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Charleston, South Carolina

Davanti alla porta d'ingresso dell'hotel, ad aspettarci, c'è una limousine bianca. Davanti ad essa, in piedi, c'è un uomo sulla settantina con i capell girgi vestito di tuto punto.

‹‹Buon pomeriggio, signor Rockefeller. Signorina›› l'uomo ci saluta con un cenno della testa.               
‹‹Buon pomeriggio›› risponde Ben ricambiando il saluto.

Io non riesco a proferire parola. L'unica cosa che mi viene da fare è iniziare a saltare e urlare. È una limousine!

‹‹Seriamente è per noi?!›› chiedo stupita a Ben.                                                                       
‹‹E per chi altro se no?›› dice lui sorridendo.
‹‹Andiamo?››

Il conducente si china e ci apre la porta. Io salgo per prima, seguita poi da Ben.

L'interno, lungo quasi 10 metri, è qualcosa di meraviglioso.

Su tre lati del veicolo c'è il posto a sedere, ovvero una specie di enorme divano di pelle nero. Sul lato libero c'è invece una specie di piano sospeso con dei calici di vetro e delle bibite. Su tutto il soffitto dell'auto ci sono dei piccoli led che al momento sono spenti. L'autista è separato da noi tramite un finestrino.

‹‹Che figata!›› esclamo lanciandomi sull'enorme divano e occupandolo per metà.                                   

Ben si limita a scuotere la testa e a ridere mentre io mi guardo intorno come se avessi appena visto uno stormo di unicorni passarmi sopra la testa.

L'autista chiude la porta e poco dopo ricompare seduto al volante.

‹‹Dove posso portarvi?›› ci chiede l'uomo.
‹‹In Downtown. Può lasciarci al Waterfront Park, per favore?›› dice Ben.
‹‹Non c'è problema›› risponde il conducente ritirando su il divisorio.

La limousine inizia a muoversi lasciandosi l'hotel alle spalle.

‹‹Siamo su una limousine!›› dico dopo pochi secondi.     
‹‹Si, e tu sei su di giri›› commenta Ben.
‹‹Continuerò così per le prossime tre settimane, sappilo›› 
‹‹Cercherò di sopportarti. Vuoi qualcosa?››

Ben prende due calici dal piano sospeso e me ne passa uno.

‹‹Credo ci sia un po' di tutto. Acqua, coca cola, fanta, sprite, champagne...?›› dice Ben.                                     

Scelgo la coca cola e Ben la versa ad entrambi, poi schiaccia un pulsante sulla portiera e il divisorio dell'autista si abbassa.

‹‹Mi dica›› dice l'autista girandosi leggermente verso di noi.
‹‹Mi stavo chiedendo se fosse possibile...›› dice Ben e con un gesto rapido indica il soffitto.                   

Il conducente sorride e annuisce, poi si gira di nuovo e tira su il divisorio.

‹‹Cosa...?›› cerco di dire, ma Ben mi blocca e mi si avvicina si più.                                     
‹‹Ora vedrai che figata›› dice con un sorrisetto furbo stampato in faccia.

I vari led della limousine si accendono emanando luce ognuno di una sfumatura di rosa diversa.

‹‹Che. Figata›› dico senza distogliere gli occhi da tutte quelle lucine colorate.                   
‹‹Te lo avevo detto che sarebbe stata una figata›› dice Ben mettendomi un braccio intorno alla vita per farmi avvicinare di più a lui.

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