Capitolo Quarantatre

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"Ed è per questo ragazzi che Claude-Oscar Monet è stato il pittore francese, considerato uno dei fondatori dell'impressionismo francese e certamente il più coerente e prolifico del movimento.
Detto ciò la lezione è finita, ci vediamo domani" concluse il professor Meester abbottonandosi la giacca che era evidente gli stesse troppo stretta

"Oddio per fortuna è finita, non ce la facevo più a sentire il professor Meester lodare Monet un solo minuto di più" disse Nicole frustrata mettendo dentro il suo armadietto gli innumerevoli libri che portava tra le braccia
"Dai Nicky non è così male, non farne una tragedia" risposi alzando gli occhi al cielo
"Cambierai idea col tempo, sei qui solo da due settimane, sei ancora ipnotizzata dall'idea dell'arte e le sue mille sfaccettature, ma ti garantisco che con il signor 'ho una pancia grossa quanto il pianeta Terra' ti inizierai ad annoiare, soprattutto quando inizierà a descrivere nei minimi dettagli ogni colore e tonalità e..."
"Ok ok Nicole, può bastare, può bastare, ho capito cosa vuoi dire, ma adesso devo andare a casa e spero di vedere la mia nuova auto parcheggiata proprio davanti al mio portone" dissi seccata chiudendo il mio armadietto e iniziando a camminare verso i cancelli della scuola
"Sappi che mi devi un giro Signorina!" mi gridò alle spalle Nicole
"D'accordo cara, ci si vede!" Gridai di rimando ridendo tra me e me




La sensazione del vento che sfiorava i miei capelli e del sole che rifletteva le pareti della stanza, ormai era diventata parte integrante della mia nuova vita e per quanto amassi l'Art Accademy e quella pazza di Nicole, ogni giorno non vedevo l'ora di rientrare a casa e chiudermi in quella che ormai era diventata la mia stanza preferita della casa. 

Guardavo il dipinto che avevo davanti e quasi mi sembrava di sentire il rumore dell'acqua e delle foglie degli alberi scricchiolare sotto i miei piedi
Il riflesso della luna piena, faceva scintillare quel enorme specchio d'acqua e da lontano, compariva un'ombra indistinta proprio davanti a quel panorama
Mi fermai con il pennello a mezz'aria e fissai il quadro finito
Chiunque l'avesse visto avrebbe subito pensato fosse un semplice ritratto di un lago sotto luce della luna e di un uomo tormentato intento a guardare tutta quella meraviglia, ma non tutti sapevano quello che sapevo io ne provavano quello che provavo io
Avevo davanti ai miei occhi, anche se sotto forma di dipinto e non più nella mia testa, quel posto che aveva significato così tanto per me e dove io avevo lasciato così tanto e vederli faceva ancora male, soprattutto se l'uomo tormentato del quadro era Kyle Kingsbury, ironico dato che la persona dall'animo tormentato tra noi due in questo momento dovevo essere io.
Forse avrei dovuto tagliare la tela in mille pezzi, avrebbe avuto senz'altro una fine coerente con la storia che c'era dietro
Al diavolo io ed il mio dannato masochismo

Improvvisamente, sentì la suoneria del mio telefono squillare dal salotto e prima di andare, guardai per un altro secondo la tela che stavo iniziando ad odiare con tutta me stessa

"Salvata dal cellulare" dissi guardandola rabbiosamente 

Posai velocemente il pennello su uno dei due tavolo della stanza e corsi verso il salotto
Recuperai la borsa sul tavolo e pescai il mio cellulare, leggendo sullo schermo il nome di Nicole

"Ei" dissi con un pizzico di delusione che speravo non riuscisse a cogliere
"Ciao anche a te... ti è forse morto un pesce rosso e ti sei dimenticata di avvertirmi?" Rispose confusa
A quanto pare avevo sopravvalutato le mie doti da attrice
"Scusa, è stato un pomeriggio un po' tormentato direi... pensavo fossi dalla concessionaria"
"La concessionaria? Ma non dovevano portati l'auto stamattina?" Mi chiese con tono curioso
"A quanto pare è diventato pomeriggio" dissi seccata sedendomi in uno dei divani in salotto
"Oh... mi dispiace Lindy sapevo quanto eri emozionata all'idea di avere la tua nuova auto" rispose dispiaciuta
"Tranquilla, suppongo che la porteranno tra qualche ora e ti farò il tuo giro, promesso... ma torniamo a noi, la tua era una chiamata di cortesia o dovevi chiedermi qualcosa?" Gli chiesi immaginando già la sua faccia indignata
Da quando la conoscevo, avevo imparato a capire quanto fosse divertente prenderla in giro ed era quasi diventato il mio passatempo preferito
"Mi fa male sapere che tu pensi che io ti chiami solo quando ho bisogno di chiederti qualcosa, sappiamo entrambe che tu mi stai prendendo per il culo e che io forse avrei davvero qualcosa da chiederti... quindi considerati perdonata"
"In questo caso mi sento in dovere di dire di sì a qualunque cosa tu mi voglia chiedere, ma spero vivamente che non sia buttarmi da un ponte o darmi fuoco perché in quel caso la risposta sarebbe leggermente diversa"
"No mia Cara Lindy, non è niente di tutto questo, ma sono felice che tu abbia appena accettato di venire alla festa che hanno organizzato al Covo quelli dell'Art Accademy, ed io che pensavo di doverti estorcere un si con la forza" rispose Nicole ridendo felice

Da quando mi hai rapita [FANFICTION]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora