Segreti di Famiglia

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Gli occhi azzurri di Legolas erano sgranati dallo stupore; mai, nemmeno tra un milione di anni si sarebbe aspettato di vedermi nuovamente, soprattutto accompagnata da una comitiva di tredici nani. Sorrisi tra me e me cercando nel suo sguardo l'intesa che ci aveva sempre legato, cercando in quello sguardo duro e freddo l'amico con cui avevo condiviso molte avventure finché un giorno il tormento dei miei incubi fu troppo forte da spingermi ad allontanarmi sempre di più, a viaggiare verso terre lontane, combattendo dove serviva. Il tutto fino a quando il mio cammino non si era incontrato con quello del Principe sotto la Montagna. Ora, con mio grande stupore, mi trovavo di fronte un'altra persona. In quegli occhi profondi e limpidi c'era ancora l'ombra del giovane elfo Silvano, ma era stata offuscata da qualcos'altro, qualcosa che occupava la sua mente, che lo aveva spinto a cambiare, a maturare, soffocando quello che era in gioventù e tirando fuori un nuovo aspetto del suo carattere. Più lo osservavo più mi sembrava di scorgere in lui la figura di Thranduill da giovane, e questo non sapevo se potesse essere un bene o meno. Legolas, anche se molto più giovane della sottoscritta, era un elfo saggio e giusto con l'unico grande difetto di voler sempre compiacere suo padre per cercare di ottenere quell'affetto e quella considerazione che non aveva mai più ricevuto da dopo la morte di sua madre, e per la quale aveva sempre sofferto in silenzio. Negli anni mi erano giunte diverse voci che le cose fossero cambiate nel Reame Boscoso, che Thranduill era divenuto ancor più paranoico e diffidente nei confronti degli altri, arrivando perfino a barricarsi nel proprio Regno senza curarsi di ciò che gli accadeva attorno; ed ora, dopo aver visto le condizioni di Bosco Fronzuto ed aver provato sulla mia pelle i suoi orrori, riuscivo a capire il perché. Avevo combattuto al suo fianco in due occasioni e potevo dire di conoscerlo abbastanza bene, ma nonostante ciò aveva un animo ed una personalità assai complicate. Mio padre, d'altro canto, era un suo caro amico e ne comprendeva il fardello di esser divenuto Re in giovane età; di fatti Thranduill era l'unico figlio di Oropher, un importante sovrano conosciuto tra la nostra gente, non solo per la sua coraggiosa decisione di lasciare il regno creato da Gil-galad dopo la Guerra d'Ira per intraprendere un lungo viaggio verso un altro luogo da chiamare casa, ma anche per la sua prontezza nell'unirsi all'Ultima Alleanza e schierarsi contro Sauron sul campo di battaglia. Purtroppo, in quella sanguinosa guerra in molti avevamo perso qualcuno, e come io persi Beren, Thranduill perse suo padre, e ciò portò il suo carattere ad indurirsi ulteriormente fino a trasformarlo nella persona che era oggi. In quel cupo giorno il Signore Oscuro ci aveva sottratto fin troppe persone a noi care, fin troppe cose che nessuno ci avrebbe più restituito, compresi i pezzi della nostra anima ormai lacerata. Aveva distrutto famiglie, annientato abili e forti guerrieri e devastato menti che avevo sempre creduto incorruttibili. Niente era stato più come prima di allora, e niente più lo sarà mai. Quella battaglia aveva cambiato tutto, ma per prima cosa aveva cambiato noi stessi, mettendoci faccia a faccia con le nostre paure più profonde e mostrandoci che in fondo erano reali. Ed ora, nonostante le perdite, nonostante il prezzo che ognuno di noi aveva pagato, alla fine è risultato non essere stato abbastanza. Avevamo creduto di aver vinto, ma nella nostra ignoranza Sauron, se pur ancora debole, aveva meditato vendetta cominciando la sua rappresaglia con l'unico obbiettivo di realizzare il piano di conquista che da sempre era stato la sua ossessione. E, di nuovo, gli unici che potevano fare qualcosa per fermare l'avanzare del suo potere eravamo noi e noi soltanto. Un nuovo pezzo di noi stessi che se ne andava per non ritornare, nuove ferite e nuovi incubi, e stavolta temevo davvero il prezzo che avremmo dovuto pagare per avvicinarci soltanto ad un barlume di vittoria. Il male lentamente e pezzo dopo pezzo, stava contaminando ogni cosa, trasformandola non solo nell'aspetto ma anche nell'animo. Rendeva i paesaggi più cupi e inospitali, le notti più buie e i popoli della Terra di Mezzo più cauti ed irrequieti. Per troppo a lungo ognuno di noi era rimasto cieco di fronte a tutto questo, ma ora era giunto il momento di dire basta, di reagire, di combattere e difendere ciò che amavamo, i nostri ideali, e la nostra terra. E non era rinchiudendosi sottoterra che le cose sarebbero cambiate:

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 29, 2018 ⏰

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