1. Photograph

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We keep this love in a photograph

We made these memories for ourselves

Where hearts are never broken

And time's forever frozen

-*-

Andrea Iannone non aveva mai fumato in vita sua, eppure in quel momento desiderò avere quel brutto vizio che tante volte aveva invece rimproverato a sua madre.

Doveva essere bello a una dipendenza poterne sommare un'altra subito dopo. Fumare dopo il sesso doveva essere soddisfacente, soprattutto per chi, come lui, era drogato dell'atto con il quale univa il suo corpo a quello di una donna.

A quello di Belén.

Eppure, in quel momento, con il petto nudo e solo un lenzuolo a coprirlo dalla vita in giù, con la bella argentina coricata al suo fianco che disegnava ghirigori fantasma sui suoi addominali duramente allenati, Andrea Iannone non desiderava altro che poter fumare... e non per mero piacere.

Desiderava fumare per scaricare i nervi.

I suoi occhi stavano fissando da qualche minuto buono il suo cellulare e proprio non riuscivano a trovare una logica nell'immagine che lo guardava indietro dallo schermo, domandandosi probabilmente perché, quel ragazzo così proibitivamente bello e con i capelli spettinati dal sesso, avesse ora le labbra schiuse in quell'espressione inebetita.

No, più la guardava, più non capiva.

Quando.

Come.

Perché.

Soprattutto quando.

Soprattutto come.

Soprattutto perché.

Andrea scosse il capo e chiuse gli occhi, ma quando sollevò nuovamente le palpebre, quella foto inspiegabile era ancora lì.

«Tesoro, cosa stai guardando?» La voce di Belén era dolce e un po' assonnata, ma gli arrivò all'orecchie ovattata, come un'eco lontana che non lo smosse dalla sua posizione.

In quel momento era così corrucciato e confuso che, probabilmente, se Belén avesse spinto la sua mano un po' più giù di dove l'aveva poggiata ora... neanche quello gli avrebbe fatto divergere lo sguardo da quella foto.

«Oi? Andre... mi stai preoccupando.» Belén si sollevò al suo fianco, i capelli sciolti che le ricadevano sulle spalle nude e sulla schiena, i suoi occhi che si spostavano sul cellulare, quasi temendo di leggere qualche messaggio scomodo.

Ma non si trovò di fronte un messaggio.

«Oh.» fece semplicemente.

«Oh?» ripeté Andrea, risvegliandosi dal suo momentaneo stato di torpore. Si girò lentamente verso di lei, un sopracciglio sollevato. «Come sarebbe a dire... oh».

Belén sgranò i suoi meravigliosi occhi da cerbiatta e sbatté le lunghe ciglia, le labbra ora risucchiate all'interno della bocca e trattenute tra i denti, come se fosse stata colta in flagrante, come se si fosse lasciata involontariamente sfuggire un segreto. Ma non era così: aveva detto solo una sillaba. Anzi, una lettera. Una singola lettera.

Ad Andrea sembrò bastare.

Assottigliò lo sguardo e le sue labbra si storsero in una smorfia. «Tu.» disse semplicemente.

𝐂𝐑𝐀𝐒𝐇² - 𝐢𝐧𝐭𝐨 𝐲𝐨𝐮Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora