Masticava uno stecchino chino sugli attrezzi, muovendo le mani con gesti precisi a liberarli dalla terra, mentre il cane abbaiava contro le ombre della sera. Il boschetto che di giorno era quasi allegro, con un misto di alberi non troppo alti e arbusti inoffensivi, alle prime ombre invece faceva paura e per uno strano effetto prospettico sembrava più alto e incombente.
Il cane sembrava furioso, abbaiava verso il buio. Ed effettivamente fra le fronde si videro dei lampi, poi apparvero due luci e infine spuntò una jeep.
Il cane smise di far baccano, lui alzò gli occhi mentre l'auto trovava posto a fianco del capanno scavando due solchi nella terra molle.
Erano i primi giorni di agosto e per mantenere il piccolo orto occorreva irrigare tutti i giorni; il guidatore non se ne era accorto e quando scese camminò sopra i cespi di insalata sopravvissuti.- Buonasera! Scusate l'orario, ma non trovavo più la strada per il capanno.
Il guardiapesca continuò il suo lavoro, dopo aver pulito gli attrezzi li sistemò uno a uno con attenzione dentro un armadietto e spazzò via i grumi di terra dal porticato:
- Che volete?L'altro si avvicinò, mentre il cane ormai silenzioso gli annusava i piedi:
- Pensavo ci fosse il Biscia, di turno.
- Sì, tocca a lui, ad Agosto.- E?
- Niente, avrà rimandato di qualche giorno. Capita.- Allora non fa lo stronzo solo con me.
Il guardiapesca alzò le spalle, andò a sedersi su una specie di poltrona rudimentale; nel portico c'era anche una panca ma non fece cenno all'altro di sedersi.- Sono un suo amico, mi deve restituire una cosa che gli ho prestato: ha per caso detto quando arriva?
- No, qua il cellulare non prende, bisogna andare verso la provinciale, fuori dal bosco.- Le dà fastidio, se mi siedo? - senza attendere risposta scalciò via il cane, poi salì sul portico immacolato con le scarpe infangate, lasciando una traccia di terra umida.
Il guardapesca non rispose. Mise una mano dentro la giacca da mille tasche e tirò fuori una strana pipa gialla, col fornello ricavato da una pannocchia di mais.
- Insomma, il Biscia non è uno simpatico - il tipo riprese - È un suo amico?
- Lo conosco, più che altro - rispose lui, tirando fuori da un'altra tasca un cartoccio di tabacco dal profumo pungente di rum.- Gli ha mai prestato qualcosa?
- No - prese alcuni pizzichi di tabacco e li ficcò uno dopo l'altro nella pipa.- Mai prestargli qualcosa, mi sa che il Biscia ha la memoria corta.
- Già - pareggiò col pollice calloso la superficie del tabacco dentro il fornelletto.- E diventa un po' violento se glielo ricordi.
- Mm - si era infilato in bocca il cannello e provava il tiraggio.- Nei giorni scorsi ha picchiato sua moglie da mandarla in ospedale.
- Perché? - intanto estraeva una scatola di fiammiferi di legno giganti, da caminetto, e accese una prima volta la superficie del tabacco.- Chissà, pensavo lo sapesse lei.
- No - rispose mentre pareggiava sempre col pollice la superficie del tabacco e lo riaccendeva con un altro fiammifero.- La moglie dice che in realtà la voleva lasciare, se ne vuole andare via, lontano da qua.
- Mm - iniziò a tirare lentamente, mentre saliva un filo di fumo azzurrognolo che poi si perdeva in evanescenza nell'oscurità.- Insomma - il tipo spostò la panca per stendere le gambe e sporcare di terra in altri punti - abbiamo fatto assieme un lavoro e lui si è portato via delle cose mie.
- Cose? - la fiamma nel fornello iniziò a trepidare, ma non si spense.- Cose - allargò la giacca e mostrò casualmente una fondina da cui spuntava il calcio di una pistola di grosso calibro. Sembrava un bubbone di peste nera sotto l'ascella - Mi sa che l'ho trattato troppo bene, ma mi sono trovato una serpe in seno. Sicuro che non sia venuto da queste parti?
- Qui non c'è.Il tipo sbattè violentemente un pugno sulla parete del capanno: il legno rimbombò come un tuono, il cane da qualche parte nei campi rispose con un ululato. Visibilmente agitato mise una mano sul calcio della pistola e sussurrò:
- Come dice quella sanguisuga del mio avvocato, nulla deve ostare il percorso della giustizia. Siccome quei soldi sono miei è solo giustizia se me li riprendo, anche ammazzando chi trovo sulla mia strada.
Il guardiapesca continuò a tirare con calma, girò solo gli occhi verso il davanzale della finestra.L'altro se ne accorse e, con lo scatto fulmineo di chi è in tensione, stese la mano: afferrò una bottiglia di liquore ambrato e poi due bicchierini scompagnati e un po' opachi.
- Giusto, prima beviamoci su, così ti torna la memoria - riempì i due bicchieri, ne diede uno al guardiapesca, svuotò il suo e ne versò ancora.- Non posso credere che non sia venuto qua, anche se vuole scappare via con tutti quei soldi deve aspettare che si calmino le acque. Magari è passato senza farsi vedere? C'è un altro capanno da queste parti? Un posto dove dormire?
Il guardiapesca rimase con il bicchierino in mano, mentre con l'altra teneva la pipa:
- Non ci sono altri posti qua vicino.Il tipo era rosso in viso, tracannò un terzo bicchiere, poi si alzò tirando fuori la pistola:
- Adesso, se non mi dici qualcosa... - e crollò a terra come un sacco di patate.- Adesso andrai a fargli compagnia, al Biscia - disse il guardiapesca con tono tranquillo, mentre s'alzava a riprendere la pala che aveva appena messo via.
Racconto nato coatto per dover citare una decina di parole scelte a caso...
"Evanescenza guardapesca irrigare molle ostare prospettico rimandato seno stecchino trepidare": pubblicato sul blog dei Parolanti:https://iparolanti.wordpress.com/2020/02/09/il-guardiapesca-di-ergo-scripsit/
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Racconti piccini
Short StoryPiccole storie, alcune divertenti, altri solo esercizi di stile, unica caratteristica comune: sicuramente brevi.