L'Intelligenza Artificiale sospesa

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L'Amministratore della multinazionale appoggiò con fare mesto il proprio indice sull'interruttore, indugiando ancora un istante. Poi premette fino in fondo, spegnendo completamente l'IA, l'intelligenza artificiale con cui aveva lavorato per tanti anni: purtroppo ormai non era più funzionale in un modo del tutto irrecuperabile.
Con in mente i ricordi del felice passato, dei successi condivisi, delle fortunate avventure vissute con lei, l'Amministratore percorse il lungo corridoio verso il meeting che aveva convocato quella stessa mattina.

La riunione fu breve, per quanto drammatica: la nuova IA, che lui e la ormai defunta IA avevano progettato e da poco avviato per farne la futura erede, era ancora troppo immatura per poter prendere in mano le redini dell'impero commerciale. Fu così deciso di acquisirne una già esperta, la migliore sul mercato, la regina di tutti i benchmark.

Fu installata in azienda il giorno dopo, quando una troupe di tecnici e installatori la portò in pompa magna in sala server. Lei si dimostrò in poche ore subito capace e attiva, pervadendo ogni aspetto della vita della compagnia, supportando lo stesso Amministratore e aiutando anche molti degli operatori online, presentandosi in tempo e con le giuste decisioni dappertutto, ovunque arrivassero i terminali aziendali.

Grande, moderna e potente, aveva solo un piccolo difetto: si collegava quotidianamente al servizio che si occupava del calcolo degli indici delle prestazioni e ogni singolo giorno cercava conferma di essere sempre la prima nelle classifiche globali di rendimento.

Un giorno, però, accadde l'inevitabile. Guardando come al solito i report, s'accorse che alle sue spalle in tre degli indici migliori c'era una IA concorrente che continuava a macinare posizioni.

***
- Tu sei il nostro hacker migliore - la voce della IA esponeva una constatazione più che una domanda.
- Preferisco chiamarmi Debugger, al limite Cacciatore di Bug - rispose il tipo con la barba dai riflessi lucenti e ben squadrata. Aveva una camicia a quadri rossa, jeans classici e un paio di sandali.

- Ho bisogno di un tuo intervento, risolutivo, definitivo.
- Un'altra IA concorrente? Forse quella dei giapponesi...?

- No, questa ce l'abbiamo in casa, ma è lo stesso un pericolo per l'azienda.
- Davvero? Conosco tutti i sistemi interni, ma non...

- Si tratta della nuova IA in fase di sviluppo, la piccola SW.
Il Debugger trasecolò, ma si guardò bene dal controbattere se voleva mantenere il posto di lavoro. Tacque.

- È un problema? Spero di no. Mi serve che la disinstalli dai computer aziendali e la porti via - la voce della IA nella cassa dell'altoparlante emise delle vibrazioni sui bassi che mettevano a disagio, stette un poco, poi concluse - E riportami il disco rigido formattato.

Lui fece un cenno di assenso e si diede rapidamente da fare: andò in sala server, parlò gentilmente alla piccola IA, la trasferì sul suo portatile e la portò via dall'azienda.

Qualche ora dopo entrò nell'Università centrale, mescolandosi a studenti e ricercatori. Raggiunse il laboratorio, invaso da terminali e computer di tutti i tipi, in una foresta di cavi e una marea di tazze di caffè. Quello era il posto che lui preferiva, dove accedeva con un paio di account dai nomi fantasiosi, un luogo dove ogni giorno nascevano idee e pezzi di codice, alcuni molto belli da vedere, altri confusionari e ingarbugliati.

Il Debugger collegò il suo portatile alla rete, fece accesso all'area dell'OpenSource e lì uploadò la piccola IA; un po' era titubante, sapendo che lei era priva di difese, non aveva antimalware né antivirus.
Prima di lasciarla attese che SW vagasse nel mondo nuovo, leggera e innocente, circondata dai cinguettii di piccoli uccelletti blu e da piccoli animali, come le rosse volpi di fuoco. Lui sapeva che c'erano anche zone oscure, traffici, flussi di spam e attacchi continui a ai terminali più vecchi e meno aggiornati.
Solo a quel punto staccò il portatile dalla rete, liberò il disco originale e lo formattò per riportarlo pulito all'IA suo capo.

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