16.

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Top of the Rock, Rockefeller Center, New York

Seguiamo Ben per tutta la sala fino a che non giungiamo in un’altra saletta minore.

E’ sempre grande, ma meno della precedente. Il pavimento è sempre in marmo, bianco stavolta. Anche le pareti sono bianche e presentano varie finestre. Da una delle finestre riesco a vedere la punta dell’Empire State Building.

Ben svolta a sinistra. Mi fermo un secondo a osservare la perete alla mia sinistra perché è diversa dalle altre. È in vetro ed è tutta colorata.

Riprendo a seguire Ben che ci fa svoltare ancora. Ci ritroviamo così in un corridoio. Alle pareti laterali si trovano diverse finestre enormi mentre, davanti a noi, c’è la porta d’accesso all’esterno.

‹‹Eccoci qui. Fuori è pieno di gente, spero non si lancino tutti sul vetro. Chiudete bene le giacche perché fuori tira un sacco di vento›› ci avvisa Ben.                      
Io, Ely e Tom alziamo le zip dei giubbotti. Ely tira fuori dalla tasca del suo cappotto un cappello di lana e un foulard bianco, rosa e azzurro. Indossa il cappello e rimane qualche secondo a fissare Tom.

‹‹Mi fai paura così›› dice lui rivolto a Ely.                                                            ‹‹Ti ho portato il foulard›› dice Ely sorridendo.                                           ‹‹No, per favore, no››                                ‹‹Oh si, invece››

Io e Ben ci scambiamo un’occhiata confusa.

‹‹Io e Tom abbiamo fatto una scommessa›› spiega Ely notando i nostri sguardi, ‹‹se io riuscivo a bere tre frappuccini alla fragola di fila, lui avrebbe messo qualcosa di ridicolo››    ‹‹Toglimi una curiosità: come hai fatto a bere tre frappuccini di fila in inverno?›› le chiede Ben.                  ‹‹Lei è Elizabeth Adams, la ragazza dalle mille risorse. Una più strana dell’altra›› rispondo.

Ben annuisce fingendo di capire tutto mentre Tom si arrende al foulard. Ely glielo sistema per bene facendogli anche un fiocco.

‹‹Sembri la capretta di Heidi›› lo prende in giro Ely.                                     ‹‹E tu sembri una pecora che sta per rapinare una banca›› ribatte Tom.    ‹‹Come posso sembrare una pecora con i capelli lisci?››                                ‹‹Ti ricordo che i tuoi capelli normalmente sono ricci››                        ‹‹Potete smetterla? Magari riusciamo ad uscire prima che si metta a piovere›› li fermo.

Ben si avvicina alla porta e, con un colpo secco, abbassa la maniglia facendola aprire.

‹‹Devo ricordarmi di dire a papà di far sistemare questa maniglia… ›› dice sottovoce Ben per poi rivolgersi a noi, ‹‹Prego!››

Si appoggia alla porta per tenercela aperta mentre noi usciamo. Una volta fuori, Ben si richiude la porta alle spalle e ci raggiunge.

C’è un sacco di gente. Tutte le persone sono ammassate davanti ai pannelli di vetro che delimitano l’osservatorio.

Il cielo è scuro e le nuvole ricoprono New York. Il vento, come aveva detto Ben, è freddo e forte. Dietro ai pannelli di vetro, nei pochi punti liberi dalle persone, ci sono dei residui dell’ultima nevicata.

Ben ci porta davanti a un gruppo di turisti spagnoli che sembra stiano per andarsene.

‹‹Appena si spostano vi spiego quello che c’è dietro›› inizia Ben, ‹‹Comunque sia, partiamo dall’inizio. Ci troviamo al settantesimo piano del maggiore dei 19 edifici che compongono il Rockefeller Center. Siamo a 259 metri sopra la 50ᵗʰ Street››

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