"La fine è più vicina di quando pensi, ed è già scritta. Tutto ciò che possiamo scegliere è il momento corretto per iniziare."
· Tratto da un discorso di Re Tristan di Acquemosse.
La neve fresca formava immacolati bastioni sui rami spogli delle betulle che fiancheggiavano il viale. Il bianco spiccava sul nero, come l'abito invernale di un consigliere imperiale. La neve fioccava lenta ricoprendo di nuovo candore scintillante i vecchi strati accumulatisi nel cortile; ammorbidiva i duri solchi lasciati dalle ruote dei carri, cancellava le impronte dei ragazzi e riduceva i sentieri a vaghe ombre di se stessi. Mentre osservavo la scena dalla mia finestra, arrivò un'altra carrozza trainata da un tiro di pomellati. Il mantello rosso del postiglione era spruzzato di neve. Un paggio vestito di verde e giallo si alzò di scatto dai gradini di Corvo Bianco per andare ad aprire lo sportello della carrozza e fece un gesto di benvenuto ai nostri ospiti. Da dove mi trovavo non riuscivo a capire chi fossero, solo che il loro abbigliamento suggeriva mercanti di Toussaint piuttosto che nobili dei poderi confinanti. Quando uscirono dalla mia visuale, e il postiglione andò a portare la carrozza nelle scuderie, alzai lo sguardo verso il cielo del pomeriggio. Non era ancora finita, anzi, sospettavo che sarebbe nevicato per tutta la notte. In fin dei conti calzava a pennello. Lasciai ricadere la tenda e mi voltai mentre Elanor entrava nella nostra camera da letto. "Solas! Non sei ancora pronto?" Abbassai lo sguardo per darmi una controllata. "Ero convinto di esserlo..." cercai di giustificarmi, ma mia moglie fece schioccare la lingua, segno che aveva compreso la mia menzogna. "Oh Solas. È la Festa d'Inverno. Le sale sono addobbate con ghirlande. Dorian ha fatto preparare un banchetto che probabilmente sfamerà tutti per giorni, le tre compagnie di menestrelli che ha invitato stanno già accordando gli strumenti, metà degli ospiti sono già arrivati. Dovresti essere giù ad accoglierli, e invece non ti sei ancora cambiato!" Pensai di chiederle che cosa non andasse nel mio abbigliamento, ma lei stava già frugando nel mio baule, sollevando un indumento alla volta, esaminandolo per poi scartarlo. Io aspettavo in religioso silenzio. "Questa!" disse, tirando fuori una camicia bianca di lino con le maniche larghe, strette ai polsi da dei lacci di cuoio. "E sopra il farsetto. Lo sanno tutti che vestirsi di verde alla Festa d'Inverno porta fortuna. Con la catena d'argento che si abbina ai bottoni. E queste braghe. Sono talmente antiquate da farti sembrare un vecchio, ma almeno non sono consumate come quelle che porti. So bene di non poterti chiedere di indossare i pantaloni nuovi." "Io sono un vecchio. - precisai - Pensandoci bene ho perso il conto dei miei anni, ma mi sarà pure concesso di vestirmi come mi aggrada." Lei aggrottò la fronte e mi scoccò una finta occhiataccia di sdegno, piazzandosi le mani sui fianchi. "Mi stai prendendo il giro? Sembro più vecchia di te, e lo sai." "Ma no! - mi affrettai a rimediare, comunque non potei fare a meno di aggiungere borbottando - Però non capisco perché tutti smaniano dalla voglia di agghindarsi quasi fossero nobili di Nazair. Il tessuto di quei pantaloni è così sottile che basterebbe una spina di rovo a strapparlo e..." Lei fece un sospiro esasperato "Sì, sì, sì. Te l'ho sentito dire decine di volte. A parte il fatto che non esistono rovi all'interno di Corvo Bianco, o no? Ma almeno infilati queste braghe pulite. Quelle che indossi sono inguardabili; non le portavi anche ieri quando hai dato una mano ai giardini? E cambiati gli stivali, quelli che indossi sono logori. Dovrai danzare, lo sai?" Si rialzò dal baule saccheggiato, mentre io, dopo essermi arreso all'inevitabile, avevo già cominciato a spogliarmi. Mentre mi sfilavo la camicia, i miei occhi incontrarono i suoi. Aveva quel sorrisetto familiare stampato sul volto, e nel contemplare la sua coroncina d'edera, i merletti della camicia e la tunica dai ricami vivaci, ricambiai il suo sorriso. Lei mi guardò ancora più maliziosa e fece un passo indietro. "Andiamo, ma vhenan. Giù ci sono gli ospiti che ci aspettano." "Hanno aspettato finora, possono aspettare un altro po'. Ci penserà nostra figlia ad accoglierli." Mi mossi verso di lei. Lei arretrò fino alla porta e mise una mano sul pomello, continuando a scuotere i lunghi riccioli neri. Abbassò la testa e mi guardò da sotto le ciglia folte, e all'improvviso tornò la ragazza con cui avevo danzato sulla terrazza del Palazzo d'Inverno. Lo ricordava? Forse, a giudicare dal modo in cui si morse il labbro. Sembrava sul punto di cedere, poi disse decisa: "No. Gli ospiti non possono aspettare, e per quanto Ainwen sia in grado di accoglierli, il benvenuto della figlia del padrone di casa non sarà mai come quello che potremmo dare noi. Narwain potrà stare al suo fianco e aiutarla come nostro sovrintendente, ma finché Cirilla darà il consenso alle nozze, non dovremmo presentarli come coppia. Perciò siamo noi che dobbiamo attendere. Perché io non mi accontenterò di un 'ritaglio' del tuo tempo stasera. Mi aspetto qualcosa di meglio da te." "Davvero?" la sfidai, e mossi altri due passi verso di lei, ma con un gridolino vezzoso Molly sgusciò dalla porta. Attraverso lo spiraglio prima di chiuderla, aggiunse "E sbrigati! Lo sai quant'è facile che le feste sfuggano di mano. Ho lasciato Ainwen a occuparsi di tutto, ma sai anche che Narwain può essere scalmanato." Una pausa "E non osare fare tardi e lasciarmi senza compagno per le danze." Chiuse la porta nel momento stesso in cui la raggiungevo. Mi fermai e poi, con un sospiro rassegnato, tornai alle braghe pulite e agli stivali morbidi. Elanor si aspettava che ballassi, e avrei fatto del mio meglio. Sapevo che a Narwain piaceva lanciarsi in ogni sorta di festeggiamenti a Corvo Bianco con una sfrenatezza ben poco consona alla persona riservata che si dimostrava a Cintra, e forse non del tutto appropriata colui che in teoria era solo il nostro ex sovrintendente. Mio malgrado mi sorpresi a sorridere. Quando era lui a condurre, spesso Ainwen lo seguiva, mostrando un lato spensierato del carattere che di rado manifestava a corte. E poiché Dorian aveva invitato mezzo villaggio e molti più musicisti di quanti avrebbero potuto esibirsi in una sola serata, avevo il fondato sospetto che la nostra Festa d'Inverno sarebbe durata almeno tre giorni.
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You went looking for a Myth and found an elf
FanfictionSolas vive in pace con la famiglia nella tenuta che ha avuto in dono dalla Corona di Nilfgaard per gli anni di leale servizio. Ma dietro quella facciata di tranquillo e rispettabile signore di campagna si nasconde un passato turbolento. Perché Solas...