10. Sorry

881 57 170
                                    


Sorry to my unknown lovers

Sorry that I can't believe

That anybody ever really starts to fall in love with me

-*-

«Qualcuno chiami il 112!» gridò Andrea, togliendo Anna dalle braccia di Belén e stringendola a sé.

Non avrebbe saputo dire come avesse fatto a muoversi tanto velocemente, ma il secondo prima era accanto a Lorenzo e l'istante dopo, in un batter di ciglia, era inginocchiato per terra accanto al corpo fragile di sua sorella.

«Spostatevi, fatele aria!» urlò ancora, in un misto di rabbia e agitazione che lo rendeva irriconoscibile, così diverso dallo Iannone piacione e sempre sorridente che tutti erano sempre stati abituati a vedere.

Il gruppo di piloti e membri dello staff che avevano preso parte alla festicciola di Lorenzo fecero un passo indietro, ma rimasero fin troppo vicini, specialmente per la pazienza di Andrea, che avrebbe voluto alzarsi e farli allontanare tutti a suon calci e spintoni, perché non c'era assolutamente un cazzo da guardare, quello non era uno spettacolo! Ma non avrebbe mai abbandonato Anna al suolo, quindi la strinse a sé, cercando di controllare il senso di panico che gli aveva fatto aumentare i battiti cardiaci come non gli accadeva nemmeno dopo una brutta caduta in sella alla sua moto.

«Fatevi indietro, vi prego!» La voce di Belén, al suo fianco, era debole e agitata, ma non sapeva dire se la sentisse così fievole perché lo fosse davvero o solo perché lui aveva il sangue che gli ronzava nelle orecchie.

«L'ambulanza sta arrivando.» Era stato Jorge Lorenzo a pronunciare quella frase, con una freddezza encomiabile, mentre si faceva largo a spintoni tra la folla, il cellulare stretto nella mano.

Aveva chiamato i soccorsi ancora prima che Andrea lo gridasse, non appena aveva sentito l'urlo disperato di Belén e i suoi occhi avevano catturato la figura accasciata al suolo di Anna. Il cuore gli si era fermato per qualche istante, poi si era dato uno schiaffo mentale, aveva riconquistato la sua solita razionalità e aveva composto il 112 senza doverci pensare due volte. La sua voce aveva tremato, nel dare indicazioni all'operatrice che aveva risposto alla sua chiamata, e qualche parole l'aveva pronunciata in spagnolo o in un italiano scorretto, ma aveva saputo dare la via precisa con una lucidità che solo anni di allenamento in sella a una bestia che poteva portarti via la vita al minimo errore aveva potuto garantirgli.

Andrea sollevò lo sguardo su di lui e gli rivolse uno sguardo strano, ma che in fondo alle sue iridi scure nascondeva un velo di tacita gratitudine. Jorge fece un semplice cenno col capo, poi si girò verso quelli che erano suoi colleghi e amici e cominciò a spintonarli indietro con gesti decisi, ma non sgarbati. «Ha bisogno di aria, fatela respirare».

Alex era rimasto pietrificato per un tempo che sembrò dilungarsi all'infinito nella sua percezione personale. I suoi occhi erano rimasti incollati alla figura di Anna e continuavano a vedere solo lei, anche quando le schiene di altra gente si frapposero tra di loro, impedendogli la visuale. Non si era nemmeno accorto che Marc non fosse più al suo fianco, ma che si era fatto largo tra la folla, aiutando Lorenzo nel compito di far indietreggiare tutti e lasciare quanto più spazio tra gli avventori preoccupati e Anna e Andrea, ora entrambi al suolo. Il cuore gli pompava così furiosamente nel petto che avvertiva quasi un principio di infarto, ben sapendo che non era quello che gli stava accadendo.

Si sentiva pietrificato dalla paura e mille pensieri gli turbinavano nella mente, accusandolo di essere in parte la causa di quel malessere, di non essere stato recettivo e utile come lo era stato Lorenzo, che aveva chiamato i soccorsi, o Iannone, che era subito corso al suo fianco, o Marc, che si era messo all'opera per dare una mano.

𝐂𝐑𝐀𝐒𝐇² - 𝐢𝐧𝐭𝐨 𝐲𝐨𝐮Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora