26.

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Sam's POV

Ho nove anni e Tommy ancora dieci.
Siamo appena scesi dal treno ma è da tutto il tragitto che Tommy non la smette di stringermi la mano.
Ci hanno portato all'interno di una struttura molto imponente, in mezzo al nulla. Non so nulla del luogo in cui ci troviamo, solo che fa molto freddo.
La stanza in cui siamo è completamente bianca, tanto da essere accecante.
Davanti a noi ci sono due ragazze e un ragazzo e ci osservano.
Il ragazzo è alto leggermente piú di Thomas, avrá uno o due anni in piú di lui. È biondo, e i suoi occhi sono freddi e azzurri.
Di fianco a lui, c'è una ragazza con i capelli castani molto ricci.
E poi ancora l'altra ragazza, anche lei sembra più grande di Thomas. Ha gli occhi azzuri come l'oceano, più dolci di quelli del ragazzo, ma comunque terrivilmente seri. I suoi capelli sono neri e la sua pelle molto chiara, è davvero bella, ed è anche la prima a rompere il silenzio avvicinandosi a noi.
"Io sono Teresa. Sono certa che lavoreremo molto bene insieme, Thomas.", dice porgendogli la mano.
La mano destra di Tommy è stretta alla mia e non la vuole lasciar andare, anche se so che sarebbe curioso di stringere quella di Teresa.
Lei se ne accorge e mi guarda.
"Tu devi essere Samantha.", cerca di sorridermi, ma non riesco a ricambiare il gesto perché le lacrime mi pizzicano gli occhi. Non credo di aver mai avuto così tanta paura.
Teresa sospira. "Aris."
Il ragazzo si avvicina e prende la mia mano libera, facendomj alzare e portandomi via da Tommy.
"Dove la porta?", chiede mio fratello.
"Purtroppo tua sorella seguirà un programma diverso."
"Che vuol dire? È mia sorella!"
"I test hanno riscontrato che non rientra nella nostra media. Lei va con tutti gli altri.", anche lui sospira. "Mi dispiace."

Una guardia entra e mi prende in braccio pur di portarmi via. Ricordo di aver pianto tanto.


Ho dodici anni e sto svolgendo lo stesso lavoro che svolgo ogni giorno, ormai da anni. Osservo risultati, questa volta dei primi test nel Labirinto A.
Scorro le facce dei ragazzi davanti a me riconoscendo alcuni dei loro volti.
"Come va?"
"Dio santo, mi hai fatto morire!"
"Suvvia, volevo solo spaventarti!", ride Hailey.
"Indietro con il lavoro, eh?"
Annuisco, sospirando. Quest'ultima è diventata la mia azione preferita negli ultimi anni.
"Nulla di nuovo mi sembra", sussurra Hailey rivolta allo schermo. Il suo sorriso ora si è spento.
"Giá. Nessun progresso, ancora."
"Magari bisogna aspettare ancora un po'."
"Spero non troppo. Non voglio immaginare come si debbano sentire li dentro."
"Con la WICKED non si sa mai."
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Ho sedici anni.
Mio fratello è stato mandato nel Labirinto da Teresa, perché servivano altri immuni da studiare. Almeno, questo è quello che mi hanno detto.
Non so nemmeno se sia vero, tutto ciò che ci dicono da quanto ci ha "salvati" sono stronzate. Bugie su bugie.
So benissimo con chi andare a parlare, sono stanca di non sapere niente di quello che sto facendo per la WICKED, di quello loro stanno facendo ai miei amici e a tutti noi. Non so nemmeno se stia funzionando, se ne valga la pena.
Busso alla porta della Dottoressa Paige e lei mi apre pochi secondi dopo, impeccabile come sempre.
"Samantha, perchè sei per i corridoi a quest'ora?", parla come se non avesse fatto nulla di male. Come se avesse una minima idea di quello che ha fatto.
"Perché ci usate in questo modo? Sono stanca di veder soffrire e addirittura inpazzire ragazzini ogni giorno. Mi dica che almeno c'è un progresso, che ne tra poco sarà tutto finito e che questo ci salverà. Mi dica che non si sono sacrificati invano."
"I risultati arriveranno, il più presto possibile. Sai meglio di noi che ci imoegniamo in modo da non ferirvi fisicamente."
"Si. Ma molti di loro sono morti dentro. Mi dica perché Thomas, perché ha fatto questo a lui?", ormai sussurro, non ho nemmeno la forza di gridare contro quella donna, nonostante abbia in corpo tutta la rabbia del mondo.
"I risultati arriveranno più in fretta se usiamo più individui e i migliori. E sai che tu sei una delle nostre miglior ricercatrici."
"Volete mandare anche me, non è vero?", sospiro. Ci sarei dovuto arrivare.
"Te la caverai mia cara, ne sono certa. Hai fatto bene a venire qui, ci ha facilitato molto il lavoro."

Dream||The Maze RunnerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora