La protettrice (Fantasy)

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La luce dello scantinato non funzionava e come sempre,  toccava me provvedere al ripristino dell'illuminazione

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La luce dello scantinato non funzionava e come sempre,  toccava me provvedere al ripristino dell'illuminazione.

Torcia alla mano, scesi titubante e un po' scocciato, i gradini di legno che portavano di sotto.
Nella stanza regnava un silenzio irreale, non uno scricchiolio, nemmeno il rumore dei miei passi ad accompagnarmi.

Che cosa stava accadendo?

D'improvviso, l'oblò della lavatrice si aprì, riversando il suo contenuto di acqua e abiti inzuppati, sul pavimento. Le scope volarono in aria, creando un turbine di polvere e caos, nella piccola stanza, con poche finestrelle a bocca di lupo. Poi una luce, intensa e improvvisa, a rischiarare la stanza.
Mi rannicchiai in un angolo, spaventato per ciò che stava accadendo, incazzato a causa del caos che sarei stato costretto a sistemare e incuriosito; perché tutta questa storia strana, mi intrigava da morire.
Sentivo che non c'era nulla da temere, per quanto la situazione fosse insolita, era discesa in me una strana calma.

La calma prima della tempesta?

Gli abiti cominciarono a sollevarsi in aria e a muoversi leggiadri, come sospinti da una brezza dolce, poi una figura inconsistente, con la sua mano traslucida, mi accarezzò dolcemente il volto.
Sbattei gli occhi più volte, cercando di ridestarmi da quell'insolito sogno, perchè tutto quello che stava accadendo, non poteva essere altro che un sogno.

Cercai di alzarmi, ma ero come ipnotizzato, reso immobile dalla malia che la strana creatura stava avendo su di me. Non riuscivo nemmeno a spostare il volto: la mano dell'essere era ancora li, ferma sulla mia guancia, inconsistente, eppure solida e calda sulla mia pelle.

"Chi sei?" chiesi.

"Non importa..." rispose la figura eterea, che ora riuscivo a intravedere nei suoi contorni.

"Perché sei qui?" Continuai.

Sentii il respiro della creatura sfiorarmi la pelle: sapeva di fiori e di detersivo.

"Sono qui per te, per aiutarti." Rispose la voce dolce e femminile della creatura.

"Non ho bisogno di aiuto!" Risposi infastidito. Non avevo avuto mai nessuno ad aiutarmi, ero sempre stato solo da che ne avevo memoria.

"Tu sei un uomo troppo solo e non te lo meriti!" Chiusi gli occhi, cercando di interrompere il contatto visivo.

"Come fai a sapere queste cose di me?"

"Ti conosco da sempre, da quando tua madre ti ha messo al mondo!"

"Io non ho mai avuto una madre. Mi ha abbandonato che avevo soltanto un giorno di vita. Era una ragazzina, che è rimasta incinta troppo presto, io ero solo un inutile impaccio nella sua vita."

"Magari non ha avuto altra scelta, forse si trovava in una situazione più grande di lei."

"Chiunque tu sia, non la giustificare, non si abbandona un figlio. Mai!"

"Conoscevo tua madre!" Sentii il cuore balzarmi in gola. " Si è innamorata di un umano e dal loro amore sei stato concepito. Non sarebbe mai dovuto accadere. E' stata perseguitata ed è fuggita per proteggerti e permetterti di nascere. E' stata giustiziata il giorno dopo quello della tua nascita. Da allora ti proteggo."

Fece una pausa.

"Tua madre era mia sorella!"

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