17. Fairytale Of Lies

693 43 133
                                    

I can't live in a fairytale of lies

I can't hide from the feelings

Cause it's right.

-*-

Si era svegliata nel cuore della notte, spalancando gli occhi nell'oscurità rischiarata solo da qualche debole raggio di luna che riusciva a penetrare tra gli occhielli socchiusi delle serrande. I brandelli di quel sogno la frustavano come lingue di vento sulle guance, senza che riuscisse a trovarci alcuna spiegazione logica.

Perché era tanto sconvolta? Era solo un sogno.

I sogni son desideri – No.

I sogni erano solo stupidi sogni. Il suo cervello lavorava sempre in maniera fin troppo frenetica e priva di alcun senso, quando veniva strappata dalla sua solita routine. Ricordava ancora come, in tutti i campo scuola che aveva fatto al liceo, la prima notte si svegliasse sempre a causa di sogni agitati e confusi, che la tenevano sveglia per il resto delle ore fino all'alba, regalandole splendide occhiaie da dover nascondere dietro le lenti scure dei suoi occhiali da sole per tutto il resto del viaggio.

Doveva solo essere un ritorno alle vecchie, fastidiose abitudini.

Si girò nel lettino singolo, avvertendo il russare di Andrea, che col busto scoperto, dormiva a pancia su in maniera scomposta. Come facesse Belén ad essere invece coperta ed elegantemente accoccolata al suo fianco era un mistero che non aveva alcuna voglia di risolvere. Santiago, nell'altro lettino singolo affianco al suo, era una piccola palla abbracciata al cuscino più grande di lui.

Anna si diede mentalmente della sciocca e scosse il capo, girandosi con il viso contro il muro e coprendosi fin sopra la testa.

Dormi, sciocca ragazzina. Era solo uno stupido sogno.

Chiuse gli occhi, ma le immagini tornarono vivide nella sua mente, facendole tremare il cuore. Li spalancò di nuovo, con uno sbuffo fin troppo pesante, che sperò non avesse svegliato nessuno dei suoi compagni di stanza. Rimase immobile, quasi a verificare che effettivamente non l'avessero sentita, poi si permise di tornare a respirare normalmente.

Niente, non sarebbe mai riuscita a tornare a dormire, si sentiva fin troppo agitata e ormai il suo cervello aveva cominciato a lavorare a un ritmo tale che era impossibile costringerlo a spegnersi di nuovo. Si voltò ancora e allungò una mano sul pavimento, doveva aveva abbandonato il suo cellulare. Lo staccò dalla carica e lo portò sotto le coperte, accendendolo: fortunatamente aveva l'abitudine di togliere sempre la suoneria, altrimenti quello sì che avrebbe svegliato i suoi coinquilini. La foto di lei abbracciata ad Andrea la occhieggiò dalla schermata di blocco. Nella home trovò invece quella sua con Alex, che si erano scattati quella mattina lontana in cui era corsa a casa per trovarlo ad aspettarla al Promontorio di Punta Aderci: i colori morbidi dell'alba illuminavano i loro sorrisi, teneri, impacciati e felici. Anna si ritrovò inconsapevolmente a sorridere a sua volta, mentre un calore piacevole le calmava il cuore. Cliccò sull'icona di WhatsApp ed entrò nella chat di Alex.

Anna » Sei sveglio?

Attese qualche minuto, ma sotto il nome Alex, con un'emoticon a forma di cuore che aveva sostituito quella a forma di moto che lui le aveva messo la prima volta, non comparve mai la scritta online. Quando dopo dieci minuti il suo messaggio non aveva ricevuto neanche la doppia spunta dell'avvenuta consegna, Anna sospirò e uscì dalla chat: era probabile che Alex fosse crollato, in fin dei conti le era sembrato ben più che cotto quando si erano salutati sull'uscio della sua stanza.

𝐂𝐑𝐀𝐒𝐇² - 𝐢𝐧𝐭𝐨 𝐲𝐨𝐮Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora