Capitolo Ventisette

2.3K 81 0
                                    

POV KYLE

"Sei sicuro di volerlo fare Kyle?..." mi chiese Damon poggiando una mano sulla mia spalla
Mi voltai  verso  lui e Jughead
"Si, devo farlo" risposi con voce decisa e senza aspettare una risposta spalancai lo sportello dell'auto e scesi, seguito  subito da entrambi.

Avevamo percorso Harlem fino ad arrivare nel Queens esattamente in 53 minuti e durante il viaggio nell'auto era regnato il più totale silenzio, ma non un silenzio normale, c'era qualcosa di più di tre bocce che non emanavano un suono, qualcosa di così grande e pesante che riusciva a parlarti senza emettere nessun tipo di rumore, ma riusciva a farti sentire tutta la paura, la tristezza e il terrore di cui era colmo.

Avanzai a passi lenti e dopo aver percorso all'incirca un metro alzai gli occhi sopra di me e al solo leggere quelle due parole sentì il cuore tremare per qualche secondo.
L'insegna di legno del San John che si trovava ai cancelli, troneggiava sull'enorme edifico che si trovava alle sue spalle.

"Non sembra neanche il San John" disse Jughead in un soffio, iniziando ad avanzare di lato a me
"Già... immagino abbiano dovuto ristrutturare tutto quanto dopo..." iniziò a ribattere Damon, ma prima che potesse finire la frase, improvvisamente, sentimmo un forte rumore provenire dall'edificio e le porte di legno si spalancarono  di colpo.
"Merda, Kyle dobbiamo andare prima che ci veda qualcuno!" disse Damon imprecando e tirandomi con forza  per il giubbotto verso la nostra auto.
Di colpo, dalle porte ormai aperte, iniziarono ad uscire un groppo di bambini e le loro urla gioiose mi arrivarono immediatamente alle orecchie ed i miei occhi non smettevano di guardarli ipnotizzati.
"Ma che cazzo..." disse la voce di Damon in un sussurro mollando di colpo la presa dal mio giubbotto.
"Mio Dio..." ribatté Jughead con voce tremula, altrettanto spiazzato.

Continuavo a fissare quei trenta o forse quaranta bambini sparsi per il cortile dell'istituto, ma la cosa che più mi lasciò attonito, come del resto aveva lasciato sia Damon che Jughead, fu il fatto che fossero completamente liberi.
Giocavano, ridevano, urlavano tra di loro, come se si trovassero in un parco giochi o al circo, senza curarsi di niente e di nessuno...

"Non posso cedere che quello che abbiamo fatto abbia cambiato davvero le cose lì dentro..." disse Damon senza parole
"Credici fratello, cioè li hai visti? Stanno sorridendo...niente lividi nel viso, niente braccia o gambe ingessate e niente guardiani con in mano mazze o bastoni a sorvegliarli...non posso credere che quello che abbiamo fatto abbia davvero fatto la differenza, è assurdo solo pensarlo..." concluse  Jughead incredulo davanti a tutto questo

Guardai ogni viso di ogni bambino
Come aveva detto Jughead non vi erano lividi sui loro volti, ne ossa rotte e nei loro sguardi non riuscivo a captare alcun tipo di tristezza o terrore... vedevo solo dei volti sereni, innocenti e pieno di gioia.

"Kyle dì qualcosa accidenti!!  Come fai a stare in silenzio davanti a tutto questo?! Ti rendi conto, il San John non esiste più, lo capisci questo?!"urlò quasi Damon iniziando a scuotermi con un entusiasmo che poche volte gli aveva visto in vita mia.

Guardavo i bambini,guardavo Jughead e Damon e nello stesso tempo, nella mia mente rivivevo quello che avevamo passato lì dentro
Il San John  che vedevo non era più lo stesso posto, ma nonostante tutto non riuscivo a capire come dei bambini potessero vivere felici lì dentro....ma era impossibile negare davanti all'evidenza
Per quanto volessi essere felice esattamente come Damon e Jughead, non riuscivo ad esserlo,sentivo che qualcosa non andava

Guardai Damon fisso negli occhi
"Senti Damon è tutto troppo strano, questo posto non può essere diventato un parco giochi per bambini così all'improvviso, adiamo ragazzi, lo vedete anche voi che questo posto non è il San John che abbiamo lasciato...Abbiamo fatto quello che abbiamo fatto nella speranza di vedere questo posto cadere a pezzi una volta per tutte ed e fare in modo che tutti quei bambini e noi stessi smettessimo di soffrire questo è vero, ma non posso credere sia cambiato così tanto, io non ci riesco.
C'è qualcosa sotto , io lo so" dissi infine girandomi un'ultima volta verso i cancelli del San John e guardando quei bambini scherzare allegramente.
Jughead si avvicinò a me e appoggiò la sua mano sulla mia spalla
"Kyle...Noi tre abbiamo vissuto anni inimmaginabili lì dentro e vedere adesso quello stesso posto, quelle stesse mure con dentro dei bambini completamente diversi, dei bambini felici fa paura e fa male e lo capisco...tutti avremmo voluto essere al loro posto tanti anni fa, ma guardali... loro sono davvero felici lì dentro, ti prego non lasciare che il passato ti metta questo dubbio in testa, accetta che le cose siano andate bene per una volta e sii solo felice per loro" disse infine Jughead  dandomi una piccola pacca sulla spalla

Da quando mi hai rapita [FANFICTION]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora