Una notte di tempesta(romantico)

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Concorso 1500 parole da "il Rubacuori di    AfterRomanceIT

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Il vento soffiava forte facendo vibrare i vetri ormai appannati della baita, La ragazza fissava pensierosa le fiamme che brillavano vivaci nel grande camino di pietra, il ragazzo se ne stava vicino alla finestra a guardare la neve danzare alla luce dell'unica lampadina che illuminava l'esterno. In lontananza solo rumori attutiti dalla pesante coltre bianca  che aveva già ricoperto il paesaggio circostante.

"Secondo te, domani riusciremo a scendere?" Chiese la ragazza, mentre un velo di preoccupazione le incrinava la voce.

"Sono sicuro di sì, il ranger ha già chiamato via radio i soccorsi, se domani la pista sarà ancora impraticabile, verranno con le slitte." Il ragazzo si dimostrava sicuro di sé, non voleva far sapere all'amica per la quale provava un affetto speciale, che anche lui nutriva le sue stesse paure. "In ogni caso abbiamo scorte di cibo per almeno un mese." Continuò evitando di guardarla in volto

La ragazza però lo conosceva bene, sapeva che anche lui era preoccupato, conosceva il suo carattere da tempo, sapeva quanto odiasse restare rinchiuso senza poter fare nulla: era un uomo d'azione più che di pensiero; ma era una persona fidata, il suo amico più caro, il suo appiglio sicuro e saldo, il suo confidente, affidabile e sincero. Erano amici da anni, da quando suo fratello gliel'aveva presentato, in una bella sera d'estate di quindici anni prima: erano cresciuti insieme; un po' più che amici, un po' meno che fratelli e da quando si erano incontrati, le loro vite si erano intrecciate quasi indissolubilmente.

Passò quasi un'ora di silenzio e contemplazione: lei fissava le fiamme danzare nel camino, lui i fiocchi di neve muoversi impazziti in quella notte di burrasca.

La ragazza decise che era stanca, voleva comprendere cosa stava accadendo al suo amico più caro e allora si alzò avvicinandosi a lui, le spalle coperte dal pesante plaid, che aveva portato via dalla stretta stanzetta che avrebbero dovuto dividere e che li aveva visti molto imbarazzati all'idea di dormire insieme. Questa era stata la ragione per cui erano tornati nella grande stanza comune, ma adesso, con l'avanzare delle ore, anche quella si era svuotata, lasciandoli nel loro imbarazzato, reciproco, silenzioso contatto.

Lei ricordò quante volte, ubriachi, dopo una serata passata a ballare, avevano diviso lo stesso divano, lo stesso letto; quante volte lei si era inconsapevolmente stretta a lui nell'incoscienza del sonno, quante volte si erano abbracciati e confortati dopo che lei era stata lasciata dall'ennesimo fidanzato che le aveva giurato amore o dopo che lui aveva scoperto la sua fidanzata storica pomiciare con un altro nello squallido antibagno di una discoteca.

Allora cos'era cambiato?

Perché si sentivano così strani?

La ragazza non sapeva spiegarselo, forse lui si sentiva solo, perché era da tanto che non aveva una storia fissa, o forse, più semplicemente, si sentiva in colpa per averla trascinata in questa scalata che li aveva infine intrappolati.

"A cosa stai pensando?" Chiese la ragazza, facendosi più vicina e spezzando un silenzio che durava da troppo. Il ragazzo la guardò e la trovò bella come non l'aveva mai notata: il volto arrossato dal calore del fuoco; gli occhi splendenti alla luce tenue del camino e della piccola lampada che illuminava la stanza. Era una visione incantata, un angelo della neve.

"A nulla" rispose fingendosi indifferente. Non era un angelo però, era la sorella del suo miglior amico e lui si era ripromesso che mai, mai avrebbe messo a rischio quel bellissimo fraterno rapporto per una donna.

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