Diverse erano le voci che circolavano sulla misteriosa isola di Avalon. Il vecchio feudo - un tempo appartenuto ai druidi celti che governavano la Britannia durante l'età oscura - era ormai un posto vecchio e abbandonato, così come il suo vecchio castello. Solo alcune torri sopravvivevano ancora, depositarie ormai di un passato arcano che neppure i romani erano riusciti a cancellare. Lontano da Camelot e dal resto del regno, la vita in quel feudo scorreva tranquilla grazie al lavoro dei pochi sopravvissuti all'invasione straniera che continuavano a lavorare la terra e far pascolare il bestiame. L'intero sistema era al sicuro sotto l'attenta osservazione dei pochi druidi rimasti, al comando dei quali stava la dama Viviana, l'ultima grande sacerdotessa depositaria del culto della Dea Madre e del sapere celtico antico. Ormai al culmine della sua vita, la Signora di Avalon restava ferma nel suo feudo, curandosi gli acciacchi della vecchiaia e insegnando il sapere arcano alle nuove generazioni di adepti. Pochi focolai che ancora credevano nel ritorno dei tempi d'oro in cui la Dea era al comando e guidava con parsimonia e amore le gesta degli uomini e delle donne del regno. Nessuno dei giovani e delle giovani arrivate dagli angoli più remoti del mondo per imparare da Viviana, conoscevano l'arte dell'Arcano, se non per pochi accenni compiuti dai più anziani delle loro famiglie, ancora distanti dall'accettare il nuovo culto cristiano e la nuova Madre velata di bianco che i cristiani chiamavano Maria la Santa Vergine. In particolare, una di loro - un'orfana che Viviana aveva battezzato col nome di Edwyn - sembrava essere molto più vicina alla Dea di quanto lo fossero gli altri adepti. Viviana era anziana certo, ma sapeva ancora riconoscere il talento quando lo vedeva. Così come Merlino di Britannia aveva visto in lei la futura Signora di Avalon, Viviana vedeva crescere in quella sua giovane allieva il futuro dell'ordine dei druidi. Ma era ancora solo una ragazza e, come si sapeva bene, il cuore dei giovani è volubile man mano che le stagioni cambiano. Solo il tempo avrebbe fatto comprendere meglio quale futuro l'attendesse. Per quanto fosse preoccupata, Viviana continuava a condurre egregiamente il suo compito di sacerdotessa senza badare troppo a quelle visioni. Da quando i Romani se ne erano andati, il feudo aveva ripreso a proliferare come non accadeva dalle grandi stagioni passate. Dalla partenza di Merlino - andato ad istruire Artù secondo il disegno degli antichi dei - Viviana aveva ereditato la gestione dell'intero maniero, prendendosi cura della servitù e degli allievi lasciategli in custodia dal mago. Come lei, anche Edwyn e altri intrepidi giovani della nazione avevano seguito la propria vocazione spirituale, preferendo gli studi arcani alle armi e alla guerra. Sciocco - come le aveva confidato Merlino - in tempi in cui le asce servivano più delle parole. Ma come tutti i grandi maghi anziani, anche il maestro di Viviana credeva nel potere della magia della quale era investito. La stessa magia che anche la Signora di Avalon riteneva fondamentale per le sorti del paese. Viviana quella mattina si trovava nella sua stanza e osservava dall'alto i progressi fatti negli ultimi mesi. Insieme a lei, nella stessa stanza, la sua serva fedele, Marlowe, la osservava in rigoroso silenzio. Non più giovanissima nemmeno lei, Marlowe aveva servito per lungo tempo la sua signora, adempiendo al suo compito con costante attenzione e devozione nei suoi confronti. Viviana col tempo non era divenuta solo la sua padrona ma la sua unica amica e confidente più fidata. Lo stesso - anche se non lo avrebbe mai detto apertamente - lo pensava anche la sua signora. Quella mattina d'autuno, Viviana si era alzata alle prime luci dell'alba come era solita fare quando non riusciva a dormire bene durante la notte. Da quando la vecchiaia era giunta, la padrona del feudo aveva sentito il morso del freddo in maniera sempre più forte. Segno che ormai i suoi anni le erano piombati addosso come un lupo sul cervo. Molte lune aveva visto e decine di adepti le erano passati di fronte quando aveva deciso di sostituire Merlino alla guida di Avalon. Così come il grande frassino che troneggiava fiero al centro dell'ampio cortile del maniero, Viviana continuava imperterrita la sua missione in attesa che la Dea Madre la richiamasse a sè come stabilito dal ciclo della vita. Quella mattina aveva avuto non pochi problemi ad alzarsi dal letto e la sua serva più volte l'aveva sostenuta nel suo tentativo di alzarsi. Alla fine, Viviana si era messa seduta sul letto, mentre la sua fedele servitrice le spazzolava i lunghi capelli bianchi. La chioma argentea, dotata di una particolare bellezza argentea, le scendeva lungo la schiena come una cascata arrivando a toccare le coperte. Marlowe invidiava i capelli della sua signora e si chiedeva perchè la Dea fosse stata così crudele da non dare a lei capelli così belli. Era chiaro che solo a persone straordinarie erano concessi doni straordinari. E Marlowe aveva capito ormai da anni di non essere fra queste. Viviana la rincuorava ogni volta dicendole di essere speciale quanto lei e che la Dea avrebbe ricompensato sempre le persone laboriose e gentili. Ma Marlowe era stanca di aspettare e voleva anche lei avere qualcosa di speciale da poter custodire per sempre. Rispetto agli altri adepti, Marlowe non era stata ancora riconosciuta dalla Dea e, di conseguenza, non aveva il diritto di apprendere la magia secondo la legge dei druidi. Per questo era molto amareggiata e non si sentiva parte di quel luogo così come gli altri maestri le avevano già detto più volte. Marlowe era arrivata dall'Isola d'Irlanda, il luogo più remoto dell'intero regno. La sua famiglia era povera e aveva preferito affidare la figlia alle cure della Signora di Avalon piuttosto che avere un'altra bocca di peso da sfamare. Marlowe non si era opposta sapendo che quell'estremo sacrificio era necessario per due poveri contadini rimasti senza niente. Al contrario, Viviana aveva bisogno di una serva e di una persona che le stesse a fianco durante la vecchiaia. Per questo, contro il parere di tutti, aveva preso con sé quella ragazza. Ma Marlowe sapeva che la Dama di Avalon nonn sceglieva mai qualcuno per caso e quel suo gesto forse aveva degli obbiettivi più grandi. Marlowe si era aggrappata a questo pensiero per mesi dopo il suo arrivo ad Avalon. Ma col tempo - di fronte anche ad una ferrea disciplina che l'intero feudo le richiedeva ogni giorno - nessun segno era pervenuto da parte della Dea. Gli altri maestri druidi avevano finito per metterla ai margini della classe fino a quando la consapevolezza che la magia non corresse nelle sue vene. Da allora, le sue mansioni si erano ridotte fino a diventare le più semplici come spazzare per terra, cambiare le lenzuola a Viviana e pulire le stalle dove stavano gli animali da lavoro. Eppure Viviana continuava a tenerla con sé senza riserve. Non poteva fare a meno di quella ragazza e lo sapeva. Specialmente ora che andava incontro a quelli che sarebbero stati i suoi ultimi anni di vita.
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Artù e Ginevra. L'amore dietro la Leggenda
FantasyBritannia, 510 d.C. Nella terra dei Britanni, a distanza di qualche anno dalla caduta dell'Impero Romano d'Occidente, sale al trono un giovane guerriero, unico erede del defunto Uther Pendragon. Il suo nome è Artù, destinato a diventare una leggenda...