Capitolo 3

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Natalia
Mi trovo intorno a delle fiamme, circondata, il fuoco si alza sempre di più. Non ho vie d'uscita, nessuna. Mi copro con la mano la bocca per non soffocare, più in là noto una figura sbiadita, non lo riconosco perché è lontano troppo da me. Man mano che si avvicina guardo che in braccio ha una persona e la sta portando verso la mia direzione. Appena capisco che è mia madre inizio ad avere paura, sempre di più. Cerco di trattenere le lacrime, anche se in fondo lei è mia madre. La getta di fianco a me, provo a toccarla ma non dà segni di vita, alzo lo sguardo verso la figura, vedo Vincenzo con sorriso maligno e compiaciuto della scena davanti a lui. Lo guardo con timore che da un momento all' altro lui possa farmi del male, ma si allontana da noi, come per risparmiarmi oppure che muoia soffocata. Michele non lo vedo, ci siamo solo io e mia madre. Provo a svegliarla, in tutti i modi, ma nulla funziona.
I mobili, le mura e qualsiasi oggetto della casa prende fuoco, inizia a mancarmi l' aria nei polmoni, cerco di coprirmi. Quando tutto diventa nero...

Mi alzo di soprassalto portandomi la mano al petto, sento il cuore battere forte come non mai. Era solo un incubo, ripeto fra me e me, guardo l' orologio e sono solo le otto e mezza del mattino. Lentamente mi alzo dal mio letto con ancora di paura, apro la porta di camera mia ed esco avviandomi per la cucina. Una volta li prendo un bicchiere e verso l' acqua per poter calmarmi. Respiro a malapena, faccio respiri profondi, mi siedo sul pavimento tenendo con le mani la testa, c'è confusione e terrore che in questo momento mi tormentono. Sento dei passi venire verso la cucina, sposto leggermente di lato la testa per veder chi è. Oh, mio fratello con aria ancora impastata dal sonno, mi alzo di scatto che quasi lui non barcolla all' indietro.

« Per tutti i santi Natalia volevi farmi venire un infarto » disse « Sono ancora troppo giovane per morire. Mica ho cent'anni» tenendo ancora la mano sul suo petto nudo.

« Scusa Michele non volevo farlo, e solo che ho avuto un incubo » dico abbassando lo sguardo sul pavimento.

« Un' altro incubo? Con tutti questi incubi che fai potresti anche contaggiarmi, cosi anch'io gli farò. E addio sogni belli con tutte quelle ragazze » con aria sognate.

« Mi scuso, sono davvero dispiaciuta » dico con tono un po' aggressivo « sai faccio incubi per hobby » muovendo la mano.

« E dai scherzavo rossa, non dicevo sul serio. Dai andiamo in cucina che ti preparo la colazione » mi prese per mano e una volta in cucina mi lascia andare. Mi siedo sulla sedia e aspetto con pazienza la colazione. Vedo in azione mio fratello come se fosse un chef professionista, mi guarda con lo sguardo di un ispettore mentre sorseggia il bicchiere che ormai è mezzo pieno.

« Che c'è? Perché mi guardi in quel modo? » dico.

« Nulla, cosi tanto per passare il tempo. Sai lo faccio per hobby » alzando le spalle.

« Il solito scemo » dico ridendo.

« E tu la solita ragazza incubo. Sì, ti chiamerò "ragazza incubo" d' ora in avanti » si gira e versa il tè a entrambi prendendo le fette biscottate e la marmellata.

Inizio col bere il tè, lo stesso lui, mangiamo in silenzio nessuno dei due ha voglia di parlare in realtà. Delle risate infondo al corridoio si avvicinano, entrano mamma e quello la. Lo guardo mi vengono i brividi solo ad alzare lo sguardo su di lui, quando vedo loro due baciarsi per poco non mi va di traverso il tè. Mi alzo non potendo vederli più e mi dirigo in camera a vestirmi e prepararmi per il lavoro.

***

È quasi mezzogiorno, decido di fermarmi da Giulio a casa sua. È da poco che sono qui con lui e mio fratello. Noi due siamo ce ne siamo andati da casa nostra, non nel senso per sempre,ma almeno finché Vincenzo non se ne andrà. E poi almeno posso andare con Giulio insieme in studio, senza dover chiamare Simone, che a quanto pare è impegnato con la sua ragazza, dopo che mi ha scritto.

Mi sdraio sul divano senza lasciare un po' di posto a Michele, lo guardo divertita la sua faccia.

« Senti ragazza incubo fammi spazio » cercando di spostarmi, ma in cambio riceve un cuscino in piena faccia. Rido finché non mi fa male la pancia dalle risate.

« Ehi, voi due smettetela ora » entrando Giulio in salotto.

« Si ma lei non mi lascia posto » dice indicandomi.

« Natalia? » abbassando gli occhiali, mi fanno pensare alle professoresse vecchie.

« Ok ok, vieni bambino » dico facendoli spazio sul divano. Intanto che siede mi arriva un cuscino. Alzo gli occhi al cielo, il solito rompi scatole.

Finalmente si fanno le due del pomeriggio, inizio a incamminarmi con Giulio verso la sua macchina, mentre mio fratello va a lavorare. Prima di salire corro da lui e li do un bacio sulla guancia per farmi perdonare. Al contrario lui mi attira a sé e mi abbraccia spezzandomi le ossa della schiena.

« Fai la brava rossa, non aspetta ho sbagliato, intendevo ragazza incubo ».

Ritorno da Giulio, salgo e chiudo la portiera della macchina, metto la musica. Guardo fuori dal finestrino sentendo sul viso il vento, più in là c'è il ritrovo dove ogni volta ci andavo insieme a miei amici, be' quelli che credevo miei amici. Ma da quando mi sono lasciata con Federico - il che non mi dispiace affatto - non ci sono più ritornata.

Scendo dalla macchina e con mia sorpresa mi trovo davanti a Luca, guardo prima Giulio e poi di nuovo lui. Cosi mi avvicino a lui.

« Ciao »

« Ciao » sorridendo.

« Sei qui per un' altro tatuaggio? » domando, mi sento così stupida ad averlo chiesto. Magari potrebbe essere qui per vedere me. Come no, e poi vedi che ti chiede di uscire. La mia voce interiore si deve intromettere ogni volta per forza.

« No. Sono qui per te. Dopo la festa al locale non ti ho più vista »

« Ah già. Ero stanca e ho voluto ritornare a casa » noto Giulio guardarci, e mentre lo guardo fa finta che non succeda nulla.
« Senti ehm...ti va di uscire oggi » ci metto un po' a formulare bene la risposta. E che vorrei ma...

« Natalia ha il giorno libero. Non preoccuparti ci penso io al negozio »

« Ma è solo il mio secondo giorno » dico.

« Niente ma, vai pure »

Mi giro vero Luca che ancora aspetta la mia risposta.
« Va bene » dico sorridendoli. Dopo neanche qualche anno dalla rottura con il mio ex, esco con un ragazzo. La cosa non dovrebbe agitarmi cosi tanto in realtà, però sento come qualcosa in me si stia agiatando troppo, forse.

Non voglio avere altre delusioni amorose, meglio che vada tutto con calma. In fondo io non lo conosco cosi tanto.


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Se adesso mi dici ti amo non so nemmeno dirti chi siamo // Capo Plaza Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora