi, a causa di Louis mi fa venir voglia di sorridere, il che è strano, perché io non sorrido mai, tanto meno per qualcosa di così sconosciuto e pericoloso. Eppure è proprio questo ciò che più mi attrae di lui, il suo essere così distante, così scostante nei confronti di tutti quelli che gli stanno in torno. Credo che Louis abbia tante cose da dire, semplicemente non voglia condividerle con i ragazzi o le ragazze qui a scuola, penso che forse, anzi, sicuramente, abbia qualcuno, qualcuno di veramente importante, detentore di tutta la sua fiducia, conoscitore di ogni sua piccola paura, di ogni suo più grande sogno, è questo secondo me il motivo per cui non è interessato a nessuno qui, perché ha già con chi condividere se stesso, e questo per quanto bello possa essere, mi infonde una strana malinconia addosso, forse perché vorrei poter essere io quella persona. È stupido, dannatamente stupido, perché io sono già quella persona, quella che conosce segreti e sogni nascosti nel profondo. Solo che non lo sono per Louis, la persona che si abbandona a me che si affida totalmente a me, è Zayn. Zayn, che se solo potesse immaginare la metà delle cose che penso e sento quando guardo il profilo quasi androgino di Louis, probabilmente si sfalderebbe in mille e più pezzi. Ed è triste pensare che Louis mi provochi una marea di emozioni, mentre Zayn al contrario me ne generi solo una, senso di colpa.

“Ciao amico, tutto bene?”

Ero così assorto nei miei pensieri, preso totalmente dalle movenze quasi femminee di Louis, seduto al tavolo di fronte al mio in sala mensa, che ovviamente non mi sono nemmeno accorto che Niall sia arrivato a sedersi di fianco a me.

“Si, si certo tutto ok biondo, che si dice?”

“Le solite cose, tu piuttosto ne hai ancora per molto?” chiede con fare altezzoso, quasi stizzito oserei dire.

“Di che stai parlando?” perché seriamente non ho idea di che stia farneticando.

“Tomlinson.” Diretto, doloroso quasi, ma perfettamente corretto.

“Ho notato che lo fissi da quando sono andato a fare la fila per il pranzo, e lo fissavi anche durante matematica, storia.. e sicuramente se avessi lezione con voi due anche per letteratura ti avrei beccato a fissarlo anche li”

La sua voce è calma, ma decisamente controllata. Lo sento, e soprattutto lo leggo nei suoi occhi, ha una voglia irrefrenabile di sapere, di chiedere, di avere risposte, da parte mia. Solo non sa che le stesse risposte che cerca lui, le cerco anch’io. Non ho idea di quello che mi sia capitato, so solo che il mio guscio ora è pieno di crepe, e che se solo Louis volesse, lo farebbe cadere solo sfiorandolo con la punta delle dita.

“Non lo so Ni, sai a dire il vero sono un po’ deluso.. speravo che dopo l’altra sera ci saremmo potuti risentire, oh almeno che avessimo intrapreso una qualche conversazione qui a scuola, ma credo che a lui non importi” sbuffo semplicemente continuando a tenere lo sguardo fisso su Louis, che adesso sta digitando qualcosa sul suo telefonino prima di riporlo nella tasca del pantalone rosso che indossa. Quasi per riflesso, mi porto la mano a tastare il mio telefono incastrato sotto il tessuto del jeans scuro che indosso, ma no, nessuna vibrazione.

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