━ sᴛᴇᴠᴇ ʀᴏɢᴇʀs

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sᴛᴇᴠᴇ ʀᴏɢᴇʀs
the perfect subject

Il sole era appena calato quando un uomo con i capelli bianchi e barba di due giorni entrò nel laboratorio con un semi sorriso dipinto sul viso vissuto, dicendo che probabilmente aveva trovato il soggetto.

La donna aveva quasi lasciato cadere un provetta in vetro a quella notizia, mentre Stark si girava con un sopracciglio inarcato verso di lui.

Avevano lavorato tanto a quel progetto che probabilmente avevano lasciato da parte il problema di trovare il soggetto perfetto per l'esperimento. Erano riusciti a creare la formula e Howard si era occupato di costruire la macchina di raggi vita e tutto il resto che avesse la parola macchina in esso.

La biondina era laureata in biologia e si era sempre sentita fiera del percorso che stava prendendo la sua vita, non molte donne potevano dire lo stesso a quell'epoca e perciò ne andava fiera. Conosceva soltanto un'altra persona che era riuscita a superare il sessismo che era stato ben radicato nei secoli precedenti, e quella era Peggy Carter.

Veniva dietro il dottore con le labbra rosso ciliegia stirate in un sorriso debole, che rassicurò quasi al cento per cento la bionda.

«Come scusa?» palò Stark, mettendo gli aggeggi che stava utilizzando per rivedere le ultime cose della macchina di raggi vita che, per nessun motivo, doveva aver alcun difetto.

«Abbiamo trovato il soggetto» ripeté Peggy, «O almeno, così crede il Dr. Erskine»

Ellie posò delicatamente la provetta prima di avvicinarsi al dottore e sorridergli leggermente, il camice bianco svolazzandole dietro, Stark la seguì pochi passi indietro.

La donna allungò il braccio per prendere il dossier da sotto di esso, dove probabilmente c'erano state scritte tutte le informazioni del soggetto indicato.

Quando l'aprì Stark dietro di lei strabuzzò gli occhi. «Santo Cielo, date da mangiare a quel ragazzo»

Ellie stirò le labbra in un sorriso mentre osservava la foto di un giovane uomo dagli occhi azzurri e i capelli biondi, i tratti dolci ma definiti e nemmeno un accenno di barba. Passò più volte gli occhi su e giù per le varie informazioni scritte e il suo sguardo si fermò proprio su quante volte aveva tentato di entrare nell'esercito.

«Testardo eh?» commentò lei prima di chiuderlo di scatto, facendo uscire un lamento dalle labbra di Howard, che glie lo prese dalle mani e lo riaprì finendolo di leggere.

Il dottore sorrise e la prese per le spalle. «Ce l'abbiamo fatta, finalmente» le disse con il suo solito accento europeo. Ellie sorrise a sua volta e strinse una delle mani del dottore che era posata sulla sua spalla.

Avevano lavorato così tanto a quel progetto fa dimenticarsi di mangiare e dormire, e se non fosse stato per Peggy sarebbero morti per denutrizione. E sapere che i loro sforzi sarebbero stati, in qualche modo, ricompensati, la faceva sentire più che soddisfatta.

«Ma prima,» interruppe Peggy il momento «dobbiamo andare ad addestrarli come richiesto dalla RSS» disse facendo chiudere di scatto il dossier di Stark.

Howard guardò Peggy con occhi socchiusi prima di porgere il dossier di nuovo ad Erskine che lo prese, stringendolo sotto il braccio. «Suppongo che la mia presenza noi sia richiesta» costatò sorridendo con divertimento «Credo proprio che mi divertirò queste settimane»

«Non fare nulla di stupido, Howard» ridacchiò Ellie guardando come il meccanico prendeva a rivedere le cose nella macchina; poi si girò verso il dottore e sorrise. «Io ci sono»

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