━ ᴍᴀᴛᴛ ᴍᴜʀᴅᴏᴄᴋ

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ᴍᴀᴛᴛ ᴍᴜʀᴅᴏᴄᴋ
sweet dawn

❝ Dormiamo; un sogno può avvelenare il nostro sonno,
ci alziamo; un pensiero vagante contamina il giorno.
Sentiamo, comprendiamo o ragioniamo; ridiamo o piangiamo
accogliamo con amore il dolore, o gettiamo via gli affanni;
è lo stesso: perché, che sia gioia sia dolore,
il sentiero della fine è ancora aperto.
Il giorno trascorso non è mai quello a venire;
niente dura, se non quello che muta! ❞
Mutability, Percy B. Shelley

Era così che vedeva il cielo cambiare colore, dal blu scuro fino al rosso.

La sabbia era morbida sotto di lei, e non poteva evitare di giocarci con le dita mentre teneva lo sguardo fisso all'orizzonte.

Il rumore delle onde che si infrangevano sulla riva la rilassava, e sentiva i suoi pensieri schiarirsi in testa.

L'acqua salata rifletteva i colori caldi che il cielo californiano aveva assunto a quell'ora, mentre una giovane donna osservava tutto quanto con un piccolo sorriso sulle labbra.

L'alba le era sempre piaciuta, molto più del tramonto; i colori vivaci prendevano il posto del blu notturno, e le piaceva vedere come piano piano il sole appariva all'orizzonte.

Quello era solo un viaggio, una vacanza, e aveva intenzione di godersi quelle due settimane che erano arrivare quasi al termine.

Matt si era preso una pausa da entrambi i suoi lavori e lei aveva deciso di farlo uscire per un po' dalla città, cambiare ambiente sarebbe servito a farlo calmare e allontanare la sua mente da Hell's Kitchen.

Da quando il costume del Diavolo era rimasto chiuso nell'armadio, Matt faceva parecchia fatica a dormire e stare tranquillo.

Ma quella notte era stata lei ad alzarsi dal loro letto in quella modesta casa che aveva affittato, così si era cambiata e aveva messo le scarpe raggiungendo la riva di Santa Monica, per guardare quello spettacolo.

Certamente aveva cercato di non svegliare Matt, ma era più che sicura che lui l'avesse sentita alzarsi dal letto.

«Jane?» chiamò la voce di Matt a qualche metro di distanza da lei.

Jane sorrise e girò il viso verso di lui. «Sono qui»

Matt sorrise leggermente e si sistemò gli occhiali dalle lenti rosse sul naso, chiudendo il bastone e avvicinandosi a passo sicuri nella sua direzione. Non c'era nessun motivo di fingere con lei.

Si sedette a qualche centimetro di distanza dalla donna, e le sorrise di striscio, mantenendo lo sguardo fisso all'orizzonte, ma senza vederlo davvero.

«Te ne sei andata» sussurrò Matt.

Jane prese la sua mano e intrecciò le loro dita dolcemente. «Non riuscivo a dormire»

Matt strinse la sua mano e sorrise debolmente, sapeva cosa significasse non riuscire a dormire.

Guardarono per un po' il cielo schiarirsi, dando spazio al sole che fece capolino da sotto la massa di acqua salata.

«Com'è?» chiese Matt mantenendo lo sguardo sull'alba. «I colori, l'alba»

Jane si girò verso di lui con un leggero sorriso e gli accarezzò dolcemente la guancia ispida. «Bellissimo» rispose sorridendo. «Il cielo è rosso adesso, l'acqua riflette il colore ed l'oceano  è completamente piatto»

Matt si girò verso di lei e spinse la mano della donna sul suo viso e poi verso le sue labbra, lasciando un dolce bacio su di essa.

«Tu sei bellissima» disse sfiorandole una gota.

Jane ridacchiò a quell'affermazione e si spinse verso di lui, incastrando la testa nell'incavo del collo di Matt che le avvolse le spalle un un braccio, sorridendo leggermente.

«Hai mai pensato di avere un famiglia?» chiese dal nulla Jane, facendolo sbattere gli occhi un paio di volte per la sorpresa.

«Come?» chiese.

«Ho detto-»

«So cosa hai detto, sono solo rimasto sorpreso» la interruppe Matt.

Jane chiuse la bocca e alzò lo sguardo verso il suo compagno, gli occhi seri. E anche se Matt non poteva vederla, sapeva che nei suoi occhi si poteva leggere il disappunto.

«Scusa» le sussurrò. «Mi hai solo preso alla sprovvista, pensavo che fosse chiaro che volessi avere una famiglia, Jane. Forse c'è stato un momento nella mia vita, in cui pensavo che per colpa del mio problema non avrei potuto averne una. Chi avrebbe mai potuto volere un cieco?»

Jane sorrise tristemente alle sue parole e abbracciò più stretto Matt, che passò le mani sul suo braccio in una dolce carezza.

«Io ti voglio» sussurrò contro il suo petto, facendo spuntare un dolce sorriso sulle labbra di lui.

«Lo so»

Jane prese la mano di Matt e giocherellò per un po' con le sue dita, prima di portarle lentamente sulla sua pancia piatta.

«E spero che tu voglia lui almeno la metà di quanto lo voglio io» gli disse, allontanandosi per vedere la sua reazione.

Matt stava sbattendo le palpebre più velocemente di quanto avrebbe dovuto e le sue labbra si erano separate per la sorpresa prima di aprirsi in un grande sorriso.

«Diventerò papà?» sussurrò con il sorriso in volto.

Jane annuì e sorrise, deliziata dalla reazione che aveva avuto Matt e lo abbracciò nuovamente mentre lui cominciava a ridacchiare.

«Perché ridi?» chiese Jane sorridendo.

«Perché adesso mi spiego come mai sentivo un battito più piccolo e veloce a parte il tuo»

Jane ridacchiò leggermente e si alzò, per poggiare le labbra su quelle fini di Matt.

«Lo chiameremo Charlie»

Matt si separò e sorrise, poi annuì. «Mi piace, ma se è femmina decido io»

Jane annuì e poggiò nuovamente la testa sul petto di Matt, inconsapevole delle minacce che il bambino avrebbe potuto portare al protettore di Hell's Kitchen.

Whatever It Takes ━ MarvelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora