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Eravamo seduti a mensa. Io vicino a Taehyung, con di fronte Yoongi; al suo fianco Jungkook con ancora indosso la sciarpa, che trattava come un premio. Quasi si vantasse di averla.
Nell'aria si poteva percepire tensione.
"Allora cosa fate oggi pomeriggio?" ruppe il ghiaccio il mio migliore amico.
"Credo rimarrò a cas-" iniziò Jungkook, ma il mio ragazzo appoggiò la sua mano sulla sua coscia e ammise:"Oggi devo praticare con il pianoforte assieme al piccoletto. Ha un'insufficienza nella mia materia".
Come se fossimo ingenui e non avessimo capito tutto.
"Oh si, giusto" balbettò l'altro, visibilmente a disagio.
"Tu Jimin?" mi chiese il più grande, quasi sfidandomi.
Oh Yoongi, se stai facendo ciò che sto immaginando, non sai contro che razza di persona ti sei messo contro.
"Credo che farò i compiti e poi uscirò con Taehyung", presi la mano di quest'ultimo e la feci combaciare con la mia, intrecciandola lentamente. Diventò leggermente rosso.
Subito dopo, io lasciai la mano, lui la gamba, e ci scambiammo sguardi intensi, sguardi minacciosi.

Lui era fatto così. Voleva sempre di più e non si stancava mai. La cosa brutta è che poi iniziava a vantarsi. Così fece con me i primi 2 mesi.
"Sto con il ragazzo più bello della scuola" urlava per strada, facendomi vergognare.
Ora che il nostro rapporto è instabile, vuole farmi ingelosire prendendo Jungkook sotto la sua ala. Ma non sa che la sciarpa è stata solo una piccola scenata. Non sa che posso giocare anch'io al suo gioco.

Le lezioni terminarono, ed uscii con Taehyung nel cortile.
"Ma vuoi davvero uscire?" deglutii lui.
"Scusami che male c'è?"
"niente." rise dopo, nervoso. "A che ora passo a prenderti?".
"Quando vuoi", gli sorrisi sinceramente e lui mi abbracciò cogliendomi all'improvviso.
"Ci siamo persi da quando ci siamo fidanzati".
"Ci ritroveremo sempre, ricordatelo".

Jimin e yoongi non smettevano di guardarsi male. Per tutta l'ora di mensa non avevano smesso di discutere come cane e gatto. Per di più  il ragazzino biondo mi scrutava sempre, da capo a piedi, soffermandosi sul collo. Avevo ancora la sciarpa. E non avevo intenzione di togliermela.
Mi sentivo colpevole, anche senza aver fatto quasi niente.
Non posso negare a me stesso però che quel qualcosa successo nell'ora di musica, non fosse nulla.
Fu quando il mio ragazzo chiese:"Allora cosa fate oggi pomeriggio?" che mi ripresi un po'.
"Credo rimarrò a cas-" mi bloccò una mano sulla mia coscia, che mi fece rabbrividire.
"Oggi devo praticare pianoforte con il piccoletto" e mi guardò "Ha un insufficienza nella mia materia". Strinse di più la presa, facendomi venire i brividi e costringendomi a rispondere in modo nervoso.
Quel pomeriggio sarei stato da solo con Yoongi.

Andammo via, lasciando gli altri due. Appena fummo fuori Yoongi mi prese il braccio.
"Cosí non ti perdo". Anche quell'azione provocò in me un tripudio di emozioni.
Ad ogni suo tocco, il mio corpo si lasciava andare, era più sereno. Questa cosa con Taehyung non è mai successa. Quando mi baciava con la sua rabbia, lo capivo, ma non sapeva che a me non stava bene.
Non avevo il coraggio di dirgli che non provavo più nulla.

Quando arrivammo nella sala, chiuse la porta a chiave.
"Allora piccolino" iniziò "Hai un'insufficienza, eh?"
"A dire la verità io non sapevo neanche di questa cosa" mi grattai la nuca.
"Recuperiamola insieme" si avvicinò sempre di più, prendendomi la mano e facendomi sedere ad un banco.
"Prima di tutto però, voglio farti una domanda"
"Dimmi pure"
"Ti piace ancora Taehyung?".
A quella domanda rimasi spiazzato e abbassai leggermente la testa.
"Il nostro non è mai stato un vero e proprio rapporto, sai? Quando era arrabbiato io ero il suo sfogo. Mi trattava come se fossi la sua bambola, mi usava, e lo fa tutt'ora. Ma non riesco a dirgli di smettere. Non riesco a dirgli di no. È come se fossi bloccato quando ho lui davanti", non so per quale motivo gli stessi raccontando tutto, ma di lui mi fidavo.
Mi fermai per prendere fiato e notai che mi stava ascoltando più preso che mai. Era seduto alla cattedra di fronte a me, aveva la testa appoggiata alla mano e i capelli un po' scompigliati.
"Capisco" commentò un po' sorpreso.
"Invece tu con Jimin?" azzardai.
"Sai, non lo so più neanche io" rise amareggiato "Prima era tutto perfetto. Ora non so più cosa possa provare lui" si fermò e fissò i suoi occhi nei miei "E nemmeno io".
Deglutii a forza.
"D-dovevo recuperare?" mi alzai dal banco per avvicinarmi al pianoforte e sedermi allo sgabello.
Lui si avvicinò poco dopo, iniziò a suonare e mi chiese:"Posso avere il permesso?" chiedendomi la mano. Gliela diedi e la fece scorrere lungo i tasti neri; Le nostre mani quasi unite.
Quando finimmo la canzone, sorrisi:"È stato bello".
"Sai, in questa stanza non è bello il pianoforte, anche se se si tratta della mia passione. Qui sei tu quello bello, Jungkook" disse l'ultima frase sistemandosi gli occhiali e spiazzandomi del tutto.
Ci guardammo per tanto tempo, ma ero felice così. Avrei voluto che mi baciasse, che portasse quelle sue piccole labbra sulle mie, ma non successe. O almeno, non ancora.

 ᴛᴀᴋᴇ ᴍᴇ ʜᴏᴍᴇ; ᴘ.ᴊᴍ+ᴋ.ᴛʜDove le storie prendono vita. Scoprilo ora