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Charleston Grand Palace Hotel, Charleston, South Carolina

Infilo la gonna rosa e la camicia e vado in bagno a sistemare i capelli. Mentre cerco di fare una coda alta, mi accorgo che la mia immagine allo specchio è terribile.

Dopo aver dormito solo per quattro ore scarse, ho delle occhiaie pazzesche.

Tutta colpa di Ben. Non riuscivo a smettere di pensare a lui.

Per nascondere un po' l'aspetto da morto vivente, indosso anche gli occhiali sperando che nascondano almeno in parte le prove visibili della mia notte in bianco.

Mentre stringo la coda, qualcuno bussa alla porta.

Vado ad aprire sperando che non sia Ben. In quel caso potrebbe arrivargli qualcosa di pesante in faccia.

Per fortuna, è solo Martine e non lui.

‹‹Ciao Martine›› la saluto. ‹‹Hai bisogno di qualcosa?››                            
‹‹Si. Sei capace di fare le trecce?›› mi chiede con un inglese molto migliore di quello che mi sarei aspettata da una ragazzina della su età.
‹‹Si, sono capace›› 
‹‹Me le puoi fare, per favore?››   
‹‹Ma certo. Siediti sul letto, vado a prendere la spazzola››

Quando torno con la spazzola in mano, Martine è seduta sul bordo del letto e sta guardando il mio quadernetto dei disegni.

Ieri sera, visto che non riuscivo a dormire, ho fatto qualche disegno della camera e di quello che vedo dalla finestra.

‹‹Li hai fatti tu?›› mi chiede Martine girando le pagine.                                                            
‹‹Si, quasi tutti›› le rispondo salendo sul letto in modo da poterle fare le trecce.           
‹‹Sono molto belli››    
‹‹Grazie››

Spazzolo all'indietro i capelli scuri di Martine e li divido in due metà uguali.

‹‹Questo disegno chi lo ha fatto?›› mi chiede la ragazzina mentre inizio ad intrecciarle la prima metà dei capelli.                             

Mi sporgo in avanti sopra la sua testa per vedere a cosa si riferisce.

‹‹Quello lo ha fatto Ben›› dico con tono piatto. Sono ancora arrabbiata con lui.             
‹‹Siete amici?›› chiede Martine chiudendo il quaderno.                                                        
‹‹Si, lo siamo. Perché?›› dico incerta.    

Chiudo la treccia con un elastico, poi inizio a farle la seconda.

‹‹Così›› dice alzando le spalle. ‹‹Non lo sembrate molto››  
‹‹Ieri abbiamo litigato›› confesso.  
‹‹Perché?››

Perché. Perché abbiamo litigato?

‹‹Beh... è un po' complicato›› dico sperando che non mi chieda altro.

Per fortuna, Martine sembra afferrare al volo il fatto che non ho voglia di raccontarle nei dettagli quello che è successo ieri.                                         

Finisco di fare anche la seconda treccia.

‹‹Ho finito! Se vuoi vai in bagno a vedere se ti piacciono›› le dico.                             
‹‹Grazie!›› dice saltando giù dal letto.

Dopo pochi secondi, Martine torna dal bagno saltellando tutta contenta.

‹‹Sono bellissime! Grazie, grazie, grazie!›› esclama abbracciandomi.  
‹‹Sono contenta che ti piacciano›› dico sorridendo.                                                                                     

A STARRY NIGHTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora