Capitolo 16.
Harry
La stazione è piena di gente nonostante siano le sette di sera. Il biglietto del treno che ho comprato poco fa sembra bruciare dentro la tasca dei miei jeans sdruciti e freddi. Che diamine ma pensare di accendere i riscaldamenti con la neve che c’è fuori no?
Sospiro rassegnato mentre il controllore oblitera il mio biglietto e mi faccio strada lungo il vagone della sezione economy. Ho risposto negativamente quando mi ha chiesto se avevo dei bagagli da imbarcare. Dopo la telefonata di Nick sono praticamente corso a casa, giusto il tempo di prendere qualche banconota e lasciare un misero post it sul frigo per informare mia madre che sarei andato a trovare Gemma. Immagino già la smorfia di disgusto sul suo viso quando avrà letto il nome della mia splendida sorellina. Sembra passata una vita da quando sono salito su un treno con destinazione Manchester, con destinazione Gemma.
La telefonata di Nick mi ha lasciato l’amaro in bocca, e nemmeno il ricordo delle labbra di Louis è riuscito a mandarlo via. Louis.
Chissà che sta facendo ora, probabilmente starà scopando con quel suo ragazzo tinto, completamente ignaro del fatto che questo treno mi sta portando velocemente lontano da Londra e da lui.
Non riesco a credere alla frase con cui mi ha lasciato. Non posso permettermi di farlo. Sperare significherebbe illudermi, e so già come andrà a finire questa storia. Lui si scuserà, ma mi dirà che non può mandare all’aria la sua relazione per me. Perché in fondo è così che succede, nessuno resta mai per me. Solo Nick. Che poi che diavolo ci fa a Manchester? E soprattutto come ha fatto a farsi ammettere nella stanza di Gemma, per quanto ne ho sempre saputo, mia madre ha espressamente vietato le visite a chiunque al di fuori di me e lei, non sia mai che qualcuno potesse vedere lo stato in cui versa la figlia della donna perfetta. Perfetta un cazzo.
Sbuffo contrariato mentre mi accoccolo meglio sul sedile del treno che corre a una velocità impressionante. Ho sempre adorato viaggiare. Il mondo intorno a me si muove, cambia, mentre io resto immobile a osservarlo scorrere via, così come il mio tempo, che mi scivola dalle mani senza che io possa far nulla per fermarlo.
La singola vibrazione del mio cellulare, mi costringe a tirarlo fuori dalla tasca del giubbotto nel quale l’avevo abbandonato subito dopo la chiamata.
Sullo schermo lampeggia l’icona di una chiamata persa da parte di Zayn risalente ad appena dopo quella di Nick. Non mi preoccupo nemmeno di richiamarlo. Che diavolo ha da dirmi adesso? Se è il perdono quello che cerca non lo avrà di certo da me. Non ora almeno. Forse Liam si è già stancato di lui e adesso spera di trovare in me un amico con cui sparlare del ragazzo che ha abbandonato entrambi? No grazie, ho altre cose a cui pensare al momento.
M’infilo il cappuccio calcandolo sugli occhi lasciando che lo scorrere del treno mi culli in un sonno privo di sogni.
Zayn
“Porca puttana!”
Urlo esasperato lanciando letteralmente il cellulare contro il muro facendolo cadere in mille pezzi sul pavimento.
“Cazzo Zayn che diavolo combini sei impazzito?” la voce di Liam mi riprende chinandosi subito dopo a raccogliere i pezzi del mio i-phone con lo schermo ormai da buttare.
“Harry non risponde Cazzo!” urlo frustrato iniziando a camminare in tondo alla scrivania torturandomi i capelli con le mani e le labbra con i denti.
Liam se ne sta in silenzio mentre tenta di riassemblare i pezzi del mio defunto cellulare.
L’ansia mi sta corrodendo vivo. Il non riuscire a contattare Harry dopo le ultime scoperte non fa che mettermi in uno stato di ansia assurdo facendomi temere il peggio. Dio spero solo che non sia con Nick in questo momento.
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Through the Dark
Fiksi PenggemarDAL TESTO: Quando finalmente la campanella posta nell'andito al di fuori della nostra classe, annunciò il cambio dell'ora, qualcosa di totalmente inaspettato accadde. Non so dire quello che provai in quel preciso istante, né in quello subito dopo...