Da quando mi hai rapita [FANFICTION]

Capitolo Uno

"Buonanotte Jo!" gridai uscendo dal locale
"Notte Lindy, ah e ricorda che domani devi coprire il turno di Santana!" disse con la sua solita voce roca resa così dalle sue immancabili sigarette
"Tranquillo, è tutto qui dentro" indicai la mia testa con un sorrisetto "ci vediamo domani pomeriggio alle due!" e subito dopo chiusi la porta dietro di me.

L'aria fresca di ottobre mi sferzò il viso e alle orecchie mi arrivarono vari rumori che riempivano la notte
Clacson, gente che imprecava contro il traffico e la musica provenire dal Moony Cheers, che da poco aveva aperto le porte alla solita clientela abituale: prostitute, alcolizzati in cerca di risse,drogati e spacciatori
Insomma, tutta gente molto raccomandabile, ma Ei,questa è Harlem e non per fare di tutta l'erba un fascio, ma è risaputo che soprattutto la notte non è una delle zone più sicure e raccomandabili di New York...ed io lo sapevo molto bene
Fortuna per me il mio "appartamento" non distava molto dal pub dove lavoravo, quindi non avevo mai avuto problemi, almeno su questo.

Girai le chiavi ed aprì la porta del misero trilocale che chiamavo "casa" ormai da tre anni

"PAPÀ SONO TORNATA!" gridai senza ottenere alcuna risposta
Entrai in quello che era il salotto, ma di mio padre nessuna traccia
Continuai a guardarmi intorno quando, sentì un rumore provenire dal bagno
Corsi fino alla porta spalancandola di colpo e trovandomi davanti un'immagine che ormai avevo ben impressa nella mente
Proprio lì, sul pavimento del bagno come quasi ogni notte ormai, giaceva mio padre con i suoi soliti vestiti lerci e sopratutto troppo fatto per potermi degnare di una parola.

Avanzai verso di lui guardandolo dall'alto verso il basso e quando si accorse della mia presenza schiuse leggermente gli occhi facendomi un sorriso ubriaco

Era completamente andato, per la millesima volta.

Jack Taylor, ovvero mio padre, non era sempre stato un vagabondo e un tossico dipendente
Un tempo lavorava in una compagnia di assicurazioni, aveva una bella casa con un giardino enorme e una moglie incantevole e dall'animo buono che lo amava più di ogni altra cosa a parte me ovviamente... ma da quando mamma era morta, insieme a lei, perse anche il suo lavoro e subito dopo a causa dei debiti dovette vendere anche la nostra casa... perdendo così tutto quello che aveva o per lo meno quasi tutto, ma non riusciva ad accettare il fatto di dover vivere senza l'amore della sua vita ed è proprio per questo che da ormai tre anni aveva iniziato a drogarsi per colmare questo enorme vuoto che mia madre aveva lasciato nella sua vita, rovinandosi giorno dopo giorno.
Inizialmente erano cose leggere come l'erba, ma  piano piano iniziò a passare a cose più pesanti, come la cocaina e l'eroina dando il via al suo lento e doloroso suicidio.
Ovviamente avevo provato in tutti i modi ad aiutarlo, ma era tutto inutile
Lui aveva già deciso per entrambi e presto mi sarei ritrovata completamente sola, e lo so, è ironico da dire, ma vista la situazione tragica credo che solo la morte lo possa salvare da se stesso e vederlo così sapendo di non poter far niente per aiutarlo, di non essere abbastanza per aiutarlo, per me era come morire un po' con lui.

Improvvisamente sentì la rabbia salirmi in corpo
Non riuscivo a tollerare più il suo comportamento infantile e il fatto che non mi considerasse abbastanza importante nella sua vita, che non gli fosse passato neanche per un secondo in mente di poter vivere per me, per l'unica figlia che aveva e che non avesse pensato a quanto tutto questo mi avrebbe fatta soffrire... ma probabilmente neanche gli importava

Infondo era solo un vigliacco egoista.

Mi inginocchiai accanto alla sua faccia e anche se i suoi occhi rossi cerchiati di marrone erano rivolti verso di me, sapevo che con la testa era da tutt'altra parte
Gli lanciai uno sguardo capace di incenerire chiunque, carico di tutto l'odio che portavo nel cuore da anni e con tono di disprezzo non potei fermare le parole che mi uscirono dalla bocca tutte d'un fiato