6. From Fight To Kiss

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If you're not the one for me

Then how come I can bring you to your knees?

If you're gonna let me down, let me down gently

Don't pretend that you don't want me

-*-

Anna era piuttosto confusa, mentre passeggiava lungo una delle tante vie del Paddock, in quel momento quasi deserto, con ancora la bandiera di Lorenzo avvolta sulle spalle, nemmeno fosse una coperta di Linus che la tenesse al caldo, nonostante le temperature piuttosto alte di quel primo weekend di Giugno.

Doveva ammettere che il comportamento di Jorge l'avesse un po' destabilizzata, perché non riusciva proprio a comprenderlo, nemmeno se si sforzava di rivivere la scena più e più volte nella sua mente, sempre da diverse prospettive (e sempre con qualcosa che tendeva a cambiare, come l'intonazione della sua voce o il modo in cui l'aveva guardata). Perché poi, nei ricordi, non riusciva mai a ripetere con esattezza le parole che qualcuno le rivolgeva, nel medesimo ordine, con la stessa inclinazione? Ricordava il significato di una determinata frase, certo, ma ogni volta le parole precise che venivano usate tendevano a sfuggirle come sabbia in una clessidra rotta ed era frustrante, perché era sempre convinta che dietro quell'esatto ordine di parole, che proprio non riusciva a rassembrare, si nascondesse il significato intrinseco di una determinata cosa e lei ci impazziva sempre dietro, non riuscendo mai ad afferrarlo.

Non che importasse, alla fine dei conti. Non doveva dar peso a qualsiasi cosa fosse successa con Lorenzo: qualunque fosse stato il suo scopo (ma poi perché avrebbe dovuto essercene uno? Loro erano amici e basta, no?) non aveva alcuna intenzione di rimuginarci sopra troppo.

«Anna! Hey, Anna?».

Pensi al diavolo...

Anna si voltò, per incontrare la figura di Jorge Lorenzo che veniva verso di lei con una corsa un po' impacciata nella tuta che ancora indossava per metà, la parte superiore che penzolava ai suoi fianchi, la canotta termica in mostra.

«Oh, Jorge! Ciao! Non dovresti essere tipo a... non so, rilasciare qualche intervista?» domandò divertita, quando le si fermò di fronte: aveva ancora i capelli scombinati e umidi, dall'odore avrebbe detto di champagne. Aveva come l'idea che i festeggiamenti per quella prima vittoria in Ducati fossero proseguiti anche all'interno del box, ma lei aveva lasciato la pista subito dopo la premiazione.

Jorge si passò una mano nei capelli, guardandosi intorno. «Sì, infatti ho solo pochi minuti. Vedo che hai tenuto la bandiera.» notò poi, con un sorriso storto e soddisfatto.

Anna arrossì, stringendosi in quella coperta improvvisata. «Oh, io... sì. Dovevo... dovevo restituirla?».

Jorge rise piano e scosse il capo, fermandola prima che potesse togliersela. «No, Anna, no.» la rassicurò. «E' un mio regalo: puoi tenerla, se ti fa piacere».

Lei annuì, con un sorriso ancora un po' impacciato.

Jorge le riservò uno sguardo curioso e allungò una mano verso di lei, poggiando le dita sulla sua fronte. «Ti senti bene, chica?».

Anna sgranò gli occhi e fece un passo indietro, sottraendosi alla sua mano. «Sì, perché?!» squittì, risultando ben poco credibile.

Jorge sollevò un sopracciglio. «Ti stai comportando in modo strano...».

𝐂𝐑𝐀𝐒𝐇² - 𝐢𝐧𝐭𝐨 𝐲𝐨𝐮Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora