Né io, né il mio amico eravamo pronti per trovarci davanti ai nostri due ragazzi.
La notte prima, con Yoongi al mio fianco che faceva finta di abbracciarmi, pensai che magari fosse soltanto una fase passeggera, e speravo che tornasse tutto come prima.
Mi ricredetti quando mi svegliai e non trovai nulla sul tavolo della cucina.
Neanche un "buongiorno" scritto con la biro nera, come suo solito fare, quando scappa via per non fare ritardo.
Accesi il fornello per riscaldare il latte, quando sentii suonare al campanello.
"Muoviti, voglio vedere se quella chat sia veritiera o meno" si impuntò Taehyung, entrando velocemente e sedendosi.
"Sono le 07:30. Di solito a quest'ora devi ancora rinviare la sveglia per altre 3 volte."
"Ah, quanto mi conosci bene"
Ci fu un momento di silenzio per poi affermare:"07:30, 07:35, 07:40" detto in coro.
Erano gli orari delle varie sveglie di quest'ultimo, che scoppiò a ridere.
"Menomale che ci sei tu a portare felicità nella mia vita", mi guardò dritto negli occhi, ed io lievemente arrossii.
"Se con Jungkook le cose andassero male, non so per quanto tempo starò male, Jimin. Tengo a lui, come tu sai" lo zittii immediatamente.
"Sai che ci sarò io al tuo fianco. Ci sosterremo a vicenda, se con Yoongi succederà lo stesso" gli strizzai la guancia e tornai alla mia colazione.
Quel ragazzo fece subito breccia nel mio cuore, dal primo giorno in cui lo conobbi.Dopo 20 minuti, partimmo da casa mia.
"Non so tu, ma io ho paura" gli dissi, quasi sottovoce, nascondendomi nella mia sciarpa.
Erano gli ultimi giorni di autunno, e il freddo iniziava ad inondare la città senza fermarsi.
"Ammetto, anche io" si fermò e ridacchiò nervoso "Però averti vicino, mi infonde sicurezza".
Si avvicinò, mi diede una leggera spinta con la spalla, e le nostre mani si sfiorarono.
Diverso da tutte le nostre strette di mano, i nostri saluti.
Un piccolo e quasi infimo tocco che mi fece trasalire, fino a diventare rosso come le foglie che iniziavano a cadere.Facemmo il nostro ingresso a scuola, io ancora con le gote dipinte di un tenue cremisi, riguardo alla piccola azione di qualche momento prima.
Entrai velocemente in classe e mi buttai sulla sedia.
Ogni minuto controllavo l'orologio.
La mia gamba tremava, sotto al banco, presa dall'ansia.Poi Taehyung tossii. Alzai la testa e intuì subito.
09:52.
"Prof, non mi sento ben-" si mise una mano davanti, come per trattenere un conato di vomito e si catapultò fuori l'aula.
"Oh santo cielo! Park va' da lui".
Non me lo feci ripetere due volte.
"Come attore sei davvero fantastico"
ci scambiammo un sorriso complice e ci avviammo verso le scale del primo piano.
Io iniziai a correre, ma arrivati dietro alle macchinette, Taehyung mi posò una mano sul petto, trattenendomi.
Controllai l'orologio.
09:56.
Ancora nessuno.
"Ci siamo sbagliati Jimin. È tutta una presa in giro" sbuffò il mio amico, girandosi dalla parte opposta.
"Ti conviene guardare."
Arrivarono i due, mano nella mano.
Sembravano davvero felici.
Yoongi lo guardava con occhi che ormai non appartenevano più a me. Jungkook era perso.
Poi si fermarono, e noi ci accovacciammo.
E successe, come se fosse appena passato un treno.
Si baciarono, e finalmente appurammo quella cosa.
Sentii il mio corpo andare a fuoco, e gli occhi bruciare.
Le lacrime stavano arrivando.
"Scatta la foto" dissi serio, abbassando lo sguardo, non riuscendo più a sostenere quella scena.
"Ma-"
"Ho detto fai quella dannata foto, e andiamocene" tirai su con il naso.
Fece come detto e tornammo al nostro piano.
Si fermò.
"Non me lo sarei mai aspettato, sai? Mi piaceva quel piccoletto. Ed è stato in grado di farmi del male, anche solo un minimo."
Io ancora in lacrime, mi fiondai tra le sue braccia.
Le uniche in grado di farmi sentire bene.
"Anche io credevo in me e Y-Yoongi..." presi fiato "Ma non credo possa essere tutto rose e
fiori", risi amaramente, mentre il pianto si fece più insistente.
"Jimin-ah, abbiamo detto che avremmo superato tutta questa situazione insieme, come sempre. Tranquillo" mi asciugò le lacrime con i pollici.
Tornai ad abbracciarlo.
Anche senza dire una parola, quel ragazzo riusciva a farmi sentire a casa. Quasi protetto.
Forse perché lo conoscevo da una vita?
No.
Quella sensazione non la provavo con nessun'altro.
Se non con il mio Taehyung.≫
Per tanto tempo ho sentito il bisogno di quelle sottili labbra, quasi invisibili, che lontano da sguardi indiscreti, iniziarono a baciarmi.
Quando finì, gli sorrisi, portando le braccia attorno al suo collo.
"Il tuo sorriso è l'unica cosa che mi rende felice, in questo momento".
Tu lo sei sempre stato Min Yoongi.
Fin dalla prima volta in cui ti vidi.
La prima supplenza.
Eri molto impacciato, non sapevi da cosa iniziare.
"Jeon Jungkook? L'ho pronunciato bene?" rise nervosamente, alzandosi gli occhiali e mostrandomi per la prima volta quei suoi denti che costituivano il sorriso di cui mi sarei innamorato.
"Si" risposi per la prima, ed ultima volta, fiero.
Ricordo tutto perfettamente.
Indossavi un maglioncino nero, contornato da un filo rosso, con una camicia al di sotto.
Eri l'immagine della perfezione, ai miei occhi.
Come lo sei tutt'ora.
Ricordo anche quando ti vidi per la prima volta con Jimin.
Eravate nascosti.
Non volevate che nessuno vi scoprisse.
Lo baciavi con bisogno.
Ci stetti male una settimana, anche se tra noi non ci fu mai nulla.
Ma mi illusi, tramite i pensieri che mi feci su di te.
I mesi passarono.
Le cose iniziarono a susseguirsi con velocità.
E fidati, terrò sempre la sciarpa con me.
Come se fosse un premio.≫
Io e Jimin prendemmo la metro per raggiungere casa mia.
Sono sicuro che il mio migliore amico non avesse voglia di incontrare Yoongi.
Ma prima o poi avrebbe dovuto affrontare la realtà.
Entrammo ed io mi tolsi le scarpe, mentre l'altro salutò mia madre.
"Buon pomeriggio Seo-yun" si inchinò.
Era davvero tenero ogni volta che compiva quel gesto.
Si abbracciarono.
"Piccolo, hai gli occhi rossi. È successo qualcosa?".
Sapevo che avesse continuato a piangere per colpa della scena vista.
"No, tranquilla", decisi di intervenire, mettendomi in mezzo, letteralmente.
"Mamma smettila. Noi andiamo sopra" affermai duro, prendendolo per un polso e tirandolo via.Lo spinsi dentro la mia camera e sbattei la porta.
Mi sedettii vicino alla scrivania, piena di fogli sparsi, alcuni scarabocchiati, alcuni accartocciati.
"Cosa ho che non va?!" urlai, incutendogli un po' di paura, perché indietreggiò.
"Perché Jungkook non sta con me? Sono brutto? Sono scontroso? Jimin spiegamelo!" Mi misi le mani nei capelli, iniziando a piangere.
E lui insieme a me.
Si avvicinò e mi strinse forte.
"Non hai nulla che non va, TaeTae. Sei bello così come tua madre ti ha fatto." Mi alzò il viso, guardandomi dritto negli occhi "E se Jungkook non capisce cosa ha perso, è davvero uno stupido" concluse, singhiozzando.
Rimasi in silenzio, per poi gettarmi di nuovo fra le sue braccia, continuando a piangere.
Stavamo male, ma nonostante tutto, trovavamo benessere anche nelle piccole azioni che l'altro mostrava.
Ci completavamo.
"Cambiando argomento, per un secondo, devo dirti una cosa" se ne uscì, mentre io ero tenevo la testa poggiata sul suo petto.
"Venerdì esco con Jaebum" deglutì, e riuscì a sentirlo.
Chiusi gli occhi e accumulai altra rabbia, che sicuramente sarebbe schizzata fuori da un momento all'altro.
"E dove andrete?" gli chiesi con voce apparentemente calma, ma che nascondeva ira.
"Credo a mangiare una pizza".
Verrò anche io, Jimin-ah.

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ᴛᴀᴋᴇ ᴍᴇ ʜᴏᴍᴇ; ᴘ.ᴊᴍ+ᴋ.ᴛʜ
Любовные романы[𝐂𝐨𝐦𝐩𝐥𝐞𝐭𝐚] Una semplice storia, dove Taehyung è da sempre innamorato di Jimin, ma non vuole ammetterlo. E Jimin scoprirà i suoi sentimenti soltanto dopo varie delusioni amorose.