28.

31 5 0
                                    

54ᵗʰ Street West Broadway, Manhattan, New York

Racconto a Ely e Tom tutto quello che è successo ieri, dall’inizio alla fine senza tralasciare nulla.

Per tutto il tempo, nessuno dei due proferisce parola. Il loro interesse è completamente assorbito dagli eventi di ieri.

Con mio grande stupore, riesco a raccontare tutto senza farmi prendere dal panico, come è successo la sera scorsa a casa del signor Lewis.
Solo quando arrivo all’ultima parte, quella che mi ha tormentata per tutta la notte, faccio fatica a trattenere le lacrime.

L’immagine di Ben che uccide l’uomo del molo con un coltello e poi getta il cadavere in acqua continua a rivisualizzarsi nella mia testa. L’ha fatto per salvarmi, e di questo gliene sono davvero molto grata, però rimango convinta che la situazione si poteva risolvere in altri modi.

O forse no.

È questo il problema: non ho la minima idea di cosa sia successo, di cosa stia succedendo e di cosa succederà.

Quando finisco di parlare, mi accorgo di essere scoppiata a piangere senza motivo. Forse sto piangendo perché non ci sto capendo nulla in tutto ciò e io odio non capire nulla, forse sto piangendo perché detesto piangere e mi sono sorpresa a farlo, o forse non lo so nemmeno io.

Tom si alza dalla sua sedia, gira attorno al tavolo e mi abbraccia.
Mi alzo anche io dalla sedia per riuscire ad abbracciarlo, poi anche Ely si unisce all’abbraccio.

‹‹Qualsiasi cosa stia succedendo, tu non devi preoccuparti. Hai noi›› dice Tom dandomi un bacio sulla fronte.
‹‹Siamo i tuoi migliori amici. Ci saremo sempre per te, qualsiasi cosa accada›› aggiunge Ely.               
‹‹Grazie ragazzi, siete davvero i migliori. Non so cosa farei senza di voi›› dico asciugandomi le lacrime.

Rimaniamo tutti e tre abbracciati per il tempo che serve a farmi accorgere che sono la più bassa del gruppo, poi ognuno ritorna al suo posto.

‹‹Penso di sapere cosa faremo oggi›› dice Ely.                                               
‹‹Ti prego non dirmi che vuoi andare a fare shopping›› si lamenta Tom.
‹‹Non rompere, non sai neanche cosa sto per dire››                         
‹‹Giuro che se dici “andare da American Eagle” ti defenestro››   
‹‹Se non la smetti di parlare di defenestro io. E ti do pure fuoco››

Tom si zittisce immediatamente.

‹‹La mia idea era di scoprire qualcosa di più su tutta questa faccenda dei quadri, dei portali, dei viaggiatori e… e quelle cose lì insomma. Forse avremmo bisogno di saperne di più›› propone Ely.               
‹‹Non sono sicura di voler scoprire dell’altro›› ammetto.                     
‹‹Più conosci una cosa, meno ti spaventa, no?››                         
‹‹Lo so, Ely, lo so. Non ne sono molto convinta, ma credo che tu abbia ragione››

Ci giriamo verso Tom che non proferisce parola.

‹‹Te cosa ne dici?›› gli chiedo.

Nessuna risposta.

‹‹Pronto?! Thomas? Ci sei?›› gli urla Ely.

Ancora niente.

‹‹Thomas!›› dice ancora Ely.       
‹‹Hai detto che se parlo mi defenestri e mi dai fuoco›› sibila Tom tra i denti. 
‹‹Oh, Van Gogh! Ma ce la fai? Certo che sei ritardato in una maniera assurda! Ti defenestro se dici cose inutili o se commenti troppo. Se ti chiedono qualcosa puoi anche rispondere, eh?››                             
‹‹Si, mi va bene la tua idea››     
‹‹Ne sei sicuro? Ti va davvero?›› 
‹‹Certo che voglio aiutare Meg. E poi non credo di avere altre alternative possibili››                                     
‹‹Vedo che inizi a imparare qualcosa››

Rimaniamo per un po’ a fissarci.
Ely sorride e sposta continuamente lo sguardo da me a Tom e viceversa.

A STARRY NIGHTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora