ᴡᴀɴᴅᴀ ᴍᴀxɪᴍᴏғғ & ᴠɪsɪᴏɴ
❝i'm happy❞Erano passate poco più le sette del mattino, e Wanda stava tranquilamente straiata nel letto, avvolta dal piumone bianco che profumava di pulito.
Gli occhi aperti rimanevano fissi sulla parete ospitante un quadro originale di Van Gogh, uno di quelli che a lei piacevano tanto; nonostante le ricordasse casa. Transia*, un piccolo paesino tra la Romania e la Serbia, che aveva ospitato tanto dolore e distruzione. La rossa chiuse un momento gli occhi per scacciare indietro le lacrime che le si erano formate agli angoli degli occhi ripensando al fuoco che aveva accidentalmente appiccato nel campo ron* dove la loro familia ospitante aveva vissuto e a cui lei e Pietro erano riusciti a scappare grazie unicamente alla mannifestazione dei poteri di quest'ultimo.
Il quadro di Van Gogh che stava ammirando con tanta tristessa era proprio Campo di grano con cipressi*, che le ricordava tanto il campo sottostante il Monte Wundagore* dov'era nata, il profumo del grano e il vento tipico che accompagnava la sua nascita; erano passati parecchi anni dall'ultima volta che era stata lì e, per quanto lo ricordasse con tristeza e malinconia, non ci sarebbe mai e poi mai tornata ancora. Troppi ricordi, tristi e vuoti che avevano segnato la sua infanzia con i suoi genitori adottivi, quelli che lei stessa aveva ucciso.
Si portò una mano sulla pancia, gli occhi tristi e senza emozioni, e la accarezzò dolcemente. Dall'altro lato della stanza l'androide ─nella sua forma più umana─ guardava fuori dalla finestra. La pioggia batteva sul vetro spesso, dall'altro lato di esso i campi del New Jersey rilucevano tristi e vuoi. I campi di grano erano vuoti e secchi. Però un piccolo sorriso alleggiava sul volto di Visione, uno di quelli piccoli, ma riuscivano ad arrivare fino agli occhi, di quell'azzurro intenso che tanto piaceva a Wanda.
La pancia cresceva sempre di più, e ormai era qualche giorno che aveva scoperto di essere incinta, e si sentiva così bene e così male allo stesso tempo da non riuscire nemmeno a spiacciccare parola. L'androide le era sempre stato vicino, non le aveva detto niente, l'aveva abbracciate e le aveva lasciato un bacio sulla fronte; lei, semplicemente, si era abbandonata sul suo petto lasciando sfogo alle lacrime di una vita.
Sentì dei passi avvicinarsi al suo lato del letto, una tazza venne posata sul suo comodino e poi Visione ritornò difronte alla finestra. Wanda si asciugò la lacrima che le era caduta sula guancia e si sporse a prendere la tazza, il tè si mosse pericolosamente all'inteno di essa rischiando di bruciarle le piccole mani avvolte intorno alla tazza bianca.
La ragazza ─ormai donna─ soffiò delicatamente sul liquido prima di ingerire il primo sorso. Era ai frutti di bosco, ed era certamente il suo preferito. Il liquido rosso e caldo la riscaldò da dentro e, per la prima volta dopo giorni, si alzò dal letto e si avvicinò all'androide che, sentendola arrivare, si girò verso di lei con un piccolo sorriso che inmediatamente la contagiò.
Posò la tazza sul davanzale della finestra e osservò malinconica la pioggia battere sul terreno fangoso. Le braccia di Visione la circondarono e, finalmente, si sentí completa.
«Ti manca?» chiese l'androide, la voce più umana e roca, le fece rizzare i peli sulle braccia.
Wanda annuì, sapeva che si riferiva alla città, a New York e agli Avengers. Ma volve davvero crescere quei bambini più della sua stessa vita, li amava già e sapeva che Visione li avrebbe amati anche di più.
La mano dell'androide si posò sulla sua guancia, e la gemma incastonata sulla fronte si illuminò. Wanda non potè non guardarlo con il solito sguardo perso e innamorato che non poteva proprio nascondere quando l'androide le stava vicino; le lasciò un bacio leggero sulla tempia e lei gli sorrise, forse per la prima volta dopo giorni, sorrise davvero.
Era così felice di essere lì con lui, di poter crescere quei bambini; ma Visione, per quanto fosse felice, sapeva quei due bambini era sono il frutto del potere della bellissima difronte a lui, e sapeva che prima o poi le anime dei due gemelli sarebbero dovute tornare da dove erano venute, era un trucco che non sarebbe andato giù a nessuno.
«Voglio solo che tu sappia,» disse Visione «quanto sono felice»
Wanda sorrise e gli accarezzò la guancia ispida per le barba, si appoggiò al suo petto rilassando i muscoli che la tenevano ritta come un'asse i legno. «Anche io» sussurrò sulla sua maglietta, sospirando leggermente.
L'androide le posò una mano sulla pancia leggermente rigonfia per i quattro mesi di gravidanza, i sintomi si erano presentati troppo tardi e loro erano riusciti a scoprirlo solo per l'improvviso aumento di peso della ragazza che, piuttosto stranita ─visto che non poteva ingrassare a causa del suo metabolismo─, si era fatta comprare uno di quei test di gravidanza che vendono in farmacia, in seguito una ecografia esaguita dal dottor Banner riuscì a confermare il tutto, ma non era solo un bambino, ma bensì due.
E la notizia li aveva lasciati di stucco, e poi Wanda era semplicemente scoppiata a piangere ─non si era ben capito se dalla felicità o dalla disperazione─, e preso Stark li aveva mandati in una confortevole casa non troppo lontano dalla costa del New Jersey per tenerli al sicuro da qualsiasi cosa. Clint e Natasha veninvano spesso a trovarli per aggiornarli su tutto ciò che accadeva nel loro mondo e, sopratutto, nella sede Avengers.
Le cose non andavano troppo male a New York, e a Wanda le mancava la vita da supereroina in cui viveva da troppo tempo ormai. Le mancava la routine, le mancava allenarsi per poter aiutare Steve ed andare in missione, ma ci si sarebbe abituata prima o poi.
Sentì un piccolo calcio e sorrise contro il petto del suo uomo, che la prese in braccio, prima da sotto le gambe e poi le circondò la schiena, e lei si lasciò trasportare fino al letto dove si sdraiò accanto a lui. Il suo respiro la tranquillizzava sempre, così regolare e controllato anche nelle situazione più improbabili.
«Ti amo» sussurrò lei a fior di labbra, e lo sentí sorridere sotto di lei.
«Ti amo anche io»
Poi piano piano chiuse gli occhi lasciandosi trasportare dal calore che emanava il corpo dell'amato, sognando due piccoli gemelli con occhi azzurri e capelli rossi che giocavano in un campo di grano, i capelli mossi dal vento e i sorrisi sottili e brillanti che ricordavano un po' quelli della madre e dello zio.
*campo ron: è praticamente un capo pieno di caper/case dove vivono i gitani o/e gli zingari.
*Campo di grano con cipressi: ci sono tre quadri dipinti da Vincent van Gogh nel 1889, uno dei quali è conservato a Londra, nella National Gallery; il secondo, dipinto nello stesso anno, è conservato nel Metropolitan Museum di New York. Per quanto si sa la terza è andata persa. È un quadro che describe una giornata molto ventosa, in campagna, in un campo di grano; in secondo piano si possono vedere cespugli e altri tipi di piante e imponenti cipressi, in fine nello sfondo si possono notare delle montagne di colore azzurro/blu con alcune nuvole.
*Transia/Monte Wundegore: sono entrambi posti che non esistono davvero, quindi se li cercate non li troverete. Comunque Stan Lee li ha ubicati in al confine tra la Romania e la Siberia.
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Whatever It Takes ━ Marvel
Fanfic❝Se vi fanno male, fategli del male. Se vi uccidono, resuscitate.❞ [ONE SHOTS] ©bethemoon (2017)