L'araldo del re supremo
arrivò nel villaggio
urlando con sforzo estremo
a ogni uomo e paggio
a tutti i bravi cavalieri
e ai relativi scudieri
"udite udite, popoli e genti
il nostro buon re Baldovino
apre del castello i battenti
e ogni botte di buon vino
s'inizia una grande festa
a celebrare la principessa
ch'oggi alza la sua testa
e non sarà più la stessa
infatti ordunque tutti
sappiate in queste giornate
sceglierà fra belli e brutti
fra i presenti alle giocate
il suo bel principe reale
a cui andrà in sposa
anche non di nobile natale
purché faccia una cosa:
non deve per forza vincere
né essere più bello
non deve di certo perdere
né questo né quello
deve solo a lei piacere
non la deve divertire
non la deve possedere
né farla morire.
Chi riuscirà ad indovinare
che cavolo vuole questa qui
poi se la può anche sposare
e tutto finirà lì".A queste gioiose parole
il popolo batté le mani
si chiusero tutte le scuole
e si prepararono i villani
si prepararono i cittadini
avvocati e commercianti
sarti, vescovi e contadini
pronti alla festa tutti quanti.
Iniziò coi giochi di fuoco
frizzi lazzi lampi e spari
di chiasso manco poco
e s'accesero luci e fari;
finalmente la principessa
fra applausi e urla di gioia
apparì con la duchessa
sorridendo di paranoia
un po' stufa ecco qui
del chiasso e della vista
emozionata, certo, sì
di essere protagonista.C'erano i gran ricconi
tutti imbellettati
a dire paroloni
presto da lei scacciati,
i fighi spuntarono presto
con la loro brillantina
ma ognuno tutto pesto
perse la parlantina,
i grandi danzatori
fra balli e canzoni
non essendo grandi attori
persero le occasioni,
scacciò i marinai
i perditempo e i baristi
a tutti disse "mai"
anche agli artisti.
Nessuno la fece contenta
certo ridere a volte
certo alcuni anche attenta
ma solo poche volte
riuscivano ad incantarla
la guardavano negli occhi
tentavano di stregarla
ma eran tutti degli allocchi.Uno solo non fu scacciato
certo non molto elegante
anche un po' impacciato
non era certo brillante
non sapeva ben ballare
neanche cantava tanto
forse un tantin parlare
ma taceva ogni quanto
solo i suoi occhi poverino
meritavano attenzione
e lei gli disse pian pianino
"ma che confusione,
ce ne andiamo via da qui
sono stufa per davvero
cosa fai tu costì?"
Rispose lui tutto contento
"cercavo la principessa
m'hanno detto ch'era un portento
anche se un po' fessa
la cercavo per innamorarla
ma ora non voglio più!
non sono disposto ad amarla
per me ora ci sei solo tu".Rise gaia la fanciulla
"davvero, che bravo,
non mi dire nulla
anch'io la detestavo"
e gli diede la sua mano
e con un dolce suo sorriso
gli si avvicinò piano piano
e avvicinandosi al suo viso
disse "scappiamo orsù
andiamo via dal castello
saremo soli io e tu"
ma usciti fuori nel portone
lui aveva una cinquecento
lei gli diede uno spintone
"piuttosto vado in convento!"
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Racconti piccini
ContoPiccole storie, alcune divertenti, altri solo esercizi di stile, unica caratteristica comune: sicuramente brevi.