Pubblicata sul blog iParolanti:
https://iparolanti.wordpress.com/2018/06/19/non-leggere-di-ergo-scripsit/
- Aaron Zhang, Autorizzatore Imperiale - così mi presentai all'impiegato vestito di grigio che aspettava ai piedi delle scale di marmo secolare.
Ero appena sceso dal dirigibile transoceanico, preso al volo dopo aver ricevuto il cablogramma urgente. Ero uno degli ultimi ad essere stato convocato, il più lontano: ma l'eco della tragedia era arrivata lo stesso, ogni giorno sempre più drammatica. C'era un testo la cui lettura era pericolosa.
Alzai gli occhi verso l'enorme costruzione in cima, la Madre Bibliofora, dietro cui si intravedevano due grandi colonne di vapore.L'addetto mi attendeva, mi fece segno di seguirlo. Mentre salivamo, sotto lo sguardo attento delle statue chiazzate di nero, disposte lungo i lati della gradinata, gli chiesi:
- Qual è la situazione?
- Non vi hanno detto nulla? - fece sorpreso.
Mi inerpicavo scalino dopo scalino, verso quell'edificio che non vedevo da trent'anni. Centinaia di stanzoni, migliaia di scaffali, milioni di libri, ogni angolo affollato di scrittori di tutti i tipi. Nell'Impero si pubblicava solo ciò che era stato scritto in questi edifici, sotto lo stretto controllo di noi Autorizzatori.
- Ho sentito dell'Elaboratore a Vapore, un'idea geniale.
- Sembrava. Ma...
Mentre salivamo pensai alla forza del Vapore, con cui la nostra società aveva fatto grandi progressi. La stessa potenza che però adesso ci colpiva duramente: avevamo osato troppo.
- So che lo scopo era produrre libri, tutti quelli possibili.
- Sì, usando tutte le combinazioni di gruppi di parola a tema, butta via le parti incomprensibili e tiene gli estratti che sembrano sensati. A quel punto il materiale viene passato a qualche scrittore per la rifinitura.
Scossi la testa: certo sembrava strano, ma effettivamente uno scritto artificiale non sarebbe stato malevolo con il governo, né troppo utopico, fantasioso, romantico o quelle altre cose per il quale non autorizzavamo la pubblicazione.
- So che le prime storie avevano poche varianti.
- Si, è vero, di rado spuntava qualcosa di interessante. Fino al disastro...
Eravamo quasi alla fine delle scale quando cominciammo a sentire mugolii e cantilene. Un'ombra di compassione attraversò il suo viso. Io continuai a parlargli, più per nascondere le mie paure che per sapere:
- Ha prodotto un testo illeggibile?
- Non proprio: il primo scrittore che se ne doveva occupare è stato male. Un collega l'ha visto e ha chiamato aiuto, ma quando sono arrivati hanno trovato anche il secondo in stato catatonico. Qualcosa avranno letto.
Mi fermai nell'androne, alto e maestoso: dalle mura trapelava doloroso e tragico il lamento di prima. Sembrava l'edificio stesso, ma era il pianto di centinaia di corpi senz'anima.
- Sono loro?
- Si, scrittori, impiegati, anche tutti i nostri autorizzatori. Chiunque legga quel testo ad un certo punto si blocca, lo sguardo diventa vacuo, le labbra si muovono senza senso e non torna più cosciente. Restano silenziosi, o balbettano, o mugolano come se ripetessero qualcosa all'infinito senza riuscire a fermarsi. E cosa peggiore non hanno nessun riposo, nessun sonno, una veglia costante senza coscienza, come corpi scollegati dall'anima.
Adesso che avevamo pensato di aver raggiunto il potere divino della creazione, ci siamo accorti che stavamo sacrificando la nostra umanità.
Non mi volli fermare. Mi sentii una cavia quando entrammo nell'area lettura, dove attorno ad un leggio in bronzo c'erano medici e scienziati, militari e politici, silenziosi. Pochi fecero un cenno di saluto.
Arrivai al Testo, poche righe, non più lungo di una pagina. Guardai intorno a me, ma non trovai appigli per evitare la lettura. Presi fiato e iniziai a leggere scandendo a voce alta e scatenando il panico intorno:
"- Aaron Zhang, Autorizzatore Imperiale - così mi presentai all'impiegato vestito di grigio..."
STAI LEGGENDO
Racconti piccini
ContoPiccole storie, alcune divertenti, altri solo esercizi di stile, unica caratteristica comune: sicuramente brevi.