Capitolo Ventotto

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Seduta su uno dei divani del soggiorno continuavo a rigirare tra le mani il biglietto che Kyle aveva lasciato sul mio comodino il giorno prima
"Quando ti sveglierai sarò già nel Queens, ma tornerò presto da te, promesso."

Leggere la sua calligrafia sorprendentemente ordinata su quel pezzo di carta mi aveva messo una sorta di malumore e speravo che i ragazzi non se ne fossero accorti.

"Io e Isaac torneremo tra un paio di ore, ti raccomando Kevin, prenditi cura di Lindy" disse Emmett indicandolo con fare minaccioso
"Agli ordini" rispose lui ridendo
"Tranquillo Emmett, ce la caveremo" aggiunsi con un sorriso cercando di tranquillizzarlo
Emmett e Isaac ci guardarono per qualche altro secondo
"D'accordo ragazzi, ci vediamo tra un po'" disse infine Isaac con voce convinta, dirigendosi verso la porta di casa seguito da Emmett, mentre io salutavo entrambi con la mano.

Appena la porta si chiuse e il rumore della macchina che si allontanava dal Rifugio mi arrivò alle orecchie, mi sedetti di nuovo sul divano sospirando pesantemente.


Kevin si avvicinò al salotto e si sedette nell'altro divano della stanza, esattamente davanti a me .

"Cos'era quel sospiro?" chiese in tono tranquillo guardandomi
"Niente di che, alle volte rifletto sulla mia vita e penso che non mi dia mai un attimo di tregua" risposi coprendomi il viso con una mano
"Vedrai che andrà meglio appena sistemeremo questa faccenda con Holland, Kyle sa quello che fa" disse con tono convinto
"Da quanto tempo conosci Kyle?" chiesi curiosa, ma allo stesso tempo con indifferenza, non volevo capisse che stavo cercando di prendere informazioni
"Qualche anno, è stato lui a fondare la squadra, ma questo suppongo tu lo sappia già" disse facendo un sorrisetto e aggiungendo subito dopo "so che Kyle è molto riservato riguardo la sua vita privata, ma io sono del parere che tu debba sapere anche un minimo su di lui come tutti noi del resto,  quindi se vuoi farmi qualche domanda puoi farla tranquillamente Lindy" disse infine facendomi un sorriso

Beccata

Rivolgendogli un'espressione un po' imbarazzata per essere stata appena sorpresa, cercai di far finta di niente e di sfruttare al meglio questa  occasione
"Grazie Kevin... in realtà so molto poco di Kyle, ma per quello che ho capito è molto legato a Damon e Jughead, non è così?" gli domandai curiosa, la scena di per mer il particolare della foto che avevo visto nella sua auto, non volevo sapesse avevo sbirciato tra le cose di Kyle.
"Si esatto, non so molto  riguardo a questo a dire la verità...Sai sicuramente che Damon e Jughead sono fratelli, ma sono cresciuti insieme a Kyle fin da bambini ed essendo tutti e tre degli orfani per anni si sono considerati uno la famiglia dell'altro, almeno finché non siamo arrivati noi, da quel momento la squadra è diventata la famiglia di tutti, ma nonostante tutto tra loro è rimasto sempre quel rapporto speciale" rispose pensieroso

A quel punto mi ritrovai ancora più confusa di prima
Avevo intuito che Kyle avesse qualche problema con la sua famiglia dal fatto che non ne parlasse mai, ma adesso capivo perché, lui non aveva una famiglia e come lui neanche Damon e Jughead...ecco spiegato il loro attaccamento così fraterno, ma se tutti e tre erano degli orfani dove avevano vissuto per tutto il tempo della loro infanzia?

Iniziai a pensare, quando un dubbio mi spuntò nella mente
E se fossero cresciuti al San John?
Questo poteva spiegare  la presenza di loro tre da bambini nella foto che avevo trovato...
Chissà se Kevin ne sapevo qualcosa...

"E dove credi abbiamo vissuto tutta la loro infanzia?" gli chiesi curiosa
quella domanda, vidi Kevin fare una faccia indecisa, la stessa che avevo visto su Emmett quando gli avevo chiesto del passato di Kyle
Evidentemente era un argomento abbastanza privato di cui nessuno voleva parlare, sopratutto Kyle.

Kevin fece un respiro e appoggiò i suoi gomiti alle ginocchia
"Vedi Lindy, ne Kyle ne Jughead ne Damon parlano mai della loro vita precedente al nostro arrivo, ma io, Emmett e Isaac abbiamo cercato di raccogliere delle informazioni su di loro nel primo mese in cui eravamo venuti a vivere qui al Rifugio, ma stranamente non siamo riusciti a trovare molto" disse Kevin con voce confusa guardando un punto fisso davanti a lui e continuando subito dopo "Abbiamo scoperto che i genitori di Jughead e Damon sono morti in un incidente stradale e gli unici sopravvissuti sono stati loro.
La madre di Kyle invece, è morta durante il parto ed il padre non si è mai saputo chi fosse... per quanto riguarda il posto dove hanno vissuto, abbiamo scoperto solamente che hanno passato fra parte della loro infanzia in un orfanotrofio da qualche parte nel Queens, ma crediamo fortemente che sia successo qualcosa di davvero brutto in quel posto, altrimenti non sarebbero così restii a parlarne, non credo anche tu?" mi chiese tornando a rilassarsi sul divano
"Già, lo penso anche io..." risposi in un sussurro continuando a pensare a quella foto
"Io penso che ci vorrebbe una tazza di caffè dopo questa chiacchierata, ne vuoi un po'?" mi chiese Kevin alzandosi dal divano
"Si, grazie" dissi alzando il viso e facendogli un lieve sorriso
E dopo aver ricambiato il mio sorriso, Kevin si allontanò dirigendosi in cucina

Mi accasciai sul divano
Adesso che stavo iniziando a incastrare i vari pezzi del puzzle della vita di Kyle mi sentivo ancora più confusa, ma sapevo che l'unico modo per conoscere tutta la storia era sentirsela raccontare da lui stesso e anche se sentivo davvero il bisogno di conoscere quello che più potevo su di lui, col tempo avevo iniziato a conoscere Kyle e sapevo che fargli pressione sarebbe stata la cosa più sbagliata che avessi potuto fare, aveva bisogno di tempo per fidarsi di me e l'unica cosa che potevo fare era darglielo.



Improvvisamente il rumore di qualcosa che si infrangeva sul pavimento, interruppe bruscamente i miei pensieri e sentì una scossa al cuore.
Mi alzai di colpo dal divano e mi diressi a passi svelti in cucina, ma appena arrivai la trovai vuota.

"Kevin!" gridai, ma non ricevetti risposta

Strano

Iniziai a fare il giro del bancone che si trovava al centro della cucina, quando sul pavimento vidi due tazze rotte in mille pezzi, cosparse di caffè e istintivamente iniziai a fare dei passi indietro

"Ma che cazz..." dissi sussurrando ad alta voce, quando sentì un urlo disperato provenire dal giardino davanti casa

"LINDY SCAPPA!"  ma prima che potessi farlo, sentì qualcuno afferrarmi da dietro mettendomi il braccio intorno al collo


Iniziai a dimenarmi con tutta la forza che riuscivo a tirare fuori, ma sembrava lottassi contro un enorme masso
"Lasciami andar..." ma ancor prima di finire la frase, sentì un pizzico nel collo e improvvisamente tutto divenne buio.

Da quando mi hai rapita [FANFICTION]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora