Il difficile è parlargli

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Pubblicata sul blog dei iParolanti:
https://iparolanti.wordpress.com/2018/09/16/il-difficile-e-parlargli-di-ergo-scripsit/


– Ciao, ci sei?

– Wow, allora sei vivo.

– Ahah è vero, ho avuto un po' di casini.
– What's up?

– Lascia perdere... piuttosto a te come va a Seattle? Non hai voglia di tornare in Italia?
– Ma no, non ci tengo proprio, con i politici che avete là...

– Va là che da voi invece... Poi ho letto che da te c'è un record di suicidi.
– Bullshit! Il clima fa schifo ma la città è viva, si lavora bene, la gente è allegra.

– Mah! A me degli Usa è rimasta una brutta impressione.
– Di Boston? Ma se ce la siamo spassata, quand'è stato, trent'anni fa?

– Quello sì, ma la gente era scorbutica.
– Ma no, non ricordi bene. I ragazzi erano fantastici, ci ospitavano nelle loro stanze al college.

– Non dico gli amici, ma nei ristoranti, ricordi? ci trattavano male.
– Yeah, finché abbiamo scoperto che si deve dare la mancia...

– Ahah, ora ricordo. Eravamo due scappati di casa, senza un lira, anzi un dollaro.
– Però poi è andata bene, se ti fai il mazzo in America puoi anche guadagnare bene.

– È stato un bel periodo, almeno finché mio padre non mi ha richiamato in Italia.
– Non è stato giusto, secondo me potevi restare, come ho fatto io.

– Il difficile era parlargli, i genitori non capiscono niente.
– Anche i miei; quando gli ho detto che rimanevo qua a lavorare è successo il finimondo.

– Non lo so. Poi adesso che sono padre io non credo avesse tutti i torti, il mio.
– Non me ne parlare. Noi siamo disperati con Eliza.

– Guarda, anche Luca è sparito settimana fa, erano mesi che litigavamo.
– Che hanno 'sti giovani in testa? La nostra non si fa sentire, poi dice che deve parlarci, temo voglia interrompere the university.

– E voi che fate? Per favore parlatele, non fate come noi!
– Che avete fatto? Lei sta a sempre in college, in realtà la vediamo poco.

– Niente, è da un po' che non gli si può parlare. Da quando si è laureato non sta quasi più in casa, siamo disperati.
– Mia moglie sta tornando dal campus, è andata a trovare Eliza perché al telefono parla poco, dice due cose e poi butta giù.

– Che teste. Mio figlio sarebbe un cervellone, ha preso la lode in fisica, ma non capisce niente. Pensa che ci sarebbe un concorso per fare l'insegnante, sarebbe un posto sicuro...
– E non vuole?

– Dice che vorrebbe provare a fare qualcosa di importante, fare il maestro gli pare poca cosa. Ma sarebbe uno stipendio sicuro, gli dico io.
– Ah non capiscono niente. Anche mia figlia: si sta laureando, ma insiste che vorrebbe viaggiare. Le ho detto, aspetta di avere un buon lavoro, poi ti prenderai le ferie e andrai dove vuoi.

– Il difficile è parlargli, i figli non capiscono niente.
– Look, se ti dico cosa mi ha detto la mia. Le stavo dicendo di pensare a studiare e lei mi fa: e se avessi trovato un fidanzato?

– Magari è una bella notizia, lì al college chissà quanti ragazzi di buona famiglia...
– Ma no! Il peggio è che è sicuramente un immigrato o qualcosa del genere... lo so perché mi ha chiesto durata dei visti, dei permessi di soggiorno, cose così.

– Mi dispiace, sai. Pensavo di chiederti se avessi sentito qualcosa del mio, che ti dicevo è sparito da una settimana.
– Really? Hai denunciato la sparizione?

– In realtà ha detto che si sarebbe fatto sentire, non è proprio scomparso. Ma siamo in ansia lo stesso...
– L'ultima volta che l'ho sentito è stato l'anno scorso per info sul MIT, ma niente dopo.

– Mah! Ora ti saluto, fammi sapere come va con Eliza...
– Aspetta... è tornata mia moglie... ah.

– Cosa?
– Tieniti. Da Eliza ha incontrato il tuo Luca. Ha detto che vanno a vivere assieme, a Boston.

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