Capitolo 10

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Natalia
Fisso la parete davanti a me, con le mani intrecciate sotto il mento per reggere. Stamattina mi sono svegliata che già ho cominciato a pensare su come avvicinarmi a Santiago Reale. Lui non mi conosce, Federico non mi ha mai presentata a lui, ed il problema è questo, se mi avvicinassi il mio ex mi riconoscerebbe, il che potrei mandare tutto in fumo il piano. Non hon mai sbagliato una sola mossa: veloce, agile e astuta. Sono tre aggettivi di cui definirmi, nessuno può competere con me, nessuno può battermi. Con il tempo che passava, ho imparato sempre di più a combattere, allenarmi ogni giorno per essere la migliore, e più gli altri si mettono contro di me, più io divento competitiva e cercando di fartela pagare, in un modo o nell' altro.

Il cellulare vibra, lo prendo dal comodino e leggo il messaggio da parte di mio fratello, li rispondo e dopodiché decido di andare di là in cucina. Trovo Clarissa intenta a preparare la colazione, prendo posto a tavola, aspettando che si giri verso di me.

« Oh mio dio, Natalia mi ha fatto venire un colpo » portandosi la mano sul petto, scuoto la testa divertita dalla scena.

« Buongiorno comunque, eh » smettendo di ridere, tornando ad essere seria.

« Buongiorno » dice sedendosi difronte a me. Non è per niente cambiata in questi ultimi anni. Gli stessi occhi azzurri, stessi capelli biondi, insomma è rimasta la ragazza che ho conosciuto due anni prima. « A proposito papà mi ha chiamato per darti il numero di telefono di un certo Stephen » spiega « credo sia del tipo con cui lavorerai oggi » al solo pensiero aumenta l' ansia, Giulio me ne ha parlato di loro, e non che sono i tipici ragazzi "buone maniere".

« Ok, passami il numero di questo ragazzo » dico, mi passa un post-it giallo con scritto, appunto, il numero e l' indirizzo dello studio di tatuaggi.

« Allora che mi racconti di bello » dice mentre prende due ciotole e i cereali. Mi avvicina il latte e la scatola di cereali, verso il tutto e comincio a mangiare prima di parlare.

« Niente, che ti devo raccontare » dico indifferente, continuando a mangiare.

« Sai sei una ragazza misteriosa. Ci conosciamo da quasi tre anni e di te ancora vorrei sapere molto » alzo gli occhi al cielo.
« Mi sembri come Luc-» mi fermo ancora prima di finire il nome di Luca.

« Avanti chi è? » domanda, non mi piace molto parlare delle mie cose, ma ormai il danno è fatto, e sono certa che non smetterà di chiedermelo fino a quando andrò a dormire.

« È un ragazzo che ho conosciuto a Salerno una settimana fa » dico, senza aggiungere tutto il resto.

« È com'è » sbuffo, poso il cucchiaio sulla ciotola.

« Carino » dico mentre verso l' acqua nel bicchiere, per poi bere.

« Solo carino? » credo che non la smetterà più di parlare di Luca.

« Si perché? Che dovrei dire, del tipo è bellissimo, amo i suoi occhi, il suo sorriso mi fa sciogliere e a volte mi manca? » dico.

« Wow, deve essere proprio bello per parlarne cosi bene » in effetti, torti non ne ha. Ma io finisco sempre per rovinare ogni cosa.

Forse sono stata dura con lui, l' orgoglio fa la sua parte e non posso dimostrarmi debole. Ho risposto come faccio con tutti, famoso o meno lo tratto come tutti gli altri. Però mi manca a volte. In quei tre giorni che non ci siamo visti, ho avuto l' impulso di chiamarlo, ma poco dopo riattacavo la chiamata.

« È meglio andare a lavoro adesso, magari più tardi potremmo uscire » annuisco, prendo la giacca, il cellulare e il post-it.

***

Se adesso mi dici ti amo non so nemmeno dirti chi siamo // Capo Plaza Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora