Prologo

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[A quanto pare è necessario fare una piccola premessa... siccome mi è stato detto molte e molte volte che in alcuni punti la mia storia è troppo sbrigativa, vorrei specificare che questa è una bozza, una prova, un qualcosa per capire se l'idea può funzionare o meno. I dettagli, gli ampliamenti o qualsiasi aggiustamento li sto facendo sul computer, sul testo vero. Wattpad per me è una piattaforma dove testare se il prodotto potrà piacere o meno. Quindi, dette queste cose, spero che la mia storia possa interessarvi e colpirvi. In quanto tratta di un argomento delicato che a molti dà fastidio. Se deciderete di leggerla dovrete mantenere una mentalità aperta, ovviamente i consigli fanno sempre piacere, basta che siano espressi in maniera educata. Buon proseguimento futuri lettori (o almeno spero🌺)]





Era una fredda mattinata d'autunno e John, come ogni giorno da quindici anni a questa parte, si stava preparando per andare a lavorare.
Fece colazione velocemente con una tazza di caffè e due fette biscottate. Mise tutto nel lavello e uscì, chiudendosi delicatamente la porta alle spalle, per non svegliare la sua bambina.
Chiamarla bambina, forse, non era più tanto corretto visto che, la sua Cassie, ormai aveva compiuto vent'anni.
Ma per John sarebbe rimasta per sempre la sua bambina.

Quel giorno pioveva molto, il tempo era stato davvero inclemente nell'ultima settimana. John aprì l'ombrello e, tenendosi stretto il giaccone, si mise in cammino.
Era un agente immobiliare, il suo ufficio distava circa quindici minuti di cammino dall'appartamento, così nel caso Cassie avesse avuto qualche problema improvviso, non ci avrebbe messo molto a raggiungerla.
Visto il brutto tempo, si preannunciava una giornata tristemente improduttiva.
La città pareva cristallizzarsi nei giorni di pioggia.

Mentre John, lui amava la pioggia.
Poteva passare le ore seduto su una sedia a guardare le goccioline scivolare sul freddo vetro della finestra.
Da quando aveva divorziato, tanti anni prima, la sua vita non era più stata la stessa.
Ringraziava ogni giorno per aver ricevuto in custodia sua figlia, l'unica ragione della sua vita.
La sua ex moglie, Cora, lo aveva portato sull'orlo della pazzia ma, finalmente, quei giorni bui erano finiti.
Adesso avevano un bellissimo appartamento in centro città, Cassie si era diplomata e doveva iniziare il terzo anno di college.

Alzò lo sguardo da terra, ormai mancavano pochi metri all'entrata dell'ufficio, quando sentì un rumore assordante provenire dalla sua destra e poi, più nulla.
Una macchina passò con il rosso e, a causa della pioggia, non riuscì a frenare in tempo.
Il conducente scese subito dall'auto e, in preda al panico, iniziò ad urlare che qualcuno chiamasse un'ambulanza.
Prese la mano di John e gli disse di non mollare.
John guardò verso lo sconosciuto ma non riuscí a vederlo veramente.
Aveva solo un rimorso nella sua vita, non aver potuto rivedere suo figlio maggiore, Dylan.
Una lacrima calda gli rigò la guancia e si mescolò con la pioggia che continuava a cadere, senza curarsi di niente e di nessuno.

Sospirò pesantemente e chiuse gli occhi per l'ultima volta, pensando ai volti sorridenti dei suoi due figli quando erano ancora dei bambini.
L'ambulanza arrivò pochi istanti dopo ma ormai, non c'era più niente da fare.
Il corpo esanime di John venne caricato sul mezzo e portato via.
Nel frattempo arrivò la polizia che si mise a fare domande al conducente dell'auto, prima di portarlo in centrale.

***
Qualche ora dopo, Cassie venne svegliata da una telefonata che le cambiò la vita per sempre.

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