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Hoboken, New Jersey

Raggiungiamo la costa del New Jersey in meno di un quarto d’ora.

Attracchiamo in un piccolo molo privato leggermente più a sud rispetto a quello dove arrivo di solito con il battello regolare.

Jordan salta giù dal gommone e lo assicura alla terra ferma con la fune di prima, poi mi fa scendere.

Camminiamo a passo spedito per qualche minuto fino a raggiungere la casa del signor Lewis.

Jordan sale le scalette di corsa mentre io rimango giù.

Non appena schiaccia il tasto per suonare il campanello, Rosemary ci apre la porta. Lei e Jordan si scambiamo qualche parola sottovoce, si girano verso di me e, poco dopo, riprendono a parlare.

Rosemary, dopo aver annuito, fa entrare Jordan e scende le scalette per raggiungermi.

Indossa un paio di pantaloni al ginocchio a righe e un maglioncino arancione. In testa ha i suoi soliti bigodini rosa e azzurri.

‹‹Oh, tesoro. Grazie al cielo stai bene!›› esclama, ‹‹Eravamo preoccupati››                                              ‹‹Ma cosa sta succedendo?›› chiedo con un filo di voce rimanendo immobile davanti alle scale.                  ‹‹Stanno succedendo tante cose, mia cara. Ma ora, per favore, entra››

Rosemary si sposta di lato per lasciarmi passare.

Titubante, salgo i cinque gradini che mi separano dall’entrata della villetta a schiera. Prima di varcare la soglia, attendo qualche secondo.

Non ho la più pallida idea di cosa aspettarmi, ma ho il presentimento che non sarà una cosa molto piacevole.   

Dopo aver fatto un respiro profondo, entro.

Subito dopo di me, arriva anche Rosemary.

Mi tolgo la felpa di Tom e la mia giacca passando entrambe a Rosemary, poi tolgo gli anfibi e li lascio dietro al divano, come faccio solitamente.

Sul tavolino in mezzo ai divani c’è una pila di fogli disordinata.

‹‹Ciao, Meg›› mi saluta il signor Lewis mentre scende le scale.                            ‹‹Buonasera, signor Lewis›› lo saluto a mia volta cercando di non sembrare troppo ansiosa.

Mentre il signor Lewis scende lentamente i gradini, Jordan esce dalla cucina e si siede su uno dei due divani con un bicchiere di Coca-Cola in mano.

‹‹Tesoro, accomodati pure›› mi dice Rosemary con voce dolce.

Faccio come mi è stato detto e prendo posto di fianco a Jordan.

Dopo pochi secondi, anche il signor Lewis si siede. Lui si accomoda sul secondo divano, quello di fronte a noi.

‹‹Hei, Meg, stai tranquilla›› mi dice Jordan accorgendosi che sto tremando.

Non so se sto tremando perché in casa dei Lewis fa sempre freddo, per la paura o per entrambe le cose.

‹‹Siete riusciti ad attraversare l’Hudson senza problemi?›› ci chiede il signor Lewis.                                        ‹‹Si, fortunatamente si›› risponde Jordan, ‹‹C’era solo il vento››                ‹‹Vi è andata bene… Ha appena ricominciato a piovere›› constata Rosemary guardando fuori dalla finestra.

Dopo qualche attimo di silenzio, l’anziana si stacca dalla finestra e ci raggiunge.

‹‹Vi preparo qualcosa di caldo da bere. Va bene se faccio il tè?›› chiede poggiando le mani sulle mie spalle.                                                                            ‹‹Si, grazie cara›› risponde il signor Lewis.                                                          ‹‹Anche per me va bene›› rispondo cercando di sorridere.
   
‹‹E tu, Jordan?›› chiede Rosemary.       
‹‹Io?›› dice Jordan dopo aver finito tutto il bicchiere di Coca-Cola, ‹‹Io sto bene così, grazie. Magari se mi riempie di nuovo il bicchiere con la Coca››                                                        ‹‹No, poi stanotte non dormi››                ‹‹Ma ho 25 anni! So badare a me stesso››                                                        ‹‹Oh, si, scusa. Sono ancora convinta che tu abbia 16 anni››

A STARRY NIGHTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora