Capitolo Cinque

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La fragranza del caffè mi arrivò alle narici risvegliando dolcemente i miei sensi
Doveva essere un sogno anche se per esserlo il profumo era davvero reale

Mi girai a pancia in sù e iniziai a stiracchiarmi e a sbadigliare
Dormire in quel letto era come dormire sulle nuvole
Una sorta di esperienza mistica meravigliosa

Improvvisamente, un rumore mi fece spalancare gli occhi e di scatto mi misi a sedere
Per un attimo pensai di avere un'allucinazione, quando davanti a me, seduto sul divano di fronte al mio letto vidi lui

Mi bastò un istante, affinché la rabbia iniziasse a farsi strada dentro di me e con un balzo saltai giù dal letto

"TU! BRUTTO PEZZO DI MERDA, APRI QUELLA DANNATA PORTA E FAMMI USCIRE DA QUI DENTRO O GIURO SU DIO CHE TI DARÒ COSÌ TANTE SBERLE DA RENDERTI IRRICONOSCIBILE!!"
urlai a squarciagola guardandolo in cagnesco

Lui mi fissò con il suo solito sguardo freddo, ma riuscì a cogliere del fastidio che provava a nascondere ed era evidente che stesse cercando di mantenere la calma ed io non gli rendevo di certo le cose facili

"Buongiorno anche a te.
Ti ho portato da mangiare" disse con tono calmo indicando dei sacchetti poggiati sulla scrivania

Non potevo credere a tutto questo
Lo avevo appena minacciato di morte e lui in risposta mi aveva portato la colazione?
Rimasi in silenzio per un minuto non sapendo cosa dire

"Sai, se restassi in silenzio per sempre sarebbe tutto più facile" aggiunse continuando a guardarmi seriamente

Ok Lindy fa dei bei respiri profondi e prendi fiato

Piano piano sentì la rabbia abbandonare il mio corpo facendo però spazio a della collera muta che iniziò a radicarsi dentro di me
Il fatto di avere davanti colui che in questo momento era libero di decidere sulla mia libertà mi faceva infuriare

Guardai il ragazzo ancora negli occhi
"Perché mi avete rapito?" dissi in tono serio e distaccato

Lui si mise dritto a sedere e appoggiò i gomiti sulle ginocchia
"Tuo padre deve dei soldi ad un uomo molto potente che ha ingaggiato me e la mia squadra per rapirti e portarti qui finché tuo padre non salda il debito che ha con lui"

Mi sedetti sul letto e mi portai le mani al viso
Merda
Che cazzo era passato per la testa a mio padre?
Non osavo pensare quanti soldi dovesse a quel tizio, ma sapevo per certo che non avesse nemmeno un dollaro, quindi nella migliore delle ipotesi se non verrò uccisa dovrò passare la mia vita chiusa qui dentro a marcire
Come sempre, mio padre era riuscito a mettermi nei suoi casini e a fare pagare a me i suoi problemi con la dipendenza
Non avrei mai pensato che si sarebbe abbassato a tanto, anzi che si sarebbe abbassato più di quanto l'avesse già fatto
Aveva proprio toccato il fondo e adesso sapevo per certo quanto poco gli importasse di me

Questo pensiero mi fece tremare il cuore e sentivo le lacrime bruciarmi gli occhi, ma non potevo piangere,non davanti a lui e non adesso.
Avevo bisogno di sapere di più e dovevo sfruttare tutto il tempo che lui avrebbe trascorso qui dentro per fargli più domande possibili, ma sopratutto dovevo cercare di mantenere la calma se volevo ottenere ciò che mi serviva.

Feci un bel respiro profondo e ritornai in me scacciando tutte le emozioni, lontane dalla mia mente e dal mio cuore, tornando a posare ancora una volta gli occhi su di lui
"Dove mi trovo?" chiesi mantenendo un tono serio e calmo
"In una casa sul lago"

Adesso era tutto più chiaro
Questo spiegava il lago che si vedeva dalla mia finestra e la presenza di soli alberi negli spazi intorno, ma non serviva a molto come indizio, New York era piena di laghi, sempre se mi trovavo ancora lì
Ero sicura che se gliel'avessi domandato sarebbe stato tutto inutile, non avrebbe parlato, così senza perdere tempo passai alla domanda successiva

"Tu chi sei?"

I suoi occhi verdi si posarono suoi miei
"Kyle Kingsbury"

Appena sentì quel nome rimasi per un momento spiazzata

"Kyle Kingsbury dei Bloods?" chiesi io cercando di assumere un tono di voce il più indifferente possibile, anche se ero rimasta molto sorpresa

Sulle sue labbra spuntò un sorrisetto
"Esatto, sono proprio io"

Avevo già sentito parlare di lui in giro
Giravano voci sul fatto che fosse il capo della banda più pericolosa di New York, i Bloods, che si occupava di affari loschi come questo
Non avevo mai dato peso a queste voci, ma adesso, beh, capivo il perché si fossero guadagnati questa reputazione, ma anche dopo essere a conoscenza di questo particolare riguardante lui, continuavo a non provare alcuna paura nei suoi confronti

Mi alzai dal letto e mi avvicinai alla scrivania che si trovava accanto a lui e iniziai ad aprire i sacchetti con dentro il cibo come se niente fosse
Subito il profumo di ciambelle e caffè invase l'aria e il mio stomaco iniziò a brontolare
Erano passere più di 24h dall'ultima volta che avevo messo qualcosa sullo stomaco

Presi il caffè e inizia a sorseggiarlo
Mmm
Quanto mi era mancato

Riportai l'attenzione su di lui che nel frattempo non mi aveva tolto lo sguardo di dosso

"Credo sia inutile che io ti dica il mio nome,penso che tu sappia già vita morte e miracoli sul mio conto"
dissi continuando a sorseggiare il caffè seduta ai piedi del letto, esattamente davanti a lui

Kyle mi lanciò uno sguardo incuriosito
"In realtà non so molto
So che ti chiami Lindy Taylor, che abiti e lavori ad Harlem, che tuo padre è un tossico dipendente che si chiama Jack Taylor e che tua madre è morta tanti anni fa"

Bevvi l'ultimo sorso di caffè e poggiai il bicchiere vuoto sul comodino
Tornai subito a guardarlo e con nonchalance dissi
"Beh, sai abbastanza" aprì il pacco delle ciambelle e ne presi una dandole un morso
Che meraviglia...

Lui continuava ad osservarmi senza dire una parola e questo mi face sentire terribilmente nervosa
"Smettila di guardarmi così" dissi in tono seccato
Lui alzò un sopracciglio
"Così come?"
"Come un coglione" dissi appallottolando il sacchetto vuoto delle ciambelle e appoggiandolo sul comodino insieme al bicchiere del caffè
Kyle si irrigidì di colpo e il suo sguardo torno ad essere duro
"Scusa puoi ripetere cosa hai detto?"  disse in tono serio
"Ho detto che sei un coglione, che succede, sei anche sordo adesso?" risposi guardandolo altrettanto ardentemente
Lui si alzò di scatto dal divano e a passi svelti venne verso di me avvicinandosi ad un centimetro dal mio viso
Di colpo il mio cuore iniziò a battere più forte
Era riuscito a prendermi alla sprovvista e sopratutto non avevo idea di cosa volesse fare
"Ascoltami bene ragazzina, dovresti ritenerti già parecchio fortunata ad essere ancora viva, quindi se vuoi poter respirare ancora ti conviene frenare quella bocca di merda e comportarti più educatamente nei miei confronti, ok?"
I suoi occhi mi bruciavano sulla pelle
Ma non avevo paura di lui anzi provavo solo una gran rabbia per la sua sfacciataggine

Come si permetteva ad urlarmi in faccia e a impartirmi ordini dopo che mi aveva rapita e chiusa in una stanza come un cazzo di animale!

"No" dissi guardandolo negli occhi con tutto l'odio che sentivo in questo momento "io non ho paura di te, sappilo e non intendo sottomettermi ai tuoi ordini del cazzo"

Di colpo vidi le narici di Kyle allargarsi e il suo respiro farsi sempre più affannato

Beh, adesso sì che era arrabbiato

Proprio mentre pensavo sarebbe uscito il peggio di lui, vidi i suoi occhi chiudersi e i suoi passi allontanarsi da me e dirigersi verso la porta, che con tutta la forza possibile, sbatte uscendo dalla stanza subito dopo

Lasciandomi lì sola
Fremente dalla rabbia

Da quando mi hai rapita [FANFICTION]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora