Natalia
Avanzo verso Luca, che è intento a parlare con Gabriele, appena mi avvicino a lui si gira sorridendomi. La verità è che non se perdonarlo o meno, quello che ha fatto di certo non è stato di mio gradimento, ma saperlo vicino ad un'altra mi sentirei un vuoto dentro. Da quando è apparso nella mia vita, qualcosa è cambiato. Anche se continuiamo a farci del male, stare lontana da lui è difficile, perché in qualche modo riesce sempre ad attirarmi.« Natalia » inizia lui « possiamo parlare? » annuisco e Gabriele capisce che dobbiamo restare soli, facendo un favore di andare dagli atri.
« Preferisco parlare meglio da un'altra parte » mi segue e andiamo nell' appartamento di Elena e Xavier.
Chiudo la porta dietro di me, dopo averlo fatto entrare, e ci accomodiamo sul divano. Credo che sia meglio raccontargli la verità, anche se già sa del rapimento, ma non sa nulla di me. Infine lui voleva conoscermi, perché non farlo ora?
« Senti mi dispiace per averti mentito sul fatto che conoscevo Federico e di essere stato una spia, se vogliamo metterla in questo modo. Ma sono pentito e voglio aiutarvi » l' unica cosa che faccio è annuire e basta.
« Se sei pentito dimostrarlo di esserlo, solo cosi posso confermare che sei dalla nostra parte » dico, guardandolo negli occhi « qualsiasi cosa tu sia coinvolto con Federico non sono affari miei e non mi interessa. Mi interessi solo tu » ed è vero, gli affari suoi insignificanti per me, i motivi non gli voglio sapere.
« Stai dicendo che mi ha perdonato? » domanda, scuoto la testa in segno di negazione.
« No. Ho sempre odiato i traditori e i falsi bugiardi. Perciò avrò bisogno di tempo per pensarci ».
« Va bene » si limita a dire, e io che mi aspettavo di più.
Mi alzo dal divano andando verso la finestra, guardo dei bambini innocenti che giocano felici, con il pallone. Avrei tanto voluto essere come loro, essere felice e basta. Ma cercare di essere felici è più complicato di non esserlo affatto.
« Sai quando mi chiedevi di volermi conoscere? » annuisce e poi viene da me « credo che sia arrivato il momento di raccontare il mio passato » prendo un respiro profondo, so che sarà duro, ma devo pur sfogarmi con qualcuno, e so per certo che Luca saprà ascoltarmi.
« Ok ».
« Tutto è cominciato otto anni fa, avevo solo tredici anni quando mio padre se ne è andato di casa, quel giorno non lo più visto. Ci ha lasciato senza nemmeno un saluto, un motivo per cui l'ha fatto, ma nulla. Con mia madre è iniziato a cambiare il nostro rapporto, dall' amore madre e figlia, all' odio. Mi diceva che assomigliavo a mio padre, dal quel momento odiavo il fatto di essere uguale a lui. Non mi importava più di mio padre, sai cosa significa essere abbandonati dal tuo papà? » mi guarda negli occhi dispiaciuto, però provare pietà per me, non ha senso adesso.
« Cosa ha significato per te » chiede, cosa dire, non spiegare con certezza ciò che provo, ma so che mi ha causato dolore.
« Dolore, ecco cosa significa l' abbandono di mio padre, ma non solo anche rabbia, tanta rabbia. Anche a scuola non ero più la stessa: saltavo le lezioni, ero in ritardo, rispondevo ai professori, al tal punto di lasciare la scuola sedici anni. Non mi importava più della scuola. Poi dopo un mese passato, ho conosciuto Elena e Xavier, all' inizio il nostro rapporto era brusco, continuavamo a litigare, ma allo stesso tempo siamo diventati amici, be' quasi amici, mentre Elena aveva la mia stessa età al quel tempo. » faccio una pausa.
Mi faccio forza per parlargli del mio passato, ora che racconto questo, sembrerà nulla, ma non si possono cancellare le cicatrici sulla pelle, che negli anni mi hanno lasciato. I ricordi sono fuoco sulla pelle.
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Se adesso mi dici ti amo non so nemmeno dirti chi siamo // Capo Plaza
Fanfiction©️ COPYRIGHT Natalia vive con la madre a Salerno. Non ha una vita come le altre ragazze, non va d' accordo con la madre e suo padre l' ha abbandonata a soli tredici anni senza più farsi sentire. Ma nonostante tutto lei continua ad andare avanti com...