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"Jimin, non provare a slegarti la benda e non fare il bambino impaziente. Siamo quasi arrivati."
Finalmente, dopo aver concluso la questione riguardante Jaebum, uscimmo da scuola, presi la macchinetta e salimmo sulla metro, l'unica che portava ai campi di girasole. In tutto ciò, gli bendai gli occhi. Volevo che tutto fosse speciale e preciso. Mi era mancato così tanto, e avevo bisogno di sentirlo di nuovo mio. Avevo bisogno di sentire il nostro vecchio rapporto. E sono sicuro del fatto che mi innamorerò sempre di più, ma come sempre, cercherò di stare zitto. Dovevo riuscire a reprimere i miei sentimenti. Non potevo rovinare un'amicizia del genere per un mio capriccio.
Gli presi la mano e feci attenzione a non farlo cadere per via delle scale. Eravamo arrivati.
"TaeTae, fa caldo, posso solo..." alzò leggermente quella striscia di tessuto nero, ma feci in tempo a piazzarmi davanti a lui.
"No no no. Ehi, devi pazientare ancora un pochino."
Sentii un leggero sbuffo dietro di me.
Intanto le nostre mani, intrecciate, non si lasciarono neanche per un secondo.

Gli feci un'ultima fotografia da bendato, prima di farlo sedere sotto l'ombra di una quercia.
"Sei pronto?" gli chiesi; di fronte a noi una distesa di fiori gialli, tutti che si trovavano a sorridere verso il sole.
"Non aspetto altro", lo vedevo fremere. Era felice, e si meritava un po' di tranquillità dopo la tempesta.
Era tipo i fuochi d'artificio che si vedono sempre alle feste di paese. Si tratteneva per poi esplodere all'improvviso. Rispecchiavano a pieno il suo carattere. Il suo essere calmo ma con la particolarità di poter cambiare da un momento all'altro. Dopo tutta questa peripezia, avrebbe potuto sbraitare e scomparire anche il giorno seguente. Perciò lo portali lì. Perché sapevo quanta tranquillità gli trasmettessero.

Mi avvicinai cautamente e andai dietro di lui. Finalmente lo liberai da quella fascia che lo aveva tenuto prigioniero dal paradiso che si estendeva davanti ai suoi occhi.
Si mise le mani davanti alla bocca e vidi le sue iridi diventare lucide.
"Non...me lo aspettavo..." riuscì a sussurrare.
"TaeTae sei sempre il migliore". Si girò e mi abbracciò, poggiando la sua testa sulla mia spalla.
Presi il suo viso tra le mani, e notai che stesse piangendo.
"Perché?", lui capì subito.
"Mi sono emozionato. Tu mi sei mancato così tanto e mi hai portato nel mio posto preferito. Siamo tornati noi." fece una pausa per riprendere fiato "Quando in realtà, niente ci ha mai separati".
Non dissi niente, semplicemente lo abbracciai più forte di prima. Quel piccoletto aveva una calamita dentro di sé, e poteva attirare chiunque avesse attorno. Soprattutto il sottoscritto. Anche se questo concetto doveva ancora entrare nella sua testa.
"Ora basta piangere. Abbiamo delle foto da scattare."

Ci avvicinammo ai fiori e iniziai a fotografare, in varie posizioni. Lui steso nel campo, con i petali tra i capelli, mentre rideva con il polline sulle sue dita da bambino.
Ero proprio innamorato di lui.
Gli avrei urlato in faccia quanto lo amassi, quanto tenessi a lui, quanto lo avrei protetto da ogni forma di male esistente.
Dopo aver finito la prima sessione, mi avvicinai a lui, e lo presi dai fianchi, iniziando a fargli il
solletico dappertutto, ritrovandomi a cavalcioni su di lui. Jimin iniziò a ridere, fino a piangere:"T-tae!" urlò, per farmi smettere, con la voce macchiata di risate.
Mi fermai dopo un po', per farlo respirare, era diventato tutto rosso.
Le nostre risa che si mischiavano nell'immensità di quel campo che tratteneva il nostro amore.
Tutto ciò che successe dopo, fu di un'intensità incredibile.
Ci guardammo nello stesso momento.
Presi coraggio, e lo feci. Presi tra le mani il suo viso paffutello, e assottigliai lo sguardo. Lui aveva già capito le mie intenzioni, quindi fece lo stesso. Mi avvicinai lentamente, fino ad arrivare a pochi centimetri dal suo naso.
"Ho aspettato per tanto tempo. Ora mi riprendo ciò che mi è stato portato via" gli sussurrai sulla bocca.
E poi tutto fu inutile, tutto divenne infimo in confronto a noi. Ci baciammo lentamente, con una dolcezza disarmante. Niente si muoveva, c'eravamo soltanto noi che condividevamo lo stesso sentimento. Con i nostri cuori che tamburellavano nei rispettivi petti, e le labbra sempre più gonfie.
Mi allontanai per primo, dopo svariati minuti, ma continuai ad accarezzargli il viso.
Un tripudio di emozioni si faceva strada nel mio petto.
Poi lui aprì bocca.

Mi ritrovai a piangere per via del solletico. Implorai Taehyung di smettere e così fece, notando il mio stato. Mi asciugai le lacrime e fissai il mio sguardo nel suo. Era uno spettacolo per i miei occhi. I capelli spettinati per via del vento, la pelle leggermente scura, e gli occhi che ridevano. Aveva questa particolarità, lui rideva con gli occhi; era quel tipo di persona che trasmetteva felicità, serenità, e non avrei permesso a nessuno di portarmelo via.
Poi lentamente si avvicinò, e avevo già capito tutto. Non aspettavo altro. Erano notti che il pensiero di lui mi tormentava, volevo soltanto capire le mie emozioni. E alla fine ero arrivato ad una conclusione.
Taehyung mi piaceva.
Mi piaceva da morire.
Avevo sempre cercato di sviare questo discorso, perché ero impaurito, ma ora basta.
Le distanze tra noi si erano quasi azzerate, quando:"Ho aspettato per tanto tempo. Ora mi riprendo ciò che mi è stato portato via.", e poi finalmente posò le sue piccole labbra sulle mie.
Volevo solo quello, desideravo lui, con tutto me stesso. Bramavo le sensazioni che con quel dolce bacio mi aveva fatto provare.

Presi coraggio e parlai:"Da quanto tempo?", non c'erano bisogno di altre parole, lui mi aveva inteso.
"Fin troppo Jimin. Ero stanco; di vederti con altri, di sentirmi geloso e non essere al posto loro. Per questo mi sono arrabbiato quando ti ho visto quel giorno con Jaebum. Perché io voglio te." sparò tutto d'un fiato, sfiorandomi il viso con le dita.
Stavo per esplicargli i miei pensieri, quando continuò:"Con questo bacio, ho voluto dirtelo. Perché non sopportavo più nulla. Ho rovinato la nostra amicizia? Se vuoi dimentichiamo tutto e andiamo avanti" la sua voce si fece più acuta e iniziò a parlare più velocemente; cercò anche di guardare altrove.
"Taehyung" lo richiamai, e annuì.
"Piaci anche a me. Davvero tanto. Più di quanto tu possa immaginare."
E con tanta facilità, quanta leggerezza, ci ritrovammo a baciarci di nuovo, in mezzo ad un campo di girasoli.
Ero follemente innamorato di Kim Taehyung.

 ᴛᴀᴋᴇ ᴍᴇ ʜᴏᴍᴇ; ᴘ.ᴊᴍ+ᴋ.ᴛʜDove le storie prendono vita. Scoprilo ora