battaglia d'amore (storia d'amore)

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La prima volta che lo vidi, era a una festa organizzata in occasione del compleanno di una delle mie amiche più care: la mia compagna di scorribande adolescenziali; la mia simpatica rivale, in fatto di conquiste amorose. Lui era bello, di una bellezza pericolosa, tremendamente attraente per il mio ego, ingigantito da anni di facili conquiste. Ero una calamita per gli uomini, di questo ero perfettamente consapevole, e sfruttavo questo mio "potere" per decidere delle loro sorti. Lo guardai, studiando le sue movenze sensuali ed erotiche, proprio come un gatto fa con la sua preda, e mi leccai metaforicamente i baffi all'idea di averlo nel mio letto. Ero certa che sarebbe accaduto e presto; probabilmente quella stessa sera.

Mi avvicinai a lui, un sorriso sensuale sulle labbra truccate ad arte. Lui si appoggiò al bancone del bar e mi guardò, le dita, strette attorno al bicchiere di rum che stava sorseggiando.

"Posso fare qualcosa per te?" Dio mio, anche la voce era erotismo puro. Morivo dalla voglia di sentire quel corpo stretto al mio, fosse stato anche per una sola notte.

"Puoi offrirmi da bere!" Risposi facendomi più vicina. Lui mi passò il bicchiere, ma evitò di soffermarsi sulle mie curve, messe generosamente in vista da un abitino nero e aderente. Presi il bicchiere e assaporai il liquido ambrato, mantenendo il contatto visivo con lui.

"Grazie..."

"Robert." Lo sguardo fisso sul suo bicchiere, "...e a chi ho avuto il piacere di offrire da bere?"

"Emily," risposi, e per un istante, quei magnetici occhi blu, mi fecero sentire fragile come un cristallo.

Robert era più pericoloso di quanto pensassi. Pericoloso, per me e per il mio gelido cuore.

"Bene Emily, ora, se vuoi scusarmi..." Si voltò senza degnarmi più di uno sguardo, lasciandomi spiazzata, furente e completamente in balia del più potente desiderio sessuale che potessi ricordare.

La seconda volta che lo incontrai, pioveva. Stavo tornando a casa dopo una giornata di lavoro. Ero zuppa. Robert era lì, davanti al portone di casa mia. Non so come mi avesse trovata, probabilmente qualcuno gli aveva dato il mio indirizzo, ma non m'importava. Non avevo perso il mio tocco magico; anche lui, un uomo così sfuggente, era ai miei piedi.

"Ciao," dissi fissandolo attraverso i rivoli d'acqua, che scendevano dai miei capelli "Come..." non feci in tempo ad aggiungere altro, che le sue labbra furono sulle mie in un bacio vorace e frenetico. Risposi al bacio con tutta la passione di cui ero capace, con tutto il desiderio che quell'uomo tanto misterioso, aveva suscitato in me.

"Non sarò mai tuo!" Disse prendendomi il volto tra le mani e guardandomi quasi con rabbia. "Tu sarai mia. Totalmente, completamente mia!" Poi, senza aggiungere altro, mi girò le spalle lasciandomi completamente stravolta. Quel bacio aveva svegliato dei sentimenti che credevo inesistenti; quelle parole mi avevano liquefatta.

"Ti sbagli!" Urlai alle sue spalle,mentre la pioggia nascondeva il mio pianto. "Non sarò mai tua!" Robert non si voltò, ma ero certa che l'avrei rivisto molto presto.

Mi strinsi nelle braccia, tremante di freddo e desiderio. Lui aveva già vinto.

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