C'era una volta un mugnaio (Fantasy)

70 7 38
                                    

C'era una volta...

"Ehi, ma è una favola questa?"

"Ma interrompete già alla prima frase? Fatemi continuare che perdo il filo!"

Dicevo... Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana...

"Ma questo è l'incipit di Star Wars..."

"Oooh, mi state facendo confondere... Se mi interrompete ancora, giuro, smetto di raccontare!"

C'era una volta, in un paese molto lontano, una valle rigogliosamente verde, solcata da un fiume d'argento e baciata dai raggi del sole. Lungo il fiume c'era un mulino, la cui ruota girava dolcemente, sospinta dalla forza dell'acqua; nelle stanze sopra il mulino, viveva un giovane mugnaio.

"Come il piccolo mugnaio del Mulino Bianco?"

"Ma dai! Comunque sì, come il piccolo mugnaio del Mulino Bianco (e non mi riferisco a quel gran figo di Antonio Banderas)!"

Il giovane mugnaio abitava in quelle stanze tutto solo, soltanto il rumore dell'acqua a fargli compagnia e della macina, che girava senza sosta. Il ragazzo non aveva un fascino eccezionale, anche se non poteva definirsi brutto, era un gran lavoratore e dalle sue mani e dal suo forno uscivano vere e proprie opere d'arte.

Tutti gli abitanti della valle andavano a comprare il suo pane, i fragranti cornetti, i suoi tegolini...

"Non è il Mulino Bianco, cavoli, non è il Mulino Bianco..."

...e tutti gli volevano un gran bene. Il giovanotto era simpatico, con una zazzera bionda sulla testa, un sorriso un po' sghembo e le guance perennemente arrossate dal calore del forno. Le sue mani facevano magie, è vero, ma questo non gli bastava; i complimenti non erano sufficienti a lenire le sofferenze del suo povero cuore solitario.

"Ah vabbè, è la solita storia d'amore con un protagonista sfigato che incontra la belloccia di turno e improvvisamente lei si innamora di lui!"

"Mi fate continuare o no?"

Dicevo...

Il giovane mugnaio viveva una vita semplice, tra il lavoro al mulino e quello in panetteria, nei momenti di libertà, faceva lunghe passeggiate nei prati o pescava pesci argentei e guizzanti sulle sponde del suo fiume. La notte però, mentre aspettava che il pane finisse la lievitazione, per poi infornarlo, esprimeva sempre lo stesso desiderio, quello di riuscire a trovare qualcuna da amare, qualcuna che potesse ricambiarlo e restargli accanto per tutta la vita. Una sera particolarmente stellata e senza luna, il giovane mugnaio espresse questo desiderio tra un'infornata e l'altra. Stava dando forma ad una pagnotta, quando una vocina proveniente dall'impasto lo indusse a fermarsi.

"Ehi, non si trattano così le signore!" disse la massa informe sulla spianatoia.

Il giovane si sfregò gli occhi, forse stava sognando, ma la vocina continuò a parlare.

"Allora, sei tu che ogni notte chiedi di avere una fidanzata? Lo sai che hai riempito tutte le cassette postali dei sogni con le tue richieste? Non ce la facciamo più!"

Il mugnaio si diede un pizzicotto.

"Non stai sognando!" disse l'impasto, "Io sono Ornella, la fatina saputella; mi occupo di esaudire i desideri dei giovanotti di... vediamo... non particolare avvenenza, direi!"

"Pure stronza, la fatina!"

"E chi ha mai detto che le fatine siano quelle eteree creature del mondo delle fiabe? Ne avete mai vista una?"

"Ornella!" disse il mugnaio, fissando con sguardo ebete l'impasto che nel frattempo aveva cambiato forma, trasformandosi in qualcosa di vagamente somigliante ad un pupazzetto di pongo. "Puoi aiutarmi?" Chiese speranzoso. Se quella era una notte magica, perché non approfittarne e se era un sogno... beh, sperava solo di svegliarsi prima che il pane bruciasse in forno.

L'informe fatina si alzò dalla spianatoia avvicinandosi al viso del giovanotto.

"Innanzitutto, cambia quella pettinatura, fatti un look più accattivante, evita di stare tutto il giorno al mulino e smettila di pescare i pesci del fiume che puzzano più di quelli di mare!" Disse, puntandogli contro un dito di pasta e sporcandolo con la farina.

"Che cosa sono questi abiti informi! Mettiti un jeans, una bella camicia, fatti pure il risvoltino ai pantaloni!"

"Ma è una fatina o Chiara Ferragni?"

"Ehi, questa è una favola, non mi parlate della Ferragni, che mi sta sulle scatole, sennò mi rovinate l'atmosfera!"

Il giovane mugnaio guardò il suo riflesso nello sportello del forno, e questo gli rimandò l'immagine di un uomo dimesso e sciatto.

"Fatina Ornella, fai una magia!"

L'impasto ambulante fece quello che sembrò essere un sorriso molle, poi alzò una manina di pasta di pane e gli toccò una guancia intonando un canto:

"Ci vuole passione, molta pazienza, sciroppo di lampone e un filo di incoscienza. Ci vuol farina del proprio sacco, sensualità latina e un minimo distacco. Si fa così rossetto e cioccolato che non mangiarli sarebbe un peccato. Si fa così, si cuoce a fuoco lento mescolando con sentimento."

Poi l'impasto gli saltò addosso impiastricciandolo tutto e quando si staccò da lui avvenne il miracolo.

Il giovane mugnaio si sentì diverso, il suo corpo, i suoi capelli, i suoi vestiti, tutto in lui era diverso, ma nello stesso tempo, uguale. Lui era sempre lui: romantico, sognatore, lavoratore indefesso, creatore di splendide opere d'arte culinaria, ma nel corpo di una specie di Brad Pitt.

"Sì, decisamente meglio!" costatò la fatina che, nel frattempo, stava lievitando diventando una specie di omino Michelin.

"Ornella, la fatina cicciottella!"

"Ora vai, e trova la tua anima gemella!" disse Ornella, appallottolandosi di nuovo in una massa informe e pronta ad essere infornata.

Il giovane mugnaio guardò la massa, poi i suoi abiti nuovi e il nuovo taglio di capelli, e gentilmente l'accarezzò con un tocco delicato, come si fa con il volto di una persona amata.

"Grazie, Ornella." Sussurrò, "ma credo di aver già trovato la mia anima gemella" continuò, baciando l'impasto sul quale era comparso il volto di una donna meravigliosa.

"Si fa così, per cominciare il gioco e ci si mastica poco a poco.
Si fa così, è tutto apparecchiato, per il cuore e per il palato
Sarà bello bellissimo travolgente, lasciarsi vivere totalmente.
Dolce dolcissimo e sconveniente, coi bei peccati succede sempre."

"Ornella, la fatina monella!"

"Questa volta ci sta! Mi raccomando, attenti agli impasti lievitati, vi potreste innamorare perdutamente"

RACCONTI A PIACEREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora