"C'erano una volta un brav'uomo e sua moglie. Avevano lavorato sodo per tutta la vita e con il tempo la sorte li aveva favoriti di tutto quello che desideravano, tranne una cosa. Un figlio.
Un giorno, mentre la moglie passeggiava in giardino piangendo perché non aveva bambini, un folletto sbucò da un cespuglio di lavanda e le chiese: "Donna, perché piangi?" "Piango perché non ho un bambino mio." rispose lei. "Oh, ma quanto sei sciocca – replicò il folletto – Basta chiedere. Ti garantisco che se farai come ti dico, entro l'anno stringerai un neonato fra le braccia." "Dimmelo, ti prego!" lo implorò la donna. Il folletto sorrise. "È facile. Stasera, quando il sole bacerà l'orizzonte, stendi a terra un quadrato di seta. Assicurati che sia assolutamente piatto, senza nemmeno una piegolina. E domani, qualunque cosa troverai sotto la seta, sarà tua." La donna si affrettò a fare come le era stato dettato. Non appena il sole lambì l'orizzonte, stese la seta sul terreno e la lisciò per non lasciare nemmeno una grinza. Al calar della sera, dopo che era tornata in casa, arrivò un topolino curioso, che annusò la seta e ci zampettò sopra, lasciando sul bordo una minuscola grinza.
Alle prime luci dell'alba, la donna corse in giardino. Udì un flebile rumore e vide muoversi la seta. Quando sollevò il quadrato di stoffa, trovò un neonato perfetto dai luminosi occhi scuri. Ma il bebè non era più grande del palmo della sua mano..."
· "Antica fiaba Neromenica." Traduzione di Solas Dorren aep Shadhal.
Dieci giorni dopo la nascita della bambina, decisi di parlare con Elanor. Temevo il confronto, ma non c'era modo di evitarlo, e continuare a rimandare non avrebbe fatto altro che peggiorare le cose.
Dato che sia io sia Ainwen avevamo dubitato della lunghezza della sua gravidanza, non avevamo divulgato la notizia della gravidanza stessa, nemmeno nella cerchia più stretta di amici. Ainwen aveva informato Cassandra e Sera, ma solo accennando al fatto che la madre stava invecchiando e che ogni tanto vaneggiava. I nostri compagni di un tempo conducevano ormai una vita propria. Erano troppo assorbiti dalle proprie faccende per preoccuparsi più di tanto dei problemi di Elanor. Erano sicuri che Ainwen e Solas se la sarebbero cavata egregiamente in quel triste frangente e, d'altro canto, loro che cosa potevano fare? È così che gli amici accettano con serena rassegnazione l'invecchiamento dei loro compagni. Però adesso c'era la bambina da spiegare. E non soltanto a loro, ma al resto del mondo e finora avevo affrontato il problema semplicemente ignorandolo. Nessuno al di fuori di Corvo Bianco sapeva niente, nemmeno Ainwen, ed ora dovevo confessarlo a Elanor.
Mi preparai per la missione. In cucina avevo chiesto un vassoio di quei biscottini che le piacevano tanto, con una ciotola di panna dolce e cremosa e della confettura di lamponi. C'era anche una teiera colma di tè nero fumante. Assicurai Fiammetta di essere perfettamente in grado di portare il vassoio da solo e mi avviai verso la cameretta della bimba. Lungo il tragitto passai in rassegna le mie ragioni come se dovessi affrontare una battaglia e controllassi le armi.
Per prima cosa, Elanor si era stancata troppo e non volevo che gli ospiti la disturbassero. In secondo luogo, c'era la bambina, troppo piccola e fragile. Elanor stessa mi aveva detto che forse non sarebbe sopravvissuta, e tenerla al riparo da attenzioni eccessive sarebbe stato per il suo bene. Terza cosa, non avrei mai voluto che qualcuno avanzasse pretese sul futuro di nostra figlia, perché da grande decidesse da sola... No. Questo motivo era meglio tenerlo per me, per il momento, almeno.
Riuscii ad aprire la porta senza far cadere il vassoio. Lo posai con delicatezza sul tavolinetto basso. Elanor si teneva la bambina contro la spalla e le dava qualche leggera pacca sulla schiena, canticchiando sotto voce. Il vestitino scendeva ben oltre i piedi della bimba, e le sue braccine si perdevano nelle maniche.
YOU ARE READING
You went looking for a Myth and found an elf
Fiksi PenggemarSolas vive in pace con la famiglia nella tenuta che ha avuto in dono dalla Corona di Nilfgaard per gli anni di leale servizio. Ma dietro quella facciata di tranquillo e rispettabile signore di campagna si nasconde un passato turbolento. Perché Solas...