Capitolo Ventuno

2.4K 91 3
                                    

Il rumore di una porta che sbatteva mi fece svegliare di colpo, nonostante fossi ormai sveglia però tenni ancora gli occhi chiusi cercando di riprendere il contatto con il mondo, quando improvvisamente ricordai.
Spalancai subito gli occhi e vidi la stanza immersa nella luce
Voltai il viso di scatto verso la finestra, era chiaro fosse mattina e a giudicare dal sole che splendeva nel cielo dovevano essere più o meno le 10:00

Merda, mi ero addormentata

Mi misi velocemente a sedere e vidi la coperta avvinta nel mio corpo e subito dopo il mio sguardo cadde nel posto accanto a me
In testa mi comparve subito l'immagine di Kyle seduto accanto a me e la sua mano sul mio visto

Oddio l'ingaggio!

Con un salto, scesi giù dal letto e in meno di dieci secondi ero già fuori dalla stanza.
Percorsi il corridoio, ma alle orecchie non arrivarono le solite grida dei razzi provenienti dal piano di sotto, ma decisi di scendere a dare comunque un'occhiata.
Arrivata in salotto, come ero già aspettata lo trovai assolutamente vuoto e non c'era traccia che indicasse che qualcuno aveva preparato la colazione

Strano, molto strano

A quel punto nella mia testa iniziarono a passare le teorie più impensabili e sentivo già l'ansia farsi strada dentro di me
Salì correndo le scale e ed iniziai ad aprire le prime due porte del corridoio che appartenevano alle stanza di Emmett e Damon, ma trovai solo dei letti vuoti e questo non fece che aumentare la mia ansia che adesso era diventata pura paura che gli fosse successo davvero qualcosa di brutto.

Di colpo, sentì il rumore di una maniglia abbassarsi e dopo qualche secondo una voce provenire dalle mie spalle

"Ti sembra orario di fare tutta questa confusione? Sto cercando di dormire cazzo" disse una voce assonnata
Appena la udì mi girai di colpo ritrovandomi a un metro di distanza da Kyle intento a stropicciarsi il viso assonnato.
appena lo vidi, sentì per un attimo il mio cuore battere più forte e senza rendermene conto in meno di un secondo avevo percorso tutto il tratto di corridoio che ci separava e gli ero finita addosso avvolgendogli le braccia al collo stringendolo più che potevo
"Ei, datti una calmata, mi stai uccidendo" disse Kyle con voce soffocata cercando di prendere aria
"Scusa scusa" risposi allentando la presa
"Allora, a cosa devo tutto questo?" domando Kyle con un sorrisetto sul volto

Adesso che avevo Kyle davanti avevo la conferma che fortunatamente le paure erano solo nella mia testa e che tutti stavano bene ma col sennò di poi iniziai a sentirmi in imbarazzo e onestamente anche un po' ridicola per aver pensato subito al peggio, così lentamente mollai del tutto la presa su Kyle

"Beh, io..." dissi imbarazzata distogliendo lo sguardo dai suoi occhi verdi che continuavano a fissarmi furbi.
"Oooh, capisco, eri preoccupata per me, non è così Lindy?" mi domandò ridendo lievemente
"In realtà ero più preoccupata per i ragazzi che per te" risposi alzando gli occhi al cielo, incredula davanti a tale egocentrismo
"Ma comunque ti sei preoccupata e ti avevo detto di non farlo" rispose scuotendo la testa contrariato
"Quando non ho visto nessuno dei ragazzi nelle loro stanze o in salotto pensavo..." cercai di dire,quando la sua voce continuò la mia frase
"Pensavi ci fosse successo qualcosa"
"Già" risposi guardando le punte dei miei piedi
D'un tratto due dita si posarono sotto il mio mento e riportarono il mio viso all'altezza dei suoi occhi
"Ti avevo promesso che sarebbe andato tutto bene e non ci sarebbe stato nessun problema ed io mantengo sempre le mie promesse" disse in tono serio guardandomi negli occhi e dopo aver tolto le sue dita da sotto il mio mento aggiunse "E poi i ragazzi sono in centro per un ingaggio ecco il perché delle stanze vuote e della colazione" e dopo aver risposto si allontanò qualche centimetro da me riportando una certa distanza tra noi
"Ora è tutto più chiaro... comunque per quel che vale sono contenta che sia andato tutto bene" risposi facendo un lieve sorriso
Kyle senza rispondere mi rivolse lo stesso sorriso che gli avevo appena fatto
"Ti andrebbe di venire con me in un posto?" Mi chiese guardandomi pensieroso 
"Che genere di posto?" Risposi confusa
"Diciamo che devo occuparmi di una commissione qui vicino"
"D'accordo.." disposi ancora più confusa dopo la sua risposta parecchio vaga 
"Ci vediamo giù tra cinque minuti e non fare tardi, non mi piace aspettare" in tono arrogante infilandosi di nuovo in camera sua chiudendo la porta
"Stronzo" dissi borbottando  e mi diressi verso la mia stanza.

Da quando mi hai rapita [FANFICTION]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora